La I commissione Affari Istituzionali, presieduta da Michele Nannarone, ha ripreso nel corso della seduta del 3 marzo, l’esame della proposta di modifica dell’art. 16 del regolamento del Consiglio comunale recante “segreteria dei gruppi consiliari”.
Rispetto al testo vigente, la proposta (risalente al 2019) sulla consistenza degli assistenti dei gruppi prevede quanto segue:
-presidente del Consiglio comunale: 1 segretario a tempo pieno (invariato);
-gruppo da uno a tre consiglieri (prima da uno a due): 1 segretario a tempo parziale (massimo 18 ore) (prima un segretario a tempo pieno);
– gruppo da quattro a otto consiglieri (prima da tre a sei): 1 segretario a tempo pieno (prima un segretario a tempo pieno ed 1 a tempo parziale
-gruppo da nove a undici consiglieri (prima da sette a dieci): 1 segretario a tempo pieno ed 1 a tempo parziale (prima due segretari a tempo pieno);
-gruppo da dodici e oltre (prima da undici e oltre): 2 segretari a tempo pieno (prima tre segretari a tempo pieno).
Al secondo comma si propone di aggiungere, inoltre, il seguente inciso: Il costo complessivo del personale assegnato alla segreteria dei gruppi consiliari, anche a seguito di avvenute modifiche della consistenza dei gruppi nel corso del mandato, non potrà comunque superare quello corrispondente a dieci unità dell’area degli istruttori.
DIBATTITO
La consigliera Erika Borghesi (PD) ha avanzato l’ipotesi di modificare la proposta di partenza prevedendo solo due fattispecie, ossia gruppo da 1 a 4 consiglieri con almeno un segretario a tempo pieno, gruppo con oltre 5 consiglieri almeno due segretari a tempo pieno.
Ciò tiene conto dell’esigenza di salvaguardare i gruppi più piccoli e fornisce una fotografia più corretta di quello che potrà essere lo scenario futuro in Consiglio essendo improbabile la presenza di gruppi composti da oltre 12 consiglieri.
Emanuela Mori (IV) ha espresso contrarietà nei confronti della proposta originaria ma anche sull’opportunità di modificare il testo vigente essendo la consiliatura in fase di conclusione. Secondo il suo parere già ora ai consiglieri sono messi recinti piuttosto ristretti, ed occorre evitare di aggravare la situazione. Ha poi chiesto di conoscere i motivi alla base della proposta, ossia se si tratti di una volontà di contenere la spesa pubblica del Comune o altro. Ciò va in contrasto col fatto che attualmente molti gruppi consiliari non hanno nemmeno un assistente a disposizione e dunque il problema non si pone; sarebbe quindi preferibile valutare misure di contenimento relative alle spese per gli assistenti degli assessori e della giunta in genere. Altra perplessità di Mori sulla proposta di modifica del comma 2, già respinta dalla commissione tempo fa, perché rischia di penalizzare alcuni gruppi in presenza di un numero di gruppi in Consiglioi superiore a 10.
Secondo Francesca Tizi (M5S) il secondo comma, per come proposto, va in contrasto con quanto approvato dalla commissione la scorsa seduta in merito all’art. 12 in virtù di emendamento della stessa Tizi (ossia l’inciso: “Fermo restando il diritto di ogni Gruppo Consiliare alla dotazione di una propria segreteria). Occorre quindi eliminare l’incongruenza per evitare contrasti normativi. Nel merito dell’art. 16 Tizi ha accolto la proposta di Borghesi ritenendo che rispecchi le fattispecie più diffuse e tuteli tutti i gruppi.
Per Francesco Zuccherini (PD) effettivamente il secondo comma, per come proposto, va ad annullare i principi precedentemente introdotti dalla commissione nel regolamento all’art. 12 nonché quanto stabilito nel primo comma dell’art. 16.
Quanto al I comma Zuccherini ha specificato che la proposta di partenza non è più attuale rispetto alla composizione del Consiglio e vada valutata soprattutto in una prospettiva futura.
In relazione al contesto generale il dirigente Emilio Buchicchio ha specificato che la proposta originaria di modifica dell’art. 16 era incardinata nella precedente consiliatura e non è mai arrivata per la votazione in Consiglio comunale non essendo stata condivisa in commissione. La ratio della stessa è evidentemente di contenere i costi per l’ente.