La III commissione consiliare permanente Urbanistica, presieduta da Erika Borghesi, ha approvato con 4 voti a favore ed 8 astenuti l’Ordine del giorno presentato dal consigliere Paciotti avente come oggetto: Dissesto idrogeologico Colombella: problemi e soluzioni.
Il territorio di Colombella – ha spiegato Paciotti – vive fin dal suo insediamento a stretto contatto con realtà idriche che ne hanno influenzato gestione e sviluppo. Circondata da corsi d’acqua secondari, ha al suo interno un reticolo idrografico piuttosto sviluppato, costituito da un corso d’acqua principale rappresentato dal Rio Grande e da una serie di affluenti minori. Nel corso del tempo son stati effettuati interventi in favore dello sviluppo della zona – come l’intubazione del fosso Ruschiano, uno degli affluenti del Rio Grande. La situazione odierna necessita, tuttavia, di ulteriori interventi urgenti emersi con gravità a seguito dei fatti del 23 agosto 2021, in occasione della bomba d’acqua che ha coinvolto la zona di Colombella, Bosco, Ponte Felcino, Villa Pitignano e le frazioni limitrofe, causando disagi e perdite mai registrate prima. Tale eccezionale evento ha dato vita poi ad un’assemblea cittadina molto partecipata dai residenti della zona dove sono emerse le specifiche criticità oggi segnalate.
La prima situazione a rischio è quella del già citato fosso Ruschiano: la parte interessata è un lungo tratto a cielo aperto a sud della frazione. Questo fosso non è nuovo a disagi creati alla cittadinanza, avendo interessato nel passato sia la scuola nonché le singole abitazioni, con continue esondazioni in occasione di precipitazioni ordinarie.
Accanto alla scuola elementare, in particolare, si manifesta uno dei principali problemi: a causa di un percorso caratterizzato da strette curve e un letto ostruito da terra e arbusti, non vi è la possibilità per l’acqua di defluire in maniera opportuna, esondando e allagando di conseguenza le case e i terreni confinanti. La soluzione prospettata consiste nella deviazione del tratto in oggetto andando ad eliminare il meandro e permettendo così all’acqua, in presenza di un tratto dritto e scorrevole, di non avere ulteriori impedimenti nel suo deflusso.
L’altra situazione problematica per i cittadini di Colombella è rappresentata dalla zona a nord, confinante con i terreni agricoli e con fossi che già in condizioni di normali precipitazioni hanno problemi nel deflusso d’acqua.
In considerazione di questo quadro, con l’odg Paciotti chiede di impegnare l’Amministrazione:
-a risolvere l’annosa questione del fosso Ruschiano attuando il progetto di cui era oggetto già nel 2004;
-a realizzare un nuovo studio che attualizzi il rischio idrogeologico che interessa la frazione, così da registrare eventuali nuove criticità intercorse in questi due decenni di sviluppo e pianificare interventi risolutivi;
-a trovare, di comune accordo con i cittadini, azioni e soluzioni da mettere in campo per risolvere l’eccessivo aggravio d’acqua che le zone a valle, specie al centro del paese, subiscono a causa della configurazione morfologica dello stesso;
-a pianificare e avviare nel breve periodo un percorso di informazione e concertazione coi cittadini per mettere in campo azioni e soluzioni che incidano sempre più sulla prevenzione di tali fenomeni e le conseguenze negative da essi generate;
-a pianificare, nelle aree a più alto rischio idrogeologico e che hanno subito uno sviluppo negli ultimi anni, un aggiornamento degli studi e una lista di interventi che mitighino tale rischio a beneficio della sicurezza pubblica in occasione di fenomeni metereologici sempre più avversi e sempre meno eccezionali.
L’assessore all’ambiente Otello Numerini ha spiegato che, per quanto possibile, l’Amministrazione sta ponendo particolare attenzione al tema del contenimento, della mitigazione e della prevenzione del rischio idrogeologico. Ciò è confermato dal fatto che sono stati effettuati vari interventi su alcuni fossi cittadini (Ponte Felcino, Santa Margherita e Favarone) ed altri sono ormai prossimi (Santa Lucia).
E’ ben nota la questione del fosso Ruschiano di Colombella: non a caso gli uffici hanno redatto recentemente uno studio di prefattibilità ove sono stati riportati tutti i fossi e corsi d’acqua minori (compreso il Ruschiano) ove sarebbe opportuno intervenire. Grazie a tale studio è stato possibile richiedere alla regione l’accesso a finanziamenti comunitari.
Gli investimenti ipotizzati sono per complessivi 18 milioni di euro di cui 1,4 per il fosso Ruschiano. Numerini ha comunque ricordato che parte dei finanziamenti sono già stati concessi dalla regione (3 milioni) e verranno impiegati in parte per la messa in sicurezza della ripa di Pretola ed in parte (700mila euro) per il fosso di Villa Pitignano.
Nell’ambito delle richieste di finanziamento alla regione sono anche previste le risorse per ulteriori studi ed approfondimenti.
L’assessore ha poi comunicato che l’interazione tra uffici e cittadini è costante, anche alla luce del fatto che la manutenzione ordinaria dei fossi compete ai frontisti, compreso il Comune di Perugia.
Il dirigente Vincenzo Tintori ha ricordato che sul fosso Ruschiano in passato (2004-2005) è stato effettuato un intervento realizzato dal Comune di Perugia nonostante che l’area sia di proprietà privata con conseguente competenza dei frontisti, tra cui figura anche l’ente.
Frontisti che, come accennato dall’assessore, vengono costantemente coinvolti ed in alcuni casi sollecitati affinché si prendano cura, per le proprie competenze, della manutenzione e pulizia dei fossi.
Tintori ha confermato che l’Amministrazione sta intervenendo per il contenimento del rischio idrogeologico in più aree (Villa Pitignano e Santa Margherita su tutte) ma che i progetti presentati per i finanziamenti regionali sono molti altri, compreso quello che riguarda l’area di Ponte San Giovanni (zona lido e ponte di legno).
Tintori ha ribadito che i nuovi studi sulle aree a rischio, compreso il Ruschiano, sono ricompresi nell’ambito delle richieste di finanziamento devolute alla regione.
Quanto alla individuazione delle aree a rischio, il dirigente ha spiegato che esse sono inserite nel piano di protezione civile che prevede, tra le altre cose, anche le azioni da porre in essere in caso di emergenza.
La dott.ssa Guendalina Antonini ha riferito che nell’ambito dell’intervento realizzato nel 2004 sul fosso Ruschiano, oltre a quanto riferito, venne ridimensionata la sezione ove il Comune di Perugia era frontista. Ulteriore intervento venne condotto lungo via Macerata in occasione di un evento meteo avverso (messa in sicurezza della scogliera).
La funzionaria ha spiegato che l’attività degli uffici dal punto di vista degli studi condotti è stata molte dettagliata, essendo stati analizzati oltre 40 bacini.
Il consigliere di Progetto Gino Puletti ha sottolineato che si tratta di un tema attualissimo visto che il nostro Paese è fragile dal punto di vista idrogeologico. L’occasione offerta dal pnrr è quindi da cogliere per mettere mano alla mitigazione del rischio.
L’Amministrazione comunale di Perugia, in tal senso, si sta muovendo bene da anni con studi di fattibilità dettagliati che hanno consentito di accedere a fondi di finanziamento con conseguenti interventi mirati.
Puletti ha tuttavia ricordato che in questa partita dei fossi minori un ruolo determinante spetta ai frontisti, che hanno il compito di garantire la manutenzione ordinaria e la pulizia delle aree di propria competenza. Il consigliere, pur preannunciando un voto di astensione sull’atto perché sollecita un’azione che l’Amministrazione sta già effettuando, ha tuttavia segnalato una contraddizione nel comportamento dell’opposizione che ha votato contro in occasione della delocalizzazione, proprio per ragioni legate al rischio idrogeologico, dell’intervento privato previsto a Pretola.