Il Consiglio, nel corso della seduta del 27 aprile, ha respinto con 19 contrari, 2 astenuti e 8 voti a favore l’odg, presentato da tutti i gruppi di opposizione, su “Interventi urgenti per la piena applicazione della Legge 194/78 e delle Linee di Indirizzo su Aborto Medico del Ministero della Salute, e per il contrasto alle modifiche alla Legge Regionale 04/09/2015 n.1”.
I proponenti riferiscono che in Umbria, nonostante la mobilitazione delle donne, la Legge 194/78 e le Linee di Indirizzo nazionali sull’aborto farmacologico, non vengono ancora applicate. Tra le varie criticità emerge che, degli ospedali universitari umbri, solo quello di Perugia non fornisce ancora la somministrazione della RU486 per le IVG.
Ed ancora: la Regione Umbria a settembre 2020, a differenza di altre ha deciso di non permettere l’aborto medico nei Consultori e poliambulatori, così come non somministra contraccezione gratuita. L’opposizione punta il dito, inoltre, contro la proposta di legge regionale 584 del 2020 che vorrebbe modificare il T.U. in materia di sanità “al fine di imporre una sola figura di famiglia, composta da uomo e donna, di privatizzare i Consultori e aprire l’accesso a gruppi anti-choice, al solo scopo di intercettare le donne che richiedono aborto e contraccezione, con una grave violazione del diritto e della privacy”.
Uno dei problemi principali segnalati è che i consultori ad oggi non sono conosciuti dai ragazzi pur svolgendo importanti funzioni in termini di diffusione della contraccezione e dell’educazione sessuale. Altro tema centrale è la distribuzione gratuita dei contraccettivi, fondamentale per contenere il ricorso all’IVG.
Le numerose difficoltà nell’accesso alle strutture consultoriali e nel poter esercitare il diritto alla contraccezione e all’IVG – spiegano i proponenti – rappresentano tematiche ancora attuali in tutta Italia, compresa l’Umbria ed, in particolare, la città di Perugia.
Ad oggi, infatti, nelle strutture sanitarie ed ospedaliere del Comune di Perugia non risulta possibile eseguire interruzioni volontarie di gravidanza farmacologiche, ma esclusivamente chirurgiche. Inoltre, l’unica seduta settimanale prevista garantisce un ridotto numero di interventi chirurgici costringendo le donne a prolungare una gravidanza indesiderata e i disturbi ad essa connessi. Invece, con l’opzione farmacologica si attua un processo in varie tappe che garantisce una minor invasività, ma anche una maggiore consapevolezza e presa di coscienza da parte della donna. Alla luce del fatto che l’impossibilità di ricorrere a Perugia all’IVG farmacologica costringe molte donne ad effettuare tale pratica in altre strutture anche di diverse regioni, con l’odg gli istanti propongono di impegnare l’Amministrazione:
-ad attivarsi affinché l’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia possa garantire la somministrazione dei farmaci per l’aborto medico, oltre al chirurgico, con adeguate garanzie di privacy, con orari, strutture e personale adeguato e formato;
-ad attivarsi in collaborazione con le farmacie pubbliche e private del territorio comunale per una fornitura ed acquisto di profilattici maschili e femminili a prezzo calmierato, al fine anche di ridurre il numero di malattie sessualmente trasmissibili;
-a garantire la laicità dei Consultori, vigilando anche sull’adeguatezza in termini di personale, strutture e competenze scientifiche per seguire la gravidanza e/o la sua interruzione;
-ad implementare i servizi consultoriali laddove necessario e a promuovere campagne di informazione e di educazione sessuale e sentimentale da parte di operatrici ed operatori qualificati e specializzati;
-a garantire a tutte le donne l’impegno affinché possano avere finalmente facile accesso a tutte le forme più moderne di contraccezione e affinché i Consultori possano fornirgliele gratuitamente, secondo quanto previsto dall’art. 2 della Legge 194/78.
Secondo gli esponenti della maggioranza intervenuti l’atto non è condivisibile perché parte dal fondo della questione e non dall’inizio. Va chiarito, infatti, che vi sono molteplici ragioni che possono spingere verso la difficile decisione dell’IVG (sociali, economiche, di disagio ecc.); in tale contesto i consultori svolgono un ruolo centrale come previsto dalla legge 194 del 1978 e sancito dalla stessa Usl Umbria 1, secondo cui: “L’obiettivo del Consultorio è di offrire un sostegno integrato alla donna, alle coppie e alla famiglia attraverso la definizione di percorsi assistenziali alla gravidanza, alla maternità e paternità consapevole e alla definizione di programmi coordinati di educazione alla sessualità e alla procreazione responsabile. L’approccio individuale con le utenti non si limita alla semplice prestazione specialistica, ma viene inteso come “presa in carico globale della persona”, mettendo in essere, se necessario, percorsi facilitati ed in rete con altri servizi”. Questo – continua la maggioranza – è ciò che si chiede di applicare, valorizzando e potenziando i consultori.
I consiglieri di maggioranza hanno comunque preannunciato un voto contrario sull’odg ritenendo che al suo interno emergano delle criticità su alcune questioni, anche alla luce di pareri espressi dal consiglio superiore della sanità: perplessità circa la maggiore sicurezza dell’ivg farmacologica rispetto a quella chirurgica; contrarietà circa la prevalenza della convenienza economica rispetto al tema della sicurezza della donna.
Ed ancora non si concorda sulle critiche alla proposta di legge regionale, rea di imporre una solo figura di famiglia; per i consiglieri di maggioranza attualmente il concetto di famiglia è quello previsto dalla costituzione (artt. 1 e 29) ove viene promosso anche il tema della natalità.
Infine terzo aspetto discutibile dell’odg è quello della laicità, che non può essere intesa come esclusione aprioristica di alcune posizioni (ad esempio dei movimenti pro life) a beneficio di altre con ciò sfociando nel laicismo.
Secondo i consiglieri di opposizione, invece, l’odg proposto non parte assolutamente dal fondo della questione, ma va direttamente al cuore del problema occupandosi di molteplici criticità oggi esistenti nel sistema. Nel concordare sul ruolo centrale che devono ricoprire i consultori, si ribadisce l’importanza di mettere in campo azioni che consentano di potenziarli e valorizzarli, superando gli attuali limiti di organico, strutture e dotazioni.
Sull’ivg si ribadisce che essa rappresenta un diritto, sancito dalla legge 194 del 1978: nel momento in cui, come avviene oggi a Perugia, tale diritto non viene pienamente garantito costringendo i cittadini a rivolgersi a strutture di altre regioni, allora emerge un problema che va risolto quanto prima. Altra questione analizzata nell’odg è quella della contraccezione, in merito alla quale si auspica l’attivazione di una collaborazione tra pubblico e privato nel segno della maternità e paternità consapevoli.