Ok del consiglio all’odg sul sostegno alla Global Sumud Flottiglia
Ok del consiglio all’odg sul sostegno alla Global Sumud Flottiglia
Il Consiglio ha approvato con 23 voti a favore, 1 contrario e 5 astenuti l’ordine del giorno presentato dai consiglieri Ferranti, Ermenegildi Zurlo, Mazzanti, Falistocco, Donato, Maddoli: Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT) e promozione della loro conoscenza e accessibilità per i cittadini del Comune di Perugia.
Illustrando l’atto Fabrizio Ferranti ha posto innanzitutto l’accento sulla normativa vigente in materia di consenso ai trattamenti sanitari, partendo dagli artt. 32 e 13 della Costituzione.
In particolare l’art. 4, comma 1, Legge 219/2017 ha introdotto le Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT) attraverso le quali ogni persona maggiorenne e capace di intendere e di volere, in previsione di un’eventuale futura incapacità di autodeterminarsi, può esprimere le proprie volontà in materia di singoli trattamenti sanitari.
Dopo aver fornito un quadro dell’iter da seguire (modalità di redazione, inserimento nella banca dati nazionale, ecc.), xx ha riferito che dall’entrata in vigore della legge n. 219/2017 e fino al 31.01.2025 sono state presentate ed acquisite dall’Ufficio di Stato Civile del comune di Perugia soltanto 515 DAT. E’ evidente pertanto che occorre una corretta informazione sui contenuti e sulle implicazioni delle Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT per garantire ai cittadini la possibilità di esprimere la propria volontà in modo consapevole e responsabile.
Tra le soluzioni suggerite vi sono: la collaborazione tra enti locali e strutture sanitarie, la presenza di personale medico qualificato, disponibile a fornire chiarimenti, la pubblicazione, sul sito istituzionale del Comune di Perugia, di contenuti informativi e video esplicativi, la possibilità di consultare un elenco di associazioni competenti in materia di fine vita e autodeterminazione.
In ragione di ciò gli istanti impegnano l’Amministrazione a:
-Favorire la collaborazione multidisciplinare tra i possibili attori coinvolti nelle scelte terapeutiche (ordini, università, associazioni);
– Valutare l’opportunità, con enti ed associazioni, di stipulare accordi di collaborazione per la creazione di un elenco di medici, esperti e associazioni disponibili a fornire ai cittadini informazioni chiare ed esaustive sulle DAT;
– Garantire la massima diffusione delle informazioni sulle DAT attraverso i canali istituzionali del Comune
– Promuovere la pubblicazione di brevi video esplicati vi sulla pagina istituzionale del sito dell’ente dedicata alle DAT
– Predisporre sulla pagina istituzionale del sito dell’ente l’opportuna modulistica prevista dalla normativa vigente;
– Valutare l’opportunità di predisporre, per il Comune di Perugia, alcuni modelli fac-simile e modificabili di DAT;
– Implementare una collaborazione tra i diversi attori coinvolti affinché l’USL Umbria 1 e l’Azienda Ospedaliera di Perugia diffondano materiale informativo sulle DAT presso i punti CUP, gli studi dei medici di medicina generale e presso altri luoghi strategici
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Per il consigliere Leonardo Varasano (Progetto Perugia) con questo odg si dà eco ad una legge dello Stato e ciò è giusto. Tuttavia la materia ha anche dei profili etici, anche molto diversi tra loro, che vanno necessariamente considerati.
Il consigliere ha spiegato infatti che vi sono questioni di coscienza che vengono prima di tutto: nel suo caso la vita rappresenta un valore intangibile, dal momento del concepimento in poi- Per questo ha detto di non aderire all’odg, pur rispettando le posizioni altrui.
Elena Fruganti (FdI) ha sostenuto che è molto difficile su questo tema distinguere il piano procedurale da quello etico, perché si parla sì di disposizioni anticipate di trattamento, sulle quali il Comune ha competenze amministrative in attuazione di una legge, ma anche di aspetti che toccano da vicino le coscienze. Fruganti ha ribadito che non vi è la minima intenzione di mettere in discussione il principio della laicità dello Stato, quando si discute di questi temi.
Ha poi sostenuto che la scarsa diffusione delle DAT è legata alle difficoltà tecniche nel redigerle, alla luce della complessità ed evoluzione delle situazioni mediche, nonché evidenziato quanto possa variare l’autodeterminazione a seconda dei casi concreti.
Per Fruganti dunque le DAT non sono strumenti con cui ci si autodetermina sul fine vita, ma rappresentano solo dei desiderata rispetto ad un evento incerto e futuro.
La consigliera Chiara Calzoni (Perugia Civica) ha confermato che la legge sulle DAT ha riferimenti poco chiari sia per i cittadini che per i medici. Il punto critico è rappresentato dal fatto che ad oggi, su questo tema, cittadini e medici non hanno riferimenti e percorsi lineari cui rivolgersi e da applicare. Nessuno deve sentirsi obbligato a redigere una DAT che non rappresenta un dovere, ma solo un diritto da poter esercitare in maniera più consapevole possibile. Ha comunque preannunciato un voto a favore dell’odg.
Il capogruppo PD Lorenzo Ermenegildi Zurlo ha detto che di fronte a questi temi si confrontano modelli antropologici molto diversi tra loro. La bussola corretta, soprattutto per chi ricopre ruoli pubblici, deve essere di dare forza a due principi base della nostra Repubblica: laicità e autodeterminazione.
A fronte di ciò, quando si mettono questi principi sotto una lente d’ingrandimento “distorcente”, si fa qualcosa di molto sottile e pericoloso invertendo il ruolo del cittadino rispetto allo Stato.
L’autodeterminazione, rispetto alle DAT, è un concetto che viene applicato a persone adulte, perfettamente in grado di porre in essere le proprie azioni e di decidere.
In ragione di quanto sopra, è compito delle Istituzioni difendere le scelte dei cittadini, soprattutto in attuazione di una legge dello Stato.
Per Edoardo Gentili (FI) l’odg, condivisibile, negli impegni chiede semplicemente di favorire la conoscenza e promuovere la realizzazione di un diritto peraltro previsto da una norma di legge ad oggi poco conosciuta.
La norma sulle DAT è una norma di libertà, che attribuisce una facoltà; su questo le istituzioni, anche locali, hanno il dovere di fare la propria parte per far conoscere una legge dello Stato.
In replica Fabrizio Ferranti (Perugia per la sanità pubblica) ha confermato che l’odg cerca di favorire la conoscenza di una facoltà prevista da una legge.
Dunque una facoltà e non un obbligo da porre in essere tramite la mediazione di professionisti, in primis medici al fine di potersi autodeterminare in maniera consapevole.