“Le dichiarazioni del centrodestra sulle Zone 30 a Perugia sono gravi, false e profondamente diseducative. Affermare che l’obiettivo sia “fare cassa” significa strumentalizzare la paura dei cittadini per fini di propaganda politica. La sicurezza stradale non è un bancomat elettorale: è una priorità civile che riguarda la vita delle persone”. E’ la posizione espressa dal gruppo consiliare Anima Perugia in un comunicato.
“Lunedì scorso il Consiglio comunale ha approvato un ordine del giorno con linee di indirizzo, non provvedimenti concreti. E il centrodestra, invece di avere il coraggio di votare contro una norma a tutela della sicurezza dei cittadini, ha scelto di astenersi in blocco. Nessun voto contrario, solo un atteggiamento pilatesco. Oggi, però, gli stessi consiglieri provano a costruire una narrazione falsa e allarmistica.
Le bugie diffuse parlano di autovelox fissi e multe spropositate, come la presunta sanzione da 695 euro per chi viaggia a 41 km/h. È una menzogna: la legge vieta di installare autovelox fissi su strade con limite inferiore a 50 km/h, e nessun dato dimostra un incremento delle sanzioni dove le Zone 30 sono realtà. Al contrario, tutte le evidenze scientifiche mostrano una drastica riduzione di incidenti, feriti e vittime. A Bologna, nel primo anno del modello Città 30, incidenti -13,1%, feriti -11,1% e morti -48,7%. Uno studio europeo presentato a Trento nel 2024 certifica: -23% incidenti, -37% decessi, -38% feriti. Secondo l’OMS, entro il 2035 questa misura potrebbe salvare 25.000 vite in Europa.
Colpisce in particolare l’atteggiamento dell’ex assessora Scoccia, che oggi parla di ‘fare cassa’ dimenticando che fu proprio la giunta Romizi a inserire le prime Zone 30 nel Pums. In campagna elettorale lei stessa rivendicava progetti di moderazione della velocità a Fontivegge e Bellocchio. Oggi cambia spartito, per pura convenienza politica: un caso da manuale di strumentalizzazione, con cui si disorientano i cittadini invece di assumerne la responsabilità.
E intanto il centrodestra non può cancellare dieci anni di inoperosità sulla mobilità: tolleranza verso la sosta selvaggia, corse degli autobus tagliate e azzerate, nessuna politica di mobilità sostenibile, nessuna visione strategica. Perugia è stata lasciata ferma, più congestionata, più rumorosa, più inquinata. Chi ha governato per un decennio senza fare nulla non ha alcuna credibilità nel dare lezioni oggi.
Le Zone 30 non sono un’ideologia ma una scelta di civiltà, adottata anche da città a guida centrodestra. A Treviso, dal 2023, il limite è stato esteso a 38 nuove vie; a Verona, nei quartieri residenziali sono state introdotte aree a velocità moderata. Lo stesso è avvenuto a Cagliari, Olbia e Orbetello. È la dimostrazione che la sicurezza stradale non ha colore politico, ma è una responsabilità condivisa.
I numeri sono semplici e inconfutabili: a 50 km/h una collisione con un pedone ha l’80% di probabilità di essere mortale, a 30 km/h solo il 10%. È la differenza tra vita e morte, tra civiltà e barbarie. Perugia sceglie le Zone 30 per proteggere bambini, anziani, ciclisti e pedoni, per ridurre rumore ed emissioni, per costruire una città più vivibile e sicura. Chi oggi mente e manipola – conclude la nota – parla alla pancia dei cittadini. Noi invece parliamo alla loro vita”.