Perugia celebra l’80esimo anniversario della Liberazione

Commemorazioni al cimitero monumentale, in Borgo XX Giugno e presso il monumento dell’Ara Pacis con gli interventi della sindaca Vittoria Ferdinandi e di Amedeo Zupi (segreteria provinciale Anpi Perugia)

date
25 aprile 2025
- Alessandra Borghi
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Il Comune di Perugia ha celebrato l’ottantesimo anniversario della Liberazione attraverso i momenti commemorativi che, come da tradizione, si sono svolti presso il cimitero monumentale, Borgo XX Giugno e il monumento dell’Ara Pacis.

 

Ad aprire il corteo al civico cimitero c’erano la sindaca Vittoria Ferdinandi, il prefetto Francesco Zito, la presidente della Regione Umbria Stefania Proietti e la consigliera Francesca Pasquino in rappresentanza della Provincia di Perugia. Presenti anche la presidente del Consiglio comunale Elena Ranfa, consiglieri comunali di maggioranza e di minoranza, tutti gli assessori comunali di Perugia, la parlamentare Emma Pavanelli, il vicepresidente della giunta regionale Tommaso Bori, la presidente dell’Assemblea legislativa regionale Sarah Bistocchi, i consiglieri regionali Fabrizio Ricci e Andrea Romizi, i vertici delle forze di polizia e dell’Esercito e le associazioni combattentistiche e d’Arma.

 

Le cerimonie – Al civico cimitero sono state depositate corone al Sacello dei caduti e sulle tombe delle Medaglie d’oro della Resistenza. Ad accompagnare le autorità civili e militari c’erano anche Olga Ferretti e Luca Temussi, che svolgono il servizio civile presso l’Unità operativa Manutenzioni e Cimiteri curando l’implementazione del progetto Memoria digitale. Tale progetto – è stato ricordato – attraverso l’apposizione di Qr code presso le tombe dei perugini illustri, consente di immergersi nelle storie delle loro vite, facendo del cimitero monumentale il luogo della memoria e della storia cittadina. Ferretti e Temussi hanno in particolare rievocato le figure di Mario Santucci, del capitano Valeriano Cucchi, di Rodolfo Betti, di Walter Binni, di Romeo Mancini, di Ugo Lupattelli e Primo Ciabatti.

 

In Borgo XX Giugno, dopo la commemorazione presso la lapide che ricorda i patrioti fucilati dai nazifascisti, hanno preso la parola Amedeo Zupi, componente della segretaria provinciale Anpi Perugia, e la sindaca Vittoria Ferdinandi. Infine, in via Masi, è stato reso omaggio a tutti i caduti di guerra ai quali è dedicato il monumento dell’Ara Pacis.

 

Amedeo Zupi si è soffermato sul significato di “una data che resta fondamentale per il Paese”: “Sono passati 80 anni, ma il ricordo ci deve accompagnare perché quel giorno il Paese ha scelto tra barbarie e libertà. La Liberazione, infatti, ha riportato, ancor prima della libertà, la dignità di essere Paese civile e non barbaro. E la Costituzione oggi deve essere nei nostri cuori perché esprime quei valori per cui giovani come Grecchi persero la vita”.

 

Il discorso della sindaca Ferdinandi – La sindaca, dopo aver salutato le autorità civili e militari e tutti i presenti, rivolgendo un pensiero anche a Mirella Alloisio impegnata nelle celebrazioni a Genova, ha richiamato gli scritti in cui, andando incontro all’estremo sacrificio, due partigiani, Giordano Cavestro (Parma) e Umberto Ricci (Ravenna), manifestarono la convinzione che “l’idea” sarebbe comunque vissuta.

 

“Giordano e Umberto erano certi che il loro sacrificio sarebbe servito da esempio – ha detto la sindaca -. Se c’è un modo in cui onorarli – ha affermato Ferdinandi -, è di rendere viva la memoria, farla diventare promessa e impegno solenne qui ed ora”. Secondo Ferdinandi, del 25 aprile non si deve parlare al passato, solo come di una data storica e di uno dei tanti eventi che si sono succeduti, perché “è stato il coronamento di un percorso e l’inizio di un cammino che dobbiamo rinnovare ogni giorno”.

 

“Il 25 aprile – ha sostenuto la sindaca – è stato il coronamento di un percorso di Resistenza, e non, come siamo abituati a dire oggi, di resilienza”, visto che “resistere, significa spingere indietro con forza; essere resilienti, invece, vuol dire che dobbiamo adattarci”. La prima grande eredità che il 25 aprile consegna, secondo Ferdinandi, è “un’idea generativa e trasformativa della Resistenza. Senza quella forza che ha resistito, non ci sarebbe oggi la nostra Repubblica”.  Infatti il 25 aprile, “oltre a essere stato il coronamento del percorso che ha portato la Resistenza a farsi Liberazione dal nazifascismo, ha innescato l’inizio del cammino che ha fatto dell’Italia una Repubblica democratica. Tanto da poter essere indicato come autentica data di nascita della Repubblica stessa. Il 2 giugno 1946 sarebbe una data inspiegabile, se non la si collegasse alla sua genitrice, il 25 aprile 1945, appunto, e alla Resistenza che l’ha prodotta”.

 

“E’ la Resistenza alle forze fasciste e ai loro valori – ha insistito – che ha portato alla Costituzione da cui sgorga la nostra vita pubblica oggi, qui, ora”. “Veniamo da una Resistenza antifascista, siamo una Repubblica antifascista, poiché la Costituzione è intrisa di ribellione antifascista, ed è quindi ontologicamente antifascista – ha proseguito -. E nessuno di tutti quelli che hanno l’onore di rappresentare le nostre istituzioni può permettersi di non dichiararsi antifascista, se non a costo di rinnegare le nostre radici, la nostra storia, il sangue versato da chi ha lottato per la libertà della nostra Repubblica”.

 

L’articolo “più bello e importante” della Costituzione, ha ancora detto Ferdinandi citando Calamandrei, “è il 3”, che sancendo il principio di uguaglianza sostanziale contiene “tanto del senso della Liberazione”. Pertanto, “Costituzione e 25 aprile chiamano a una ribellione contro tutto ciò che non permette ‘il pieno sviluppo della persona umana’. Sono strumenti di lotta”.  La Costituzione “è rivoluzionaria” perché “ci spinge a onorare quella promessa ai partigiani che sembrano chiederci di non accontentarci mai sul piano ideale, di non cedere a mediocri compromessi, di non accettare passivamente l’ingiustizia che ci circonda, di fare della giustizia una disciplina, di agire oltre il nostro tempo e le nostre possibilità”.

 

“Il 25 aprile è oggi, non ottanta anni fa” in quanto “è oggi che la nostra Costituzione, quella su cui io ho giurato come sindaca, quella che il 25 aprile ha reso possibile, viene di fatto tradita ogni giorno”. Ad esempio perché “è scritto che donne e uomini sono uguali”, mentre “150 donne all’anno in Italia vengono ammazzate perché sono donne”, o perché “è scritto che non si dà distinzione di razza: ma se nasci in Italia, vai a scuola in Italia, parli solo italiano e i tuoi genitori non sono nati a Perugia, non sei comunque italiano”.

 

“Il 25 aprile non è più il passato – ha ribadito la sindaca -. La liberazione è davanti a noi, se ne siamo all’altezza. Se siamo all’altezza di raccogliere quelle verità: non chiuderti nella logica della paura, non giudicare, non aggredire, non lasciarlo affogare in mare, non bombardare. Quelle verità che ci sono giunte, lasciatemelo ricordare, anche attraverso Papa Francesco”.

 

“Far giungere a noi quelle verità, raccogliere quell’eredità significa dire che il nostro compito è allargare gli spazi della democrazia e difendere i diritti umani. Significa individuare oggi nuovi spazi e nuove forme della partecipazione; riconoscere dissenso e ribellione come forme di ricerca; adoperarsi per la rimozione degli ostacoli al pieno sviluppo della persona umana, di tutte le persone umane; aborrire la guerra sempre e comunque, non decidere di volta in volta la postura a seconda del nemico che si ha davanti. Questo – ha concluso – significa continuare a ribellarsi consapevolmente per costruire giorno dopo giorno città, Paesi e un mondo alla portata degli esseri umani, di tutti gli esseri umani”.

 

Il convegno di lunedì 28 – Le celebrazioni ufficiali proseguono lunedì 28 aprile alle 10, nella sala dei Notari di Palazzo dei Priori, con il convegno dedicato al significato storico della ricorrenza “25 Aprile: le radici della nostra democrazia”. Interverranno la sindaca Ferdinandi, la storica Emanuela Costantini, il presidente della Deputazione di storia Patria per l’Umbria Mario Tosti, il giurista Jacopo Paffarini e il presidente della Consulta provinciale degli studenti Marco Poggioni. Le conclusioni saranno affidate alla partigiana Mirella Alloisio. Il dibattito sarà moderato da Andrea Ferroni.

 

 

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