La IV commissione consiliare cultura nel corso della seduta di martedì 27 maggio, ha discusso DUE atti.
E’ stato approvato all’unanimità l’ordine del giorno presentato dai consiglieri Fabrizio Ferranti del gruppo Perugia per la Sanità Pubblica e Federico Maria Phellas del gruppo Partito Democratico avente ad oggetto: Progetto Perugia Braveheart: acquisto, manutenzione e implementazione della rete territoriale dei defibrillatori del Comune di Perugia e creazione di una pagina informativa del sito internet dedicata.
Nel ricordare che la legge 116 del 2021 favorisce la diffusione dei defibrillatori presso le sedi delle P.A., Fabrizio Ferranti ha spiegato che attualmente, sono in gestione del Comune di Perugia n. 14 defibrillatori, che si aggiungono ad alcuni DAE posizionati presso asili nido e uffici del corpo di polizia municipale. Secondo quanto riferito dagli uffici comunali, ad oggi risultano fuori servizio i seguenti defibrillatori: Montelaguardia presso CVA; Ferro di Cavallo; Madonna Alta presso CVA; Mugnano presso farmacia; Collestrada scuola primaria.
È necessario, secondo gli istanti, garantire un monitoraggio costante della funzionalità dei dispositivi e una loro corretta manutenzione, nonché informare la popolazione sul loro corretto utilizzo.
In considerazione di ciò i consiglieri impegnano l’Amministrazione a:
-predisporre un progetto per una Perugia Braveheart: individuare ulteriori aree strategiche presso le sedi del Comune dove installare nuovi defibrillatori ovvero sostituire, ove necessario, quelli già presenti privilegiando le aree con accesso al pubblico.
-procedere con la dismissione dei n. 5 defibrillatori attualmente fuori servizio e loro sostituzione con dei nuovi dispositivi tecnologicamente più moderni;
-implementare un sistema di monitoraggio periodico per garantire la corretta manutenzione e funzionalità dei dispositivi nel tempo;
-creare una pagina dedicata sul sito ufficiale del Comune di Perugia contenente: l’elenco aggiornato dei defibrillatori presenti sul territorio comunale, la posizione georeferenziata di ciascun dispositivo; le indicazioni per il corretto utilizzo dei defibrillatori; i contatti di riferimento per segnalazioni o richieste di intervento.
-prevedere e offrire corsi di formazione, in favore del personale comunale e della cittadinanza sull’utilizzo corretto dei defibrillatori.
-garantire che in ogni luogo ove sono già collocati i defibrillatori e ove saranno installati, siano ben esposte le modalità di utilizzo e che sia indicato il personale idoneo all’utilizzo che si trova nelle vicinanze.
-attivarsi in sinergia con le ass. di categoria dei tassisti per avviare una sperimentazione del progetto taxi-protetto anche a Perugia.
Il Presidente Associazione Cuor di Leone dott. Tiziano Scarponi, nel ricordare l’attività svolta dall’Odv, ha auspicato la stretta collaborazione tra istituzioni ed associazioni del terzo settore per potenziare il sistema della defibrillazione a tutela della vita dei cittadini, con un’attenzione particolare per le attività di formazione ed informazione, partendo dalle scuole.
Il cardiologo dott. Maurizio del Pinto, dopo aver illustrato i progetti realizzati in passato, ha spiegato che la proposta è ambiziosa ma di realizzazione complessa perché per una città come Perugia servono almeno 50-60 defibrillatori oltre che corsi di formazione adeguati per preparare i cittadini all’utilizzo degli strumenti.
Il dott. Roberto Ciccarelli (dirigente del personale del Comune di Perugia) ha spiegato che in questi ultimi anni si è cercato di formare il personale dell’Ente soprattutto negli ambiti dove sono presenti defibrillatori; ciò in particolare ha riguardato il personale di vigilanza.
Corsi sono stati effettuati anche nelle scuole per l’utilizzo del defibrillatore nella fascia pediatrica.
In caso di accoglimento dell’odg andrà effettuato un potenziamento dei percorsi formativi in linea con l’aumento degli strumenti.
Il dott. Pierluigi Zampolini dell’U.O. Acquisti e patrimonio ha ricordato che la struttura attualmente gestisce 14 defibrillatori; altri tre sono stati dismessi perché ormai inutilizzabili. I 14 defibrillatori sono gestiti con un contratto di manutenzione e quindi controllati.
Vi è un progetto, per il quale l’ufficio ha chiesto somme nella variazione del bilancio tramite avanzo, che prevede di dotare tutte le sedi comunali di defibrillatori, nonché di ripristinare quelli dismessi. L’idea è di operare l’acquisto di circa 30 defibrillatori e di procedere con l’installazione entro ottobre-novembre del 2025.
L’E.Q. Sicurezza sul lavoro ing. Michele Agostini ha confermato la volontà di dotare tutte le sedi comunali di defibrillatori, accompagnandola a corsi di formazione destinati ai dipendenti comunali ed alla cittadinanza. L’idea è di fondare il progetto su tre punti, acquisto, formazione e manutenzione, creando nel contempo una rete di sicurezza con gli altri enti dotati di strumenti (es. Università o Tribunale).
L’assessora al bilancio Alessandra Sartore ha confermato numeri sugli strumenti presenti e progetti per il futuro. L’Amministrazione ha gli stanziamenti idonei che saranno appostati con la variazione di bilancio per l’acquisto sia dei 30 defibrillatori citati sia per ulteriori strumenti da destinare alle auto della polizia locale.
Nessun problema, infine, per l’aggiornamento del sito del Comune e per un miglioramento dello stesso come richiesto dall’odg.
Fedrico Phellas (PD) ha rimarcato l’importanza del progetto che mira a dotare in maniera strutturata e strutturale la città dei defibrillatori in stretta collaborazione con enti ed associazioni. Inoltre si vorrebbe arricchire il progetto coinvolgendo anche i taxi, inserendo i DAE in alcune macchine; a tal proposito i due presentatori (Ferranti e Phellas) hanno deciso di integrare l’odg con un emendamento che va in questa direzione.
Per Leonardo Varasano (Progetto Perugia) l’indirizzo contenuto nell’odg è condivisibile anche perché si inserisce in un solco già tracciato da tempo. Oggi si rafforza questo percorso avviato, ma vi sono due aspetti da approfondire: occorre individuare, cioè, chi sarà responsabile delle macchine (detenendo le chiavi) e chi sarà responsabile e deputato all’intervento. Le responsabilità, infatti, devono essere chiare a 360 gradi.
Quanto ai costi, Varasano ha spiegato che il progetto dovrà essere sostenibile a medio e lungo termine, evitando che il decorso del tempo possa pregiudicare il buon funzionamento delle strumentazioni. Ben venga il progetto, quindi, purché duri nel tempo e sia portato avanti con chiarezza e sostenibilità.
Gianluca Tuteri (Misto) ha sostenuto che la conoscenza del luogo in cui insiste il defibrillatore deve essere nota ai cittadini; non a caso nel recente passato l’Amministrazione decise di acquistare e installare i defibrillatori nelle scuole, da sempre punti di riferimento per i cittadini. Utile sarebbe ora di spostare questi defibrillatori da dentro i locali scolastici all’esterno, favorendone l’accesso per tutti. Altre azioni volute dalla passata Amministrazione hanno riguardato la manutenzione degli apparecchi e la formazione, determinante per raggiungere risultati diffusi.
Antonio Donato (M5S) ha spiegato che l’uso dei defibrillatori sta diventando sempre più sistemico all’interno del Comune. Ha quindi lanciato un’ipotesi, ossia di individuare una figura nel Comune che possa in qualche modo rappresentare un punto di riferimento per formazione, ubicazione e gestione degli strumenti.
Secondo la consigliera Chiara Calzoni (Perugia Civica) il rafforzamento della rete di prevenzione è fondamentale. Nel dibattito è emerso che il progetto è meritevole ma va trattato con competenza, responsabilità e continuità. Ecco perché oltre alla dotazione di nuovi strumenti, servono formazione e informazione, coinvolgendo non solo i dipendenti comunali, ma tante altre categorie di cittadini (commercianti, studenti, ecc.) tramite un calendario pubblico di formazione.
Fabrizio Ferranti, in replica finale, ha ribadito che il progetto mira ad estendere la cultura della prevenzione e di corretto utilizzo dei defibrillatori, in stretta connessione con le associazioni del terzo settore. In questo processo verranno individuate le opportune responsabilità necessarie per la buona riuscita del progetto e potenziata la formazione diffondendo la cultura della sicurezza.
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Successivamente è stato approvato all’unanimità l’ordine del giorno presentato dai consiglieri Marko Hromis del gruppo Partito Democratico e Laura Tanci e Federico de Salvo del gruppo Anima Perugia avente ad oggetto: Gioco d’azzardo e patologie correlate: azioni di verifica, sensibilizzazione pubblica, utilizzo di strumenti dedicati al controllo e alla prevenzione, e adesione alla campagna nazionale “Mettiamoci in gioco”.
Nel porre l’accento sul costante aumento dei numeri relativi al gioco d’azzardo in Italia (135 miliardi di euro), Marko Hromis ha riferito che cresce soprattutto la platea di coloro che sono affetti da patologie legate al gioco (1,6 milioni di persone).
Dal punto di vista normativo nel 2023 è stato presentato il disegno di legge per la riforma fiscale che prevede la delega al Governo per il riordino della materia; tuttavia poi con la Legge di Bilancio 2025 è stato soppresso l ‘Osservatorio per la diffusione del gioco d’azzardo e il fenomeno della dipendenza grave.
Tutte le regioni d’Italia (Umbria compresa), anche con il diretto coinvolgimento dei Consigli Comunali e delle Giunte dei rispettivi capoluoghi, hanno approvato leggi di prevenzione e contrasto al disturbo da gioco d’azzardo, impegnandosi nell’incentivare la dismissione delle slot machine e nel riformare i regolamenti comunali che normano l’attività dei giochi leciti;
Vista la necessità di tutelare i soggetti deboli ed alle prese con problematiche legate al gioco d’azzardo, con l’odg i consiglieri impegnano l’Amministrazione:
-A verificare se il Comune di Perugia abbia aderito alla campagna nazionale “Mettiamoci in gioco;
– A rendere effettivo e continuativo l’utilizzo dell’applicativo SMART e a raccogliere, nei primi mesi di ogni anno, i dati comunali sul gioco d’azzardo dell’anno precedente,
– Ad informare il Consiglio Comunale e la cittadinanza, secondo gli strumenti e i canali ritenuti più efficaci, sull’entità dei fondi attualmente investiti nei progetti di prevenzione dei disturbi legati al gioco d’azzardo;
– A farsi portavoce e promotore, insieme ad altri Comuni già coinvo lti, presso ANCI e presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, della necessità di avere presto i decreti attuativi previsti dalla legge delega di riordino del settore del gioco d’azzardo, con l’obiettivo di mettere al centro la salute delle persone;
– Predisporre e rendere fruibile e consultabile l’elenco degli esercizi che, su territorio comunale, hanno aderito alla campagna di dismissione delle slot machine;
– Verificare la possibilità di dedicare uno spazio, all’interno di biblioteche e scuole pubbliche, in cui esporre e rendere fruibile letteratura per bambini e adolescenti sul tema dei rischi legati al gioco d’azzardo;
– Verificare se, rispetto alle sentenze Tar emesse, esistano le condizioni a Perugia per una nuova ordinanza della Sindaca finalizzata ad anticipare l’orario di chiusura dalle ore 01,00 a quello più comunemente diffuso delle ore 20,00.
Il dott. Daniele Benedetti Direttore Federsanità Anci Umbria ha posto l’accento sulle criticità del sistema Italia sul tema della ludopatia, confermando la gravità dei DATI, in costante crescita, compresa l’Umbria, con numeri enormi dal punto di vista economico. Ciò certifica che non c’è volontà di incidere su questa problematica, per le implicazioni che il gioco lecito comporta sul bilancio dello Stato.
Fornito un quadro ampio delle attività che vengono svolte sul territorio con le risorse allocate nei fondi nazionali, Benedetti ha posto l’accento su quanto destinato alla zona sociale 2 (Perugia-Corciano-Torgiano) e sull’importanza della creazione della rete per cercare di contrastare un fenomeno che è fuori controllo
Il dott. Luciano Bondi responsabile del servizio aziendale per il disturbo da gioco d’azzardo della USL 1, ha confermato l’emergenza del fenomeno (almeno 2300 adulti a Perugia e circa 300 ragazzi minorenni) e le difficoltà di intercettare i giocatori patologici, spesso inconsapevoli del problema. A Perugia infatti nel 2024 sono state prese in carico 280 persone, circa un decimo del totale.
Bondi ha riferito che nella zona sociale 2 sono presenti tavoli che lavorano per la tutela della salute (non solo gioco d’azzardo) nelle scuole e per il monitoraggio sul territorio; un’attività fondamentale per cercare di intercettare prima possibile le situazioni critiche.
Edoardo Gentili (FI), vista l’importanza e complessità del problema che ricomprende anche impostazioni di tipo etico, ha chiesto di sapere perché, nonostante la rete e le strategie in campo, il fenomeno continui a crescere in maniera preoccupante soprattutto online.
Nel preannunciare il voto a favore sull’atto, Gentili ha spiegato che nella materia occorre avviare una seria riflessione sui regolamenti in vigore affinché la politica si assuma la responsabilità di scelte precise.
Per Leonardo Varasano (Progetto Perugia) il problema è davvero gravissimo soprattutto per le conseguenze deleterie che il fenomeno della ludopatia determina per le persone e le famiglie. Ben venga quindi qualunque azione il Comune possa fare, anche se sconfiggere questa piaga non sarà facile, in considerazione delle implicazioni economiche legate al gioco.
La salita è molto ripida, ma ogni iniziativa – ha detto Varasano – sarà da me sostenuta.
Rispondendo a Gentili, Benedetti e Bondi hanno spiegato che la crescita del problema è naturale, perché è aumentata l’offerta soprattutto on line, sono aumentati i prodotti proposti ed è cresciuta la campagna di comunicazione e pubblicità. Occorre poi capire che la ludopatia è una dipendenza a tutti gli effetti che richiede interventi socio-sanitari organici.
Cosa diversa è quando si riesce ad intercettare precocemente il problema, ossia non ancora sfociato nella piena dipendenza, cosa che richiede azioni meno impegnative.
Certamente resta la questione della pubblicità del gioco, capace di ingenerare grandi danni, attirando nuovi potenziali utenti “dipendenti dal gioco”.
L’assessora Costanza Spera ha rimarcato che i soldi pubblici che vengono assegnati al Comune di Perugia per legge al fine di svolgere determinate attività (ad esempio politiche sociali) devono essere impiegati. Su questo non ci possono essere alibi non essendo l’immobilismo o il rinvio risposte plausibili rispetto alle esigenze dei cittadini.
Entrando nel merito della questione l’assessora ha parlato di problematica sociale cui le istituzioni devono rispondere in sinergia con gli altri enti competenti, come asl; proprio l’azienda sanitaria locale, in particolare, è meritevole di aver messo in campo soluzioni che hanno consentito quantomeno di contenere un fenomeno in forte crescita.
Spera ha rivolto alla platea un quesito: perché le persone finiscono nel vortice della ludopatia. La risposta è che quella in cui stiamo vivendo è una società in difficoltà all’interno della quale risuonano alcuni allarmi sociali: l’isolamento, la solitudine, l’impoverimento.
Sono aspetti che contribuiscono a far crescere le dipendenze; per questo le istituzioni hanno il dovere di impegnarsi, in sinergia tra loro, partendo proprio dal Comune.
Spera ha infatti preannunciato che le proposte contenute nell’odg saranno integrate nella programmazione delle politiche sociali del Comune essendo ormai in fase di approvazione il piano attuativo che consentirà di mettere a terra tutte le risorse a disposizione, comprese quelle non impiegate nel passato.
Spera ha espresso tuttavia rammarico per la decisione del Governo nazionale di eliminazione dell’osservatorio, strumento utile per la mappatura del territorio; tale atteggiamento fa crescere il senso di responsabilità dell’Amministrazione che ha intenzione di incidere concretamente su questa materia, anche facendo emergere tra i giovani i sani valori del gioco, ossia dello sport.