Ok al regolamento dei contratti pubblici
Ok al regolamento dei contratti pubblici
Il Consiglio comunale ha approvato con 21 voti favorevoli e 8 astensioni il nuovo regolamento dei contratti pubblici a seguito del codice del 2023 e del successivo correttivo.
Illustrando l’atto, il presidente della prima commissione Affari istituzionali, Antonio Donato, ha riferito che il precedente regolamento in vigore era stato approvato nel 2018 a seguito dell’entrata in vigore del d.lgs. n. 50/2016 e del d.lgs. n. 56 del 2017.
Il nuovo codice dei contratti pubblici è entrato in vigore, al pari dei suoi allegati, il 1° aprile 2023 ma ha acquistato efficacia solo a far data dal 1° luglio 2023 e alla piena e integrale applicazione dello stesso si è pervenuti attraverso un articolato regime transitorio suddiviso in tre fasi. I criteri guida del nuovo corpus normativo sono semplificazione, accelerazione delle procedure, digitalizzazione e tutela del lavoro. L’iter di modifica della materia si è completato con l’entrata in vigore del decreto legislativo n. 209/2024 di modifica del codice dei contratti pubblici.
Alla luce dell’evoluzione del quadro normativo, gli uffici comunali competenti hanno provveduto ad integrare definitivamente la bozza del regolamento dei contratti interno, la cui redazione era stata avviata nel 2024.
La ratio ispiratrice della disciplina interna è quella di declinare nella realtà comunale i principi del risultato, della fiducia, dell’accesso al mercato nonché gli ulteriori principi generali contenuti nel d.lgs. n. 36/2023 e di individuare misure concrete e operative, idonee al perseguimento di tre obiettivi “chiave”: semplificazione, digitalizzazione e tutela dei lavoratori. In via generale, il regolamento comunale intende: 1) assicurare tempestività, efficienza, semplificazione e trasparenza nelle procedure di gara e negli affidamenti diretti; 2) favorire l’utilizzo di strumenti digitali, riducendo tempi e costi a carico dell’Amministrazione e degli operatori economici; 3) garantire un equo accesso al mercato per le micro, piccole e medie imprese; 4) promuovere la sostenibilità ambientale e sociale nelle commesse pubbliche; 5) promuovere e valorizzare l’attivazione di forme di partenariato (co-progettazione) con gli Enti del Terzo Settore in vista del perseguimento di finalità sociali per la collettività territoriale di riferimento.
Tra le principali misure di semplificazione previste si segnalano: una disciplina più celere e snella degli affidamenti diretti e delle procedure negoziate sotto soglia; la riduzione degli oneri documentali richiesti agli operatori economici, privilegiando il ricorso al soccorso istruttorio onde scongiurare esclusioni per meri errori formali; la possibilità di applicare regimi speciali in caso di urgenza o emergenza, evitando inutili appesantimenti burocratici.
L’aspetto più caratterizzante della nuova disciplina interna è l’attenzione rivolta alle tutele lavoristiche, attraverso un rafforzamento delle misure poste a presidio e protezione dei lavoratori, in un costante e doveroso bilanciamento tra libera concorrenza e salvaguardia dei diritti dei lavoratori.
Il nuovo regolamento si compone di 58 articoli, suddivisi in 5 parti: la prima (da 1 a 4) riguarda le disposizioni generali; la seconda (da 5 a 14) riguarda le Disposizioni comuni (applicabili alle procedure sotto e sopra soglia)”; la terza (da 15 a 46) ha per oggetto le “Procedure di affidamento sotto soglia” ed è suddiviso in Capo I (regole generali artt. 15-25), capo II (affidamento diretto artt. 26-32) e capo III (procedura negoziata sotto soglia artt. 33-46); la parte quarta (artt. da 47 a 55) si occupa della stipulazione del contratto (applicabile alle procedure sotto e sopra soglia); infine, la quinta parte (art. da 56 a 58) contiene le disposizioni finali.
Aperto il dibattito, Riccardo Vescovi ha fatto una proposta di integrazione dell’articolo 18 che regola i contratti riservati aggiungendo un secondo comma: “In attuazione e nel rispetto di quanto previsto all’articolo 61 del d.lgs. n. 36/2023 e all’articolo 5, comma 1, della legge regionale n. 2/2024 dell’Umbria, al fine di garantire l’inserimento nel mercato del lavoro delle persone con disabilità o svantaggiate l’Amministrazione si impegna a riservare il diritto di partecipazione alle procedure di affidamento o a riservare l’esecuzione ad operatori economici e a cooperative sociali e loro consorzi il cui scopo principale sia l’integrazione sociale e professionale delle persone con disabilità o svantaggiate, così come individuati dall’articolo 61 del d.lgs. n. 36/2023, ad almeno il venti per cento del valore delle procedure di affidamento da espletare nell’anno solare di riferimento, secondo le modalità attuative che verranno individuate con Regolamento adottato dalla Giunta regionale ai sensi dell’art. 5, comma 2, L.R. n. 2/2024. La percentuale del venti per cento è modulata in base alla natura, all’oggetto e al numero delle procedure medesime”.
In tal modo, ha precisato Vescovi, si attua la normativa regionale e, soprattutto, si usa la leva della domanda pubblica di beni e servizi per favorire l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità e svantaggiate. Acquisiti i necessari pareri dei dirigenti competenti, l’emendamento è stato approvato con 21 voti favorevoli e 8 astensioni.
Leonardo Varasano (Progetto Perugia) ha spiegato che quella della minoranza è un’astensione di significato politico, ma vale come riconoscimento del lavoro di qualità sotteso al regolamento.