Marcia PerugiAssisi, Vittoria Ferdinandi: “Grazie Perugia, non sei mai stata così bella”
La sindaca del capoluogo umbro saluta i partecipanti alla partenza in borgo XX Giugno. Con lei, tra i rappresentanti delle istituzioni, anche il sindaco di Betlemme Maher Nicola Canawati e numerosi primi cittadini d’Italia
“E’ un’immagine stupenda questo mare che difende l’umanità. Grazie Perugia, non sei stata mai così bella”. Così la sindaca Vittoria Ferdinandi ha salutato i numerosi partecipanti alla Marcia PerugiAssisi 2025 in partenza da Borgo XX Giugno.
Presenti con lei anche i componenti della giunta, la presidente del Consiglio comunale Elena Ranfa e numerosi consiglieri.
La prima cittadina ha preso la parola sul palco all’uscita da Porta San Girolamo. Sono intervenuti anche il sindaco di Assisi Valter Stoppini, il sindaco di Betlemme Maher Nicola Canawati, il presidente della Provincia Massimiliano Presciutti, la presidente della Regione Umbria Stefania Proietti, l’arcivescovo di Perugia Ivan Maffeis, il presidente di Legacoop Simone Gamberini, Snizhana Shaluhin (Ucraina), Monicah Malith (Sud Sudan), Lam Magok (Libia) e Cristina Palomba dei Giovani Costruttori di Pace.
“Per me è il primo anno da sindaca alla Marcia della Pace, a cui ho preso parte per la prima volta quando non avevo neanche sei anni – ha esordito la Ferdinandi -. Essere qui in rappresentanza di una istituzione per me significa dirvi, con profonda emozione, grazie per continuare a resistere e a difendere l’umanità e la fraternità di cui la nostra città e l’Umbria sono terre di messaggio”.
“Voglio ringraziare – ha continuato la sindaca – tutte le persone che oggi si sono svegliate all’alba per raggiungerci da ogni parte d’Italia, gli studenti che hanno preparato gli striscioni e i volantini, le scuole e le università per questo che è un grande atto di resistenza alla logica della guerra e della disumanità. Grazie dal profondo a voi giovani, coloro che avevamo condannato alle trincee della solitudine, del virtuale, dell’individualismo. Grazie per essere scesi in piazza in queste settimane a ricordarci che sotto le bombe di Gaza stava morendo anche la nostra coscienza collettiva, ferita dall’immobilismo e dalla rassegnazione. Allora vi dico, dalla marcia fondata da Aldo Capitini, che la pace è troppo importante per lasciare che a occuparsene siano solo i potenti. La pace devono tornare a farla i popoli. I popoli sanno che la pace sono i bambini che vanno a scuola, non le 200 scuole distrutte a Gaza; la pace è dare pane a chi ha fame, non usare la fame come un’arma per la morte. La pace è sapere che, quando il diritto internazionale è ridotto a un optional, ad essere ferito non è solo un popolo, ma le nostre democrazie”.
Ferdinandi ha concluso ringraziando “tutte le sindache e i sindaci d’Italia che hanno scelto di essere qui al nostro fianco. Noi curiamo la vita che è indispensabile a costruire la pace e il futuro dell’umanità”.
Infine, Flavio Lotti, presidente della Fondazione PerugiAssisi per la Cultura della Pace, ha chiesto un minuto di riflessione. “Non possiamo cominciare questa marcia senza chiedere perdono – ha detto -. Non abbiamo fatto il necessario per impedire che morissero tanti bambini. Per questo chiudiamo gli occhi e dedichiamo il nostro pensiero più profondo a tutte le vittime della crudeltà ricordando che a uccidere sono soprattutto la povertà e le ingiustizie”.
L’arrivo ad Assisi della testa del corteo è previsto per le 15.
Sono settantadue gli agenti della polizia locale di Perugia impegnati ad agevolare il transito dei partecipanti alla Marcia con le necessarie chiusure al traffico veicolare e tre motociclisti alla testa del corteo.
In viale Roma e in via Benucci arrivati complessivamente 310 bus.
Lungo il percorso interessato dalla manifestazione fino a Collestrada, in campo per l’assistenza alla popolazione anche 60 volontari di protezione civile, appartenenti al Gruppo Perusia e alle analoghe organizzazioni di Valfabbrica, Città di Castello, Corciano e Cannara, sotto il coordinamento del Centro operativo comunale con sede in strada Santa Lucia.