
Dal Giappone, terra segnata dalla memoria di Hiroshima, la sindaca di Perugia ha lanciato un appello universale: “I Comuni di tutto il mondo devono unirsi e chiedere con una sola voce l’immediato cessate il fuoco, in Ucraina, a Gaza e in ogni luogo dove si combatte. Basta morti innocenti. È tempo di scegliere la vita e fermare la logica delle armi.”
Intervenendo al panel sulla pace all’interno dell’Expo di Osaka, la sindaca – delegata ANCI per la pace – ha ricordato come Hiroshima resti il simbolo assoluto della devastazione, “il punto più basso della storia umana, la prova che la logica delle armi può cancellare in un istante secoli di civiltà”.
Un richiamo forte che si intreccia con l’attualità delle guerre di oggi. “In Ucraina, da oltre due anni, una guerra feroce divora città e villaggi. A Gaza, migliaia di bambini, donne e uomini muoiono non solo sotto le bombe, ma anche di fame, sete e mancanza di cure. E poi ci sono i conflitti dimenticati – in Sudan, nello Yemen, nel Sahel, ad Haiti – guerre invisibili che hanno sempre lo stesso volto: quello dei civili innocenti.”
La sindaca ha sottolineato il ruolo dei Comuni come istituzioni più vicine alle persone, capaci di trasformarsi in una vera “rete di diplomazia dal basso”:
“Vediamo le conseguenze della guerra anche quando avviene lontano, negli occhi dei rifugiati che arrivano nelle nostre città, nelle famiglie che accolgono, nelle comunità che aprono le loro porte. È per questo che abbiamo il dovere di diventare la voce dei popoli, la voce di chi non ha voce.”
Il messaggio è chiaro, la politica internazionale non può più restare prigioniera delle strategie militari e delle ragioni economiche. Non possiamo più tollerare un’epoca segnata dalle immagini di bambini senza futuro, di donne e uomini senza casa, di popoli ridotti alla fame e alla disperazione.
Dall’Expo di Osaka parte dunque un invito concreto, trasformare la memoria di Hiroshima e lo spirito della Marcia Perugia–Assisi in una rete dei Comuni del mondo per la pace, capace di esercitare pressione morale e politica per imporre il silenzio delle armi e costruire percorsi di pace duraturi e inclusivi.
“La pace – ha ribadito la sindaca – non è un’utopia. È la più urgente delle responsabilità politiche e morali, l’unica alternativa concreta al disastro. Non è solo un fine, ma il mezzo stesso della convivenza umana. Scegliere la pace ogni giorno significa scegliere di salvarci insieme, come popoli e come umanità e come diceva Aldo Capitini “Se vuoi la pace, prepara la pace.”