Culla della vita, respinto l’odg di Fdi e Scoccia

Bocciato in Consiglio comunale con 7 voti favorevoli e 20 contrari

date
26 maggio 2025
- Redazione
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Il Consiglio comunale di Perugia, nella seduta del 26 maggio, ha respinto con 7 voti favorevoli e 20 contrari l’odg “Culla della vita di Perugia, ripristino condizioni di funzionalità e avvio campagna informativa del Comune presso le strutture sanitarie del territorio” presentato dai gruppi FdI e Margherita Scoccia.

 

L’atto, illustrato in aula dal consigliere di FdI Nicola Volpi, spiega che la culla per la vita è una struttura che permettere di lasciare, in maniera totalmente protetta, neonati da parte di madri in difficoltà, nel pieno rispetto della privacy di queste ultime. La moderna versione della struttura prevede l’installazione di una serie di dispositivi (riscaldamento, chiusura in sicurezza della botola, un presidio di controllo h24 e una rete con il servizio del soccorso medico), che consentono un facile utilizzo e un pronto intervento per la salvaguardia del bambino. Ad oggi si contano in Italia circa sessanta installazioni; a Perugia se ne può trovare una presso il Centro “Daniele Chianelli”, ma essa necessita di interventi di manutenzione per cui il Movimento per la Vita di Perugia è attivamente impegnato. Secondo i proponenti, l’importanza di garantire questo servizio va di pari passo con la necessità di implementarlo, aumentando le installazioni in altri luoghi di cura o nei consultori e prevedendo campagna informative.

 

Questi gli impegni che erano stati previsti per l’amministrazione:

-affiancare i soggetti titolati affinché sia ripristinata la piena funzionalità della culla della vita di Perugia presso il centro Chianelli;

-mettere in atto una campagna informativa in sinergia con le associazioni di sostegno alla natalità e gli ordini professionali presso le farmacie comunali Afas, sul sito istituzionale e nelle strutture socio-sanitarie (consultori) affinché le donne in attesa, che per i più svariati motivi non possano prendersi cura del nascituro, abbiano chiara la conoscenza di questo servizio totalmente anonimo e sicuro.

-farsi portavoce presso la Regione affinché provveda ad installare presso ogni struttura ospedaliera del territorio una culla per la vita.

 

Aperto il dibattito, Laura Tanci (Anima Perugia) ha ricordato che il Consiglio è stato chiamato a discutere nella stessa seduta due atti sulla Culla della vita – quello di minoranza esposto da Volpi e un altro della maggioranza – solo apparentemente simili perché il punto di partenza è completamente diverso. Da una parte, infatti, la minoranza ha chiesto il solo ripristino della Culla per la vita; dall’altro, l’atto della maggioranza affronta anche un tema complesso, spesso ignorato, cioè l’esigenza di rafforzare l’informazione sul parto in anonimato, diritto sancito dalla legge che consente il parto in ospedale, in totale sicurezza, senza dover dichiarare la propria identità. Tale diritto, tuttavia, è pressoché sconosciuto e ciò può portare a scelte drammatiche spesso compiute nella solitudine, nella paura e nella mancanza di alternative. L’elemento della Culla per la vita – ha insistito Tanci – va dunque inserito in un quadro più ampio, pubblico e regolato, che parta dalla salute della donna, dalla sua libertà di scelta e dal suo diritto a non essere sola: di qui la proposta di un’azione completa di prevenzione, informazione e accompagnamento.

 

Non basta occuparsi del “dopo” – ha affermato la consigliera – se non ci si prende cura del “prima”, e proprio sul “prima” l’amministrazione sta lavorando con diversi servizi a favore delle donne, come il potenziamento del progetto benessere psicologico, i Consultori 2.0, interventi che mettono al centro la persona, la famiglia e la comunità. Negli ultimi anni a livello comunale e nazionale, secondo Tanci, la tendenza è stata invece opposta, con consultori depotenziati, risorse ridotte, équipe multidisciplinari smantellate e contrasto al tentativo di portare l’educazione all’affettività e alla sessualità nelle scuole. Pertanto la maggioranza ha proposta una visione integrata che tuteli al contempo la donna e il neonato, mettendo dunque al centro la libertà e la salute delle donne senza dimenticare il diritto alla vita, alla sicurezza e all’accoglienza del neonato. Di qui il voto contrario sulla proposta della minoranza.

 

Anche Elena Fruganti (FdI) ha fatto un raffronto dei due atti con oggetto simile all’attenzione dell’assise. Le premesse sono differenti – ha rilevato – visto che la maggioranza dà come prioritario il diritto della donna all’autodeterminazione e all’informazione, una serie di fattori che esulano dall’intervento specifico e concreto proposto dalla minoranza. Per la minoranza il diritto alla vita viene prima – ha insistito Fruganti – e su di esso si basano tutti gli altri. La Culla per la vita, strumento di estrema emergenza, a Perugia non è attiva da anni e quindi il Comune poteva impegnarsi a farsi carico di tale questione, mentre la maggioranza ha voluto per forza trovare una divaricazione seguendo un approccio ideologico.

 

Secondo Francesca Pasquino (Pd), entrambi gli atti hanno un approccio ideologico. La consigliera ha definito non condivisibile la narrazione riportata nell’odg in quanto incapace di partire da un assunto riconosciuto dall’ordinamento laico: la difesa dell’autodeterminazione femminile. La differenza fondamentale nei due odg sta quindi nel fatto che da un lato si ripropone un mezzo, la culla per la vita, non previsto da alcuna norma dell’ordinamento, mentre dall’altro si parte da un assunto preliminare: il rispetto delle norme di uno stato laico e di diritto. Il contesto normativo attuale regola solo la possibilità di scelta del parto in anonimato, non ovunque adeguatamente promosso e che garantisce la tutela e la cura necessarie per la donna e per il nascituro. Fertilità e natalità secondo Pasquino sono fenomeni complessi che richiedono politiche efficaci e servizi pubblici adeguati e accessibili, come il ripristino della rete dei consultori, il diritto alla contraccezione gratuita, un sistema che faccia informazione nelle scuole, politiche a sostegno della genitorialità, lotta alla precarietà e alla violenza di genere, ecc.

 

Per Federico De Salvo (Anima Perugia) la minoranza ha parlato di posizioni ideologiche “della maggioranza” ma ha invitato in commissione componenti di determinati movimenti. Mentre la maggioranza riesce a conciliare posizioni cattoliche e laiche, la minoranza parla di Culla della vita in assenza di un discorso più ampio sulla situazione della donna. Il potenziamento delle strutture e dell’informazione sull’autodeterminazione della donna, invece, è la base di una politica matura e moderna.

 

Secondo Edoardo Gentili (FI), malgrado vi sia un intento operativo concreto condiviso da tutti, si sono create barricate per preoccupazioni di tipo elettorale e per non scontentare alcune realtà molto radicali perdendo l’occasione per scrivere insieme una bella pagina per la città.

 

Anche Augusto Peltristo (FI) ha rimarcato che l’intento era solo rimettere in funzione un dispositivo salva-vite.

 

Volpi ha concluso che sul tema non c’è stata volontà di trovare una convergenza perché all’interno della maggioranza convivono sensibilità diverse. Ha anche precisato che il Movimento per la vita è stato invitato in commissione per il ruolo avuto insieme ad altre associazioni nell’istituire lo strumento che si chiedeva di riattivare.

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