E’ stato respinto con 15 contrari, 11 a favore e 2 astenuti l’Ordine del giorno presentato dai gruppi consiliari Idee Persone Perugia, Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e dalla consigliera Cristiana Casaioli del gruppo consiliare Progetto Perugia, avente ad oggetto: “Il nuovo codice della strada rispetti il Piano nazionale per la sicurezza stradale 2030”.
Illustrando l’atto Lucia Maddoli ha ricordato che nell’aprile del 2022 l’Italia approvava il Piano nazionale per la sicurezza stradale (PNSS) 2030, che prevede la riduzione del 50% entro il 2030 delle vittime e dei feriti gravi per incidenti stradali rispetto al 2019 e il loro azzeramento entro il 2050.
Il 28 settembre 2023, invece, il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, ha presentato il disegno di legge “Interventi in materia di sicurezza stradale e delega per la revisione del codice della strada”.
Nel porre l’accento su dati allarmanti che riguardano le vittime in Italia per incidenti stradali, i proponenti spiegano che la prima causa è rappresentata dall’assenza di sicurezza stradale. Tema questo non adeguatamente sviluppato nella citata riforma al Cds le cui criticità sono: limita pesantemente l’autonomia di azione delle amministrazioni comunali; introduce una nuova previsione che subordina le ZTL e le aree a basse emissioni alle esigenze della mobilità automobilistica e dell’economia; non tutela chi è più vulnerabile; usa un approccio repressivo; non interviene sulla prevenzione delle principali cause di collisioni; complica e restringe la possibilità di installare e usare gli autovelox fissi, mobili e in movimento; introduce la possibilità di violare i limiti di velocità anche più volte ricevendo una sola multa ogni ora, anziché una per ogni infrazione; delega al Governo l’assunzione di provvedimento volto a introdurre l’obbligo generale di casco, targa e giubbotto riflettente per le biciclette; delega al Governo la revisione dei limiti di velocità.
Per i proponenti, al contrario, al fine di diminuire la mortalità stradale, serve un approccio scientifico e sistemico, che agisca sulla moderazione della velocità, non solo attraverso i limiti ma anche con controlli e con un ridisegno dello spazio pubblico.
Occorre inoltre realizzare interventi normativi a favore della mobilità attiva e del potenziamento del trasporto pubblico, e agevolare percorsi verso le Città 30, con risorse adeguate che tuttavia il Governo non sta stanziando, diminuendo anzi quelle già previste.
In relazione a ciò gli istanti impegnano l’Amministrazione a intervenire urgentemente, anche attraverso I’ANCI, sia regionale sia nazionale, presso il Governo e il Parlamento affinché:
-siano eliminate dalla riforma del codice della strada e dai successivi decreti legislativi delegati e decreti attuativi le norme in contrasto con il Piano nazionale per la sicurezza stradale (PNSS) 2030 e con il Piano globale per la sicurezza stradale 2021-2030 dell’ONU-OMS;
-siano eliminate dalla riforma del codice della strada e dai successivi decreti legislativi delegati e decreti attuativi le norme che limitano la possibilità dei Comuni di intervenire sulla gestione della mobilità urbana e della viabilità stradale, nel rispetto dell’attribuzione agli stessi delle funzioni amministrative secondo il principio di sussidiarietà prevista dall’articolo 118 della Costituzione;
-siano promossi interventi normativi e finanziari a favore della mobilità attiva e del potenziamento del trasporto pubblico locale, e che agevolino i percorsi verso le Città 30, e vengano individuate con urgenza le risorse previste dal Piano per la realizzazione degli interventi ivi previsti.
“a realizzare un monitoraggio attento e costante dei punti più a rischio per potenziali incidenti stradali nella rete urbana della città”.
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Il capogruppo della Lega Lorenzo Mattioni ha sostenuto che l’odg appare in larga parte strumentale visto che l’approccio del disegno di legge, definito meramente repressivo, in realtà appare improntato al buon senso e, per l’effetto, contiene anche dei punti di merito: pene severe per l’utilizzo del cellulare alla guida, introduzione del dispositivo per coloro che sono stati condannati per guida in stato d’ebbrezza che non consente l’avvio dell’auto se si scopre che il guidatore ha bevuto, ecc.
Ed ancora non vi è nessuna limitazione, come invece denunciato nell’odg, ai poteri dei comuni in ambito di ztl e piste ciclabili perché viene solo rivista la procedura: non più obbligo di seguire le linee guida ministeriali, ma i decreti ministeriali. Evidente invece la tutela delle categorie deboli stante la possibilità, addirittura, di poter accertare alcune violazioni al cds da remoto.
Sugli autovelox il ministero ha lavorato per uniformare i sistemi a livello nazionale affinché l’utilizzo sia finalizzato a salvare effettivamente vite umane e non per fare cassa.
Infine Mattioni ha spiegato che non si può bocciare il disegno di legge perché non contiene una previsione delle zone 30 “tout court”, visto che appare corretto che esse possano essere introdotte solo ove possibile.
Roberta Ricci (Gruppo Misto) ha ricordato una persona che tanto si è battuta per le vittime della strada ossia l’avv. Gianmarco Cesari, presidente dell’osservatorio nazionale vittime della strada. Quest’ultimo si era fatto promotore di una proposta di legge regionale per l’introduzione in Umbria di un registro aggiornato (o piattaforma) degli incidenti e dei feriti sulle strade, utile per aiutare a migliorare le strategie di contrasto ai morti sulla strada mappando le aree più pericolose.
In Umbria ed a livello nazionale purtroppo tali registri non esistono; al contrario un Paese che vuole investire sulla sicurezza deve mettere a disposizione dati concreti e recenti per poter effettuare tutte le valutazioni del caso.
Vista la gravità della situazione, secondo Ricci, occorre intervenire subito, con strumenti adeguati ed una riorganizzazione complessiva del sistema che consenta di fermare il fenomeno delle morti sulle strade. Per farlo servono azioni di varia natura: repressive, controlli più rigidi sui rinnovi delle patenti, investimenti sulla sicurezza stradale, campagne di informazione.
Per Marko Hromis (PD) l’odg formula delle richieste ben precise: rispetto piano nazionale e globale per la sicurezza, non legare le mani ai Comuni, promuovere interventi normativi e finanziari sulla mobilità attiva e sul potenziamento del tpl.
Non ci sono, pertanto, elementi di distanza politica visto che i punti di riferimenti normativi sono insindacabili: Costituzione, piano nazionale e globale per la sicurezza ecc.
Per Hromis, dunque, l’atto è di buon senso chiedendo solo maggiore attenzione sul tema della sicurezza stradale.
Nicola Paciotti (PD) ha ribadito le sue perplessità sulle modifiche proposte nel disegno di legge; tra le principali ha segnalato le restrizioni alla possibilità di installare autovelox, l’accorpamento delle multe ricevute nel giro di una stessa ora, ecc. E’ impensabile per il consigliere approvare intanto le modifiche salvo poi monitorare la situazione circa gli effetti che esse determineranno, perché non si possono fare prove sulla pelle delle persone.
In replica Lucia Maddoli ha confermato che l’atto è finalizzato a salvaguardare la sicurezza ed il benessere delle persone.