La IV commissione consiliare cultura, presieduta da Michele Cesaro, ha trattato nel corso della seduta odierna tre ordini del giorno
E’ stato approvato con i 9 voti a favore della maggioranza, i 4 voti contrari dell’opposizione e l’astensione di Morbello (M5S) l’odg presentato dal consigliere Massimo Pici del gruppo Perugia Civica e dal gruppo Fratelli d’Italia su: “Istituzione di un Centro di Permanenza per il Rimpatrio (CPR) in Umbria e richiesta apertura sedi Consolari non presenti a Perugia dei gruppi clandestini più numerosi, presenti nel nostro territorio”.
Illustrando l’atto Massimo Pici ha ricordato che I Centri di Permanenza per il Rimpatrio (Cpr), sono strutture di accoglienza dove vengono trattenuti i migranti irregolari che non hanno i requisiti per ottenere lo status di rifugiati e devono quindi essere espulsi; tali Cpr sono strumenti indispensabili per trattenere i migranti irregolari che si macchiano di reati gravi, in attesa della loro identificazione ed espulsione.
Nel dicembre del 2016 l’allora Ministro dell’Interno Marco Minniti dichiarava che l’intenzione del Governo era quello «di arrivare all’apertura di un C.I.E (ora denominati C.P.R.) in ogni Regione che possa far fronte all’esigenza di tenere sotto controllo gli irregolari evitando, come spesso è accaduto sinora, di doverli lasciare andare proprio perché non ci sono strutture in grado di trattenerli come invece prevede la legge». Appare chiaro che sono solo degli strumenti di lavoro, che non vanno a sostituire gli altri strumenti che abbiamo a disposizione (controlli, espulsioni etc) ma servono solo per far fronte alla criminalità che si insinua e si nasconde tra le file dei rifugiati, dei richiedenti asilo e dei clandestini.
Attualmente gli irregolari che delinquono in Umbria vengono portati nel Cpr di Trapani o in quelli più vicini, con costi enormi per il trasferimento e con poliziotti sottratti al pattugliamento nelle strade.
La costituzione di un Cpr in ogni regione d’Italia porterebbe grandi benefici come lo svuotamento delle carceri, lo snellimento delle procedure nei processi penali e soprattutto maggiore sicurezza nelle strade dei vari territori
Il Sindacato di Polizia SIULP da tempo si batte per l’istituzione di un Centro di Permanenza per il Rimpatrio a Perugia da 150 posti, per fronteggiare al meglio il problema della sicurezza nel capoluogo. Si potrebbero utilizzare per queste funzionalità uno dei tanti edifici o caserme dismesse all’interno del territorio comunale, opportunamente ristrutturati e messi a norma.
Alla luce di ciò gli istanti propongono di impegnare l’Amministrazione:
-A dare ascolto e seguito alle denunce del Questore di Perugia, sollecitando il Ministero dell’Interno, attraverso la Regione Umbria, ad attuare le misure necessarie alla tutela della sicurezza dei cittadini e delle Forze dell’Ordine e procedere alla istituzione di tali centri in ogni regione, di grandezza variabile in base alle calcolate esigenze;
-Subito dopo a dichiarare pubblicamente ed ufficialmente la disponibilità del Comune di Perugia ad ospitare nel proprio territorio un Centro di permanenza per il rimpatrio e ad individuare a tal fine una struttura idonea per ospitare i migranti irregolari, in attesa di espulsione;
-A sottoporre la questione all’attenzione della giunta regionale e della Presidente della Regione affinché il tema venga affrontato nella Conferenza Stato-Regioni;
-A creare una proficua collaborazione e sinergia con la Regione Umbria affinché si possa -ottenere l’istituzione di un Centro di permanenza per il rimpatrio da 150 posti a Perugia o in un altro comune del territorio.
-Successivamente, in base a ad precisi e rafforzati accordi bilaterali con i Paesi d’origine dei clandestini, sarebbe opportuno creare sedi consolari, di quelle non rappresentate nella nostra città, per facilitare le pratiche di identificazione al fine di procedere alla loro espulsione.
L’assessore Luca Merli ha spiegato che si sta verificando una situazione paradossale: chi commette reati e si trova illegalmente nel nostro Paese gode quasi di una sorta di immunità diplomatica perché vive in una specie di limbo. Questo – dice Merli – non possiamo permettercelo perché la forzata presenza sul territorio di tali soggetti diventa pericolosa.
L’assessore ha quindi accolto con favore la proposta contenuta nell’odg impegnandosi a favorire un’apposita interlocuzione in tal senso con i soggetti competenti ritenendo l’operazione necessaria.
Il dott. Roberto Roscioli funzionario di polizia e dirigente sindacale Siulp ha rappresentato l’esperienza professionale effettuata in merito all’operazione di contrasto contro la folta presenza di tanti clandestini dediti da tempo sul territorio allo spaccio di sostanze stupefacenti.
I malavitosi – spiega Roscioli – vivevano i periodi di carcerazione di buon grado in quanto non comportavano l’espulsione dal Paese; cosa diversa l’inserimento nei Cie, che rappresentava per tali soggetti l’anticamera per il rimpatrio.
Il dott.. Lorenzo Brunetti, ha raccontato la sua esperienza nel ruolo di operatore della sicurezza, ma anche di residente in piazza del Bacio, confermando la mancanza di paura dei malavitosi nei confronti di eventuali arresti. Il solo timore dei clandestini invece era ed è quello del rimpatrio, ritenuto da Brunetti unica soluzione per liberare il territorio dai fenomeni dello spaccio e reati connessi. Per tale ragione Brunetti ha condiviso appieno la proposta contenuta nell’odg di istituzione in Umbria di un cpr.
Giuliano Giubilei ha concordato sul fatto che la soluzione più temuta dai clandestini sia quella del rimpatrio. Tuttavia ha sostenuto che la proposta contenuta nell’odg non sta in piedi perché, innanzitutto, il Comune non ha alcuna competenza in materia essendo la misura di competenza del Ministero dell’Interno. Stupisce, quindi, che si proponga di istituire un cpr sul territorio in quanto potrebbe determinare disordine sociale e forti proteste da parte della popolazione. Anche sulla proposta di istituire una sede consolare Giubilei ha manifestato perplessità ritenendola impraticabile.
La consigliera Lucia Maddoli (IPP) ha concordato con Giubilei ritenendo che l’atto non sia condivisibile, in primis perché la soluzione non è di competenza del Comune ma solo del Ministero dell’Interno. Nel merito Maddoli ha manifestato perplessità per i Cpr, rivelatisi nel passato luoghi ricchi di criticità e sede di disordini sociali.
Maddoli ha poi rilevato nell’atto una sorta di confusione tra strumenti amministrativi (inserimento nel cpr) e sanzioni penali, comminate dall’Autorità giudiziaria in seguito alla commissione di reati.
Per la consigliera peraltro non deve passare il messaggio, insito nell’odg, che il clandestino sia automaticamente un criminale, trattandosi di una equazione non condivisibile.
Infine per Maddoli desta perplessità l’affermazione secondo cui l’istituzione di un cpr rappresenterebbe per il territorio un beneficio in termini di sicurezza, essendo emerso nell’esperienza italiana esattamente il contrario.
Ciò che si dovrebbe fare per combattere il fenomeno, secondo Maddoli, è revisionare le leggi sull’immigrazione e procedere alla regolarizzazione di tanti soggetti che avrebbero titolo per risiedere nel nostro Paese, nonché implementare le politiche sociali di inclusione.
Il capogruppo della Lega Lorenzo Mattioni ha detto di accettare ma di non condividere l’approccio ideologico dell’opposizione sul tema. Ha ritenuto invece di accettare meno l’affermazione secondo cui l’atto non sarebbe di competenza dell’Ente.
Nel merito Mattioni ha condiviso appieno l’impostazione data da Pici alla proposta preannunciando il piano appoggio del suo gruppo all’odg.
Per Nicola Paciotti (PD) manca nell’atto un approccio sistemico al fenomeno, visto che la proposta appare limitante e non in grado di risolvere il problema dello spaccio di sostanze stupefacenti alla radice. Ed infatti quanto richiesto incide solo sulla bassa manovalanza ma non sui gestori dell’organizzazione malavitosa. Inoltre nell’atto manca la valutazione della materia dal punto di vista culturale.
Fabrizio Croce (IPP), nel condividere la posizione della collega Maddoli, ha sostenuto che il tema non è di competenza del Comune, i cui compiti sono di altro genere. Secondo Croce, peraltro, la materia non può essere affrontata solo con riferimento al ruolo degli spacciatori, limitati di numero, dovendosi incidere soprattutto sui consumatori, molto più numerosi: servirebbe quindi una incisiva campagna di sensibilizzazione e di informazione, partendo dalle scuole, nonché una forte attività di verifica nei confronti dei nostri concittadini conniventi con la realtà della delinquenza.
In replica Massimo Pici ha invitato l’opposizione a mettersi nei panni degli operatori delle forze dell’ordine e dei cittadini residenti nei luoghi dello spaccio e della malavita. Secondo Pici non si possono giustificare in alcun modo i soggetti che delinquono ed i cpr rappresentano l’unico strumento utile per combattere il fenomeno. Ovviamente Pici ha respinto in modo fermo di aver utilizzato l’equazione clandestino uguale delinquente, in quanto ciò non corrisponde al vero. Quindi per il primo firmatario dell’odg la proposta contenuta nell’atto rimane valida non essendo corretto che i disordini sociali vengano scaricati sulle spalle della popolazione, dovendosi preferire la limitazione del problema all’interno di strutture riservate come sono i cpr.
Successivamente è stato discusso l’Ordine del giorno presentato dalla consigliera Francesca Vittoria Renda del gruppo Blu: “Contrasto alla violenza sulle donne”.
Riferisce Renda che quello della violenza sulle donne è un tema di grande attualità e ormai sempre da più tempo al centro del dibattito pubblico. Pertanto in considerazione della sua crescente diffusione una seria e incisiva azione di contrasto nei suoi confronti non è ulteriormente procrastinabile.
Il fenomeno della violenza di genere assume diverse connotazioni non consistendo soltanto nell’aggressione fisica di un uomo nei confronti di una donna ma includendo anche vessazioni psicologiche, ricatti economici, minacce, persecuzioni, potendo sfociare nella forma grave dello stupro o nella sua forma più estrema e cruenta del femminicidio.
I dati confermano la gravità della situazione, peggiorata peraltro nel corso dei numerosi lockdown dovuti alla pandemia in atto nel mondo ed in Italia.
Anche in Umbria quello della violenza sulle donne rappresenta un fenomeno molto significativo e come rilevato dalla Commissione parlamentare d’inchiesta istituita presso il Senato della Repubblica è la nostra regione quella col piu’ alto tasso di vittime in rapporto alla popolazione femminile con violenze di genere che in oltre il 70% dei casi sono da attribuire a mariti, fidanzati ed ex partner;.
Un decisivo aiuto alla sensibilizzazione su questa importante e fondamentale battaglia sociale può essere fornito da tutto il mondo dell’audiovisivo: proprio in considerazione dell’importanza di tale ruolo è opportuno favorire e stimolare iniziative da parte dei lavoratori del cinema del nostro territorio regionale e delle produzioni cinematografiche e televisive in esso presenti, affinché si adoperino per realizzare corti, spot, video musicali, film per sensibilizzare maggiormente la popolazione nei confronti di questo fenomeno e contribuire in tale modo a debellare questa piaga.
In ragione di ciò Renda nel dispositivo propone di impegnare l’Amministrazione:
-a far sì che l’amministrazione comunale di Perugia, già parte attiva nel contrasto al fenomeno della violenza nei confronti delle donne, diventi promotrice di campagne di sensibilizzazione audiovisive che abbiano come scopo quello di portare alla luce tale tematica;
-a farsi promotori dell’istituzione all’interno della costituenda Umbria Film Commission di una sezione dedicata all’audiovisivo sul tema della violenza di genere che contribuisca ad affermare un modello di donna indipendente, evoluta, attiva e che costituisce un motore imprescindibile per lo sviluppo della società;
-a diffondere anche in ambito scolastico tramite prodotti legati al mondo dell’audiovisivo una corretta educazione in relazione al tema del contrasto alla violenza sulle donne favorendo iniziative nelle quali i medesimi istituti scolastici diventino destinatari e soggetti attivi nella diffusione di messaggi positivi nel contrastare il fenomeno della violenza di genere.
Unitamente a quello di Renda è stato discusso anche l’ordine del giorno presentato dal gruppo Movimento 5 Stelle:” Richiesta installazione di panchine rosse per la sensibilizzazione contro la violenza sulle donne”.
Dopo aver posto l’accento sui gravi dati che emergono in merito al fenomeno della violenza sulle donne, la capogruppo M5S Francesca Tizi ha riferito che nel 2014 nasce la campagna di sensibilizzazione al contrasto alla violenza sulle donne Le panchine rosse, come evoluzione dell’iniziativa nazionale “scarpe rosse”. In sostanza in tante città italiane sono state dipinte di rosso panchine in luoghi cittadini di incontro in quanto Le panchine rosse è ormai divenuto, ad un tempo, simbolo della non violenza e monumento civile.
Le panchine rosse è un simbolo che invita chi dovesse passarvi accanto a fermarsi, a riflettere e, quindi, a non dimenticare, a mantenere alta l’allerta perché la panchina rossa è idealmente occupata da una presenza invisibile, la presenza delle tante donne che hanno perso la vita, delle tante donne vittime di violenza
Dipingere di rosso panchine dislocate nelle diverse zone della città è un’iniziativa di facile realizzazione e di modesta spesa, ma di grande significato in termini di memoria e sensibilizzazione. Là dove è possibile, sarà importante coinvolgere i ragazzi delle scuole e dell’Università, dei Centri diurni e di Associazioni Culturali in un percorso di sensibilizzazione sul tema.
In considerazione di ciò il M5S impegna l’Amministrazione a dipingere, anche con il coinvolgimento nel progetto di giovani, studenti, associazioni e gruppi politici, nei parchi cittadini, a cominciare da quelli di maggiore frequentazione, una delle panchine già esistenti con il colore rosso, nonché ad istallare, in alcuni punti di passaggio pedonale, panchine di colore rosso per mantenere un faro acceso sul drammatico problema della violenza sulle donne e per non dimenticarne le vittime.
Aprendo il dibattito sui due odg l’assessore Edi Cicchi ha manifestato condivisione per le proposte che sono in linea con l’attività che il Comune di Perugia sta portando avanti sostenendo le donne vittime di violenza.
Sul tema della sensibilizzazione (odg Renda) Cicchi ha riferito di essere in contatto con alcuni giovani talentuosi che hanno proposto alcuni interessanti spot sul tema in via di realizzazione.
Lo stesso dicasi per le panchine rosse (Tizi): già sono stati effettuati – ha detto Cicchi – alcuni passaggi con l’assessore Numerini e l’ufficio aree verdi al fine di valutare l’ipotesi di effettuare una sorta di concorso tra le associazioni che gestiscono le aree verdi. L’obiettivo è far dipingere loro ed adornare le panchine premiando quelle che risulteranno più belle.
Ci si attende un’adesione massiccia perché ciò significherebbe realizzare una significativa opera di sensibilizzazione.
Tanti gli ospiti presenti: la dott.ssa Maria Rosi di Umbria film commission, la dott.ssa Elena Tiracorrendo esperta di politiche di genere, l’avv. Caterina Grechi Presidente Centro Pari Opportunità, hanno manifestato massima disponibilità a collaborare sulle proposte e sul tema in generale, ponendo l’accento sull’importanza di fare rete. Ciò in quanto il fenomeno è ancora in forte espansione soprattutto a seguito del lungo periodo di lockdown. Per le ospiti occorre effettuare il massimo sforzo da parte di tutti i soggetti coinvolti per contrastare a fondo quello che si manifesta come un vero e proprio dramma.
Il dibattito sui due odg è stato quindi rinviato alla prossima settimana onde poter audire ulteriori ospiti e per poter unificare i due odg creandone uno unico.