Il raccordo autostradale Perugia-Bettolle e la E45 sono percorsi – in ogni direzione – da 200mila veicoli leggeri e da 14mila mezzi pesanti, tra questi ultimi 6mila in attraversamento. Questi sono i dati indicati nell’Ordine del giorno discusso oggi in Consiglio comunale: dati presi dal Piano regionale dei trasporti 2014/2024.
Con questi numeri, a mio avviso, è chiaro che il problema non è solo la coda tra Collestrada e Ponte San Giovanni e, sopra ogni cosa, è evidente che con 14 mila camion, e di questi ben il 43% in attraversamento, il problema non si risolve con misure che attengono al trasporto urbano. Sostenere che si possano allontanare da Perugia 14mila TIR, di cui 6mila in attraversamento (quindi non diretti a Perugia) migliorando il trasporto pubblico urbano è francamente risibile.
È talmente tanto evidente che venerdì scorso, per un tamponamento in direzione Ponte San Giovanni, subito dopo l’ultima galleria di Piscille, si è formata la coda fino allo stadio.
L’eccessiva concentrazione di traffico pesante non è più tollerabile e costituisce un costante pericolo per la sicurezza: gli incidenti sono troppo frequenti.
Per allontanare i 14mila mezzi pesanti che ogni giorno sfiorano Ponte San Giovanni e Perugia la soluzione è solo una: realizzare tutta l’infrastruttura denominata “Nodo di Perugia” e con quattro corsie. Altrettanto chiaro è il fatto che il cosiddetto “Nodino” rappresenta il primo stralcio del “Nodo”, senza il “Nodino” non avremo mai il “Nodo”. È anche evidente che il progetto va aggiornato. Un’ovvietà sulla quale è sciocco soffermarsi, anche perché sarà necessaria la VAS.
L’infrastruttura “Nodo di Perugia”, da ammodernare in base alle attuali esigenze di tutela del territorio, sarà un’opera utilizzata da decine di migliaia di utenti ogni giorno, automobilisti che finalmente potranno viaggiare in tutta sicurezza.
Altrettanto importante è la condivisione e la partecipazione, pertanto, ancora una volta, come ho già fatto in Commissione, ho chiesto un Consiglio Aperto sul tema per sentire Associazioni e Categorie produttive.
Al riguardo ho ricordato che Confindustria Perugia si è già pronunciata a favore del “Nodino”, quale primo stralcio del “Nodo”: un’opera di fondamentale importanza per lo sviluppo economico della nostra Città.
Il Recovery Plan libererà molte risorse anche a vantaggio di opere che non vi rientreranno direttamente.
Dei 25 miliardi previsti per le infrastrutture, solo 1,5 sono destinati al Centro Italia, quindi, è importante mettere subito sul tavolo progetti per intercettare almeno le risorse statali che saranno liberate, in difetto, non si farà nulla per i prossimi 50 anni.
Perdere tempo significherà non fare nulla.
Ricordiamoci sempre che noi siamo quello che siamo in grado di fare. Noi siamo quello che facciamo.
Per queste ragioni, insieme al “Nodino” prima e al “Nodo” dopo, Perugia dovrà pretendere l’Alta Velocità, in modo particolare verso e da Milano, per uscire così dall’isolamento e rilanciare turismo e commercio.
La tutela dell’Ambiente è stata sempre al centro della mia azione politica, ma questa sensibilità non mi rende miope: Perugia ha bisogno dell’infrastruttura denominata “Nodo” e il “Nodino” è il primo passo.
Comprendo il disagio di chi dovrà subire – direttamente o indirettamente – l’infrastruttura, ma prima di tutto vengono gli interessi di Perugia e Perugia ha bisogno di opere pubbliche a vantaggio della collettività, non di ulteriore cementificazione per centri commerciali a vantaggio di pochi.
È questa la grande distinzione che va fatta.
Il mio SI non mancherà per le necessarie opere pubbliche a vantaggio di tutti, mentre ci sarà sempre un NO per la cementificazione a vantaggio di pochi.
Un altro paradosso che ho sentito è quello di chi si oppone al “Nodino” per scrupoli ambientali e allo stesso tempo propone di potenziare – che significa allargare – le strade provinciali.
Il danno provocato dal consumo di suolo per allargare centinaia di chilometri di strade provinciali sarebbe maggiore di una manciata di chilometri del “Nodino” che, tra l’altro, sarà gran parte in galleria.
Viene il sospetto che si vogliano potenziare le strade provinciali per rendere appetibili i terreni limitrofi per altri capannoni e centri commerciali di cui non abbiamo bisogno.
Non dobbiamo farci prendere dalla sindrome NIMBY “Non nel mio cortile”: dire che vanno potenziate le strade provinciali (che comportano un consumo di suolo notevolmente superiore al “Nodino”) significa che si vuole solo realizzare l’opera pubblica quanto più possibile lontano da casa propria.
Infine, mi preme rimarcare che il progetto dovrà assicurare la massima tutela dell’ambiente ed essere condiviso attraverso veri processi partecipativi per accogliere le migliori proposte del territorio.
Dovranno essere previste anche forme straordinarie di compensazione per i pochi che subiranno un decremento del loro patrimonio a vantaggio della collettività.
Per queste ragioni sul tema ho rinnovato la richiesta di un Consiglio aperto.
In conclusione, in Consiglio comunale, come ho fatto in Commissione, ho confermato la mia astensione perché sono a favore della partecipazione e della condivisione, ma non sono d’accordo con la narrazione che si vuol far passare contro il “Nodino”, che chiaramente rappresenta il primo stralcio del “Nodo di Perugia”.