Centri antiviolenza, un lavoro determinante: ecco i dati aggiornati

Il punto sulla situazione in conferenza stampa

date
24 novembre 2025
- Redazione
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Si è svolta questa mattina, lunedì 24 novembre, presso la sala della Vaccara di palazzo dei Priori, la conferenza stampa per fare il punto sulle progettualità e sui dati relativi al lavoro svolto dal Centro Antiviolenza di Perugia.

Hanno partecipato all’incontro Vittoria Ferdinandi, sindaca di Perugia, Costanza Spera, assessora alle politiche sociali del Comune di Perugia, Maurita Lombardi, presidente di Libera…mente Donna, Roberta Migliarini, dirigente dell’Area Servizi alla Persona del Comune di Perugia.

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In occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne (25 novembre), ha spiegato l’assessora Costanza Spera, si è deciso di organizzare questa conferenza stampa per fare il punto sulla situazione dei CAV e riflettere sulla loro evoluzione.

Alle porte – ha continuato – c’è una giornata importante, nata con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica su un fenomeno i cui numeri sono in costante crescita, come testimoniano i dati relativi alle chiamate al 1522. Dunque il 25 novembre rappresenta un momento di informazione e di confronto fondamentale, una tappa di una battaglia nella quale tutti, enti, associazioni del terzo settore e cittadini, devono essere coinvolti.

La violenza maschile sulle donne è un fenomeno che riguarda strutturalmente la nostra società, dove, purtroppo, è ancora drammaticamente presente la disparità di genere; ciò significa che su questo tema c’è ancora un lavoro immenso da fare, focalizzando l’attenzione più che su un’emergenza su un fenomeno strutturale.

Proprio in ragione di ciò l’Amministrazione in questa prima parte di mandato ha scelto di investire sul contrasto alla violenza di genere, aumentando la sua quota di risorse nel CAV, lavorando con i consultori e su un progetto volto a sviluppare corsi per l’affettività e la sessualità nelle scuole. Ciò perché la violenza sulle donne è un fenomeno di natura socio-culturale che va affrontato fin dai primi anni di età dei bambini e bambine.

In chiusura di intervento Spera ha inteso ringraziare chi giornalmente lavora sul territorio (associazioni ecc.) contribuendo a creare quella rete determinante per arginare un fenomeno che ha come conseguenza primaria l’arretramento della società.

Nell’illustrare i dati sotto-riportati, Maurita Lombardi ha espresso l’auspicio che il report dell’attività svolta dai CAV sia anche viatico per ampliarla in futuro. Dal 2014 – ha detto – sono stati sviluppati servizi in partnership sociale tra associazione Liberamente donna e gli enti, tra cui Comune di Perugia e Regione. Ciò ha consentito di creare un sistema integrato antiviolenza, mai esistito in precedenza, nato dalla progettazione comune e dalla volontà di favorire l’emersione. Ciò perché dove sono presenti servizi, lì si registra maggiore emersione.

Per contrastare il fenomeno – ha convenuto – serve un approccio multidisciplinare che richiede competenze specifiche parametrate ai reali bisogni delle donne vittime di violenza con predisposizione di progetti individuali. Per Lombardi si parla, di fatto, di servizi essenziali che puntano sì all’accoglienza, ma soprattutto alla prevenzione ed al cambiamento culturale.

Un cambiamento possibile solo a patto di investire sulle risorse umane e sostanziali, partendo dai CAV che devono diventare sempre più luoghi di rinascita e di passaggio verso l’autonomia della donna.

La sindaca Vittoria Ferdinandi, rivolgendosi alle altre relatrici presenti in sala, ha parlato di tavolo urgente, prezioso e necessario soprattutto in tempi difficili come quelli che stiamo vivendo. Ben venga dunque anche la celebrazione del 25 novembre con eventi che servono per dare voce a chi svolge giornalmente un ruolo fondamentale nella battaglia volta al contrasto alla violenza di genere.

Il compito del Comune in tutto ciò è di accompagnare il protagonismo delle associazioni, come Liberamente donna, che operano nel settore con passione ed impegno.

Uno dei mandati che sento più forte – ha riconosciuto Ferdinandi – è proteggere le donne e lavorare nell’ambito di una rete per cambiare la cultura e la mentalità ancora oggi diffuse nella nostra società.

Per capire l’importanza dell’informazione e della sensibilizzazione, la sindaca ha spiegato che in questi giorni in cui si celebra la giornata contro la violenza sulle donne aumentano in misura esponenziale le richieste di aiuto ai centri antiviolenza ed ai numeri dedicati.

Ciò fa comprendere quanto sia endemica la violenza nella nostra società, ma anche quanto sia determinante la “voce” del sociale per far acquisire alle donne consapevolezza della violenza subita.

La voce del collettivo, dunque, è ancora oggi necessaria dovendo le donne attraversare “la cortina” di ferro di un sistema, giudiziario e non, che invece di tutelarle le colpevolizza.

In tale contesto i CAV non sono soltanto i primi presidi per l’accoglienza delle donne, ma luoghi dove strutturare l’emancipazione ed il riscatto.

Nell’esprimere perplessità per il piano nazionale antiviolenza, che individua i CAV come meri centri per servizi, la sindaca ha sostenuto che servono tavoli permanenti nonché azioni volte ad accorciare la filiera di gestione delle risorse (ad esempio il reddito di libertà) per dare risposte pronte ed immediate a tutte le richiedenti e non solo ad una percentuale limitata (meno del 50%) come avviene ora.

La violenza, quindi, è una questione culturale complessa che chiama tutti gli attori ad una forte azione di destrutturazione del sistema diffuso.

Nell’annunciare l’avvio di una campagna nazionale Anci sul tema, che partirà da Perugia, Ferdinandi ha concluso dicendo che “non siamo più disposti a volgere lo sguardo sul un fenomeno che ha a che vedere con la credibilità della nostra democrazia, perché la violenza di genere è un evento che mette in pericolo la coesione sociale e lo sviluppo della comunità”.

Chiudendo l’incontro la dott.ssa Roberta Migliarini ha ricordato che il viaggio del Comune di Perugia nei CAV e nell’attività volta a contrastare la violenza sulle donne nasce fin dal 2011, quando si scelse di trasformare un’opzione (riserva di posti di edilizia popolare alle vittime di violenza) in un dovere. In questi anni il sistema è molto cambiato, anche se resta aperto il problema delle risorse “annuali” che rendono impossibile la programmazione da parte del Comune.

In ogni caso Migliarini ha voluto rimarcare che il Comune in questo settore è all’avanguardia a livello nazionale, avendo scelto di instaurare un rapporto coi CAV ed i loro gestori in termini di co-programmazione e co-progettazione, quest’ultima articolata su sette azioni. Ciò al fine di intercettare maggiori fondi ma anche di confrontarsi per comprendere gli aspetti da migliorare.

In senso generale si tratta di una materia fondamentale per la tenuta della società cui Perugia ha scelto di riservare massima attenzione.

I DATI

Al 6 novembre 2025 sono state 152 le donne accolte presso il Centro Anti Violenza (CAV) Doriana Bellini di Perugia. Per 73 c’è stata prosecuzione del percorso. Le donne ospiti sono 7, i minori 9. Numerosi i colloqui effettuati (ben 1794), mentre i consigli legali sono stati 185.

Sono 3 le donne che sono state parte di protocolli d’intesa, 4, invece, sono state coinvolte nelle procedure Inps, 5 quelle che hanno usufruito del reddito di libertà.

Per ciò che concerne l’attività della casa rifugio-emergenza urgenza di Perugia, i dati certificano che sono state 20 le donne ospitate, insieme a 9 minori.

Altro elemento determinante è rappresentato dal servizio denominato “telefono donna”; sotto quest’ultimo punto di vista sono state 62 le donne accolte nel 2025, 20 quelle che hanno proseguito il percorso. I colloqui risultano pari a 537, mentre i consigli legali sono stati 19. Infine 3 sono stati i consigli di tipo psicologico, mentre 5 sono state le donne coinvolte nel progetto “empowerment”.

I dati complessivi dei servizi erogati nel Comune di Perugia per l’anno 2025 evidenziano che le donne accolte sono state nel totale 307 (225 dal Cav, 82 da telefono donna), 27 le ospiti (20 casa rifugio, 7 dal Cav), 18 i minori ospiti (9 Cav, 9 casa rifugio), 2331 i colloqui (1794 dal Cav, 537 da Telefono Donna), 204 i consigli legali (185 Cav, 19 Telefono donna), 3 i consigli psicologici (tutti telefono donna).

Nel 2024 i servizi erogati nel Comune di Perugia avevano, invece, fatto registrare questi numeri: 186 donne accolte (122 Cav, 64 telefono donna), 36 le donne ospiti (10 Cav, 26 casa rifugio), 27 i minori ospiti (11 Cav, 16 casa rifugio), 1205 i colloqui (782 Cav, 423 telefono donna), 90 i consigli legali (telefono donna), 6 i consigli psicologici (telefono donna),

13 le donne che hanno usufruito dell’empowerment 2024

Il confronto tra i due anni di esercizio evidenzia che aumenta il numero delle donne accolte (+121), mentre decrescono le donne ospiti (-9) ed i minori ospiti (-9). Crescono, invece, i colloqui effettuati (+1126), i consigli legali (+114), mentre diminuisco i consigli psicologici (-3).

Ecco, infine, i dati complessivi dei servizi offerti negli ultimi anni.

Per ciò che concerne il Cav dal 2014 al 2025 le donne accolte sono state 2600: il numero maggio nel 2018 (390), mentre nell’anno di avvio erano 100.

Le donne ospiti complessivamente sono state 210, con numero maggiore nel 2017 (26). Nel 2014 erano 13.

I minori ospiti dal 2014 ad oggi sono stati 224, con numero maggiore nel 2018 (29), mentre nel 2014 erano 17.

Per ciò che concerne Telefono Donna dal novembre 2018 al 2025 sono state accolte 858 donne, con numero massimo nel 2020 (207).

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