Approvato l’odg della maggioranza su parto in anonimato e ripristino della Culla per la vita

L’atto passa in Consiglio comunale con 18 voti favorevoli e 5 astensioni

date
26 maggio 2025
- Redazione
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Approvato con 18 voti favorevoli e 5 astensioni l’odg della maggioranza avente ad oggetto “parto in anonimato e ripristino della culla per la vita”.

 

La normativa italiana – si ricorda nell’atto, illustrato in aula da Riccardo Vescovi (Anima Perugia) – prevede il parto in anonimato, consentendo alle madri di partorire in ospedale senza essere identificate e di lasciare il neonato alle cure dello Stato (legge n. 149/2001 e Dpr n. 396/2000). Lo Stato – sottolineano i proponenti – garantisce il diritto all’informazione per ogni donna, la quale può ottenere assistenza psicologica e sanitaria prima del parto, durante il parto e dopo il parto, unitamente a ogni indicazione che possa prospettare soluzioni attuabili sia nel senso del riconoscimento sia nel senso dell’interruzione volontaria di gravidanza, nonché del non riconoscimento (diritto a partorire nel più assoluto anonimato e di non riconoscere il nascituro); la donna ha inoltre diritto ad essere informata, in caso di incertezza sulla scelta da operare, sulla possibilità di usufruire di un ulteriore periodo di riflessione dopo il parto (60 giorni). L’ordinamento italiano garantisce inoltre il diritto al segreto del parto, in cui viene assicurata assoluta segretezza, da parte di tutti i servizi sanitari e sociali coinvolti, alla madre che decide di non riconoscere il nato, e consente alla madre stessa di non essere nominata nell’atto di nascita.

Nell’ambito dell’applicazione del principio di libera autodeterminazione, le culle per la vita rappresentano uno strumento complementare e sussidiario per quei casi in cui la madre non riesce o non vuole recarsi in ospedale, offrendo un’alternativa rispettosa dell’anonimato.

La Culla per la vita, nel dettaglio, è concepita per permettere di lasciare i neonati da parte delle madri in difficoltà nel pieno rispetto della sicurezza del bambino e della privacy. In luogo facilmente raggiungibile, garantisce l’anonimato della madre ed è dotata di dispositivi (riscaldamento, chiusura in sicurezza, presidio di controllo h 24 e rete con il servizio di soccorso medico) per un facile utilizzo e un pronto intervento a salvaguardia del bambino.

La Culla per la Vita di Perugia fu installata nel 2014 grazie alla collaborazione tra il Comune di Perugia e varie associazioni di volontariato e promozione sociale del territorio. Era dotata di dispositivi tecnologici avanzati per garantire la sicurezza del neonato, tra cui un sistema di riscaldamento, la chiusura automatica in sicurezza della botola e un allarme immediato collegato con il reparto di neonatologia. Oggi è in disuso mentre in Umbria sono attive quelle di Terni e Città di Castello.

In ragione di ciò gli istanti impegnano l’amministrazione a:

-promuovere, in collaborazione con Usl Umbria 1 e Afas campagne di informazione sul parto in anonimato, con particolare riferimento a tutti i presidi sanitari in cui è presente un punto nascita o un consultorio familiare, nell’ottica di favorire l’adesione delle donne potenzialmente interessate agli interventi socio-sanitari in ordine al riconoscimento o non riconoscimento dei nati e al segreto al parto;

-valutare di implementare nei consultori la presenza di team interdisciplinari che comprendono professioniste/i sanitari per fornire tutto il supporto e l’assistenza necessari per una scelta libera e autonoma da parte della donna in merito alla gravidanza in corso;

-previa opportuna istruttoria e in collaborazione con gli enti pubblici competenti in materia sanitaria, ripristinare sul territorio comunale la Culla per la Vita, sensibilizzando la cittadinanza sul tema, favorendone la conoscenza.

 

L’atto, come sottolineato da Vescovi, è in gran parte dedicato alla promozione del parto in anonimato, istituto previsto dalla legge. Tuttavia, in casi estremi, anche il parto in anonimato può risultare di fatto non accessibile, pertanto si chiede la riattivazione della Culla per la vita di Perugia, uno strumento di ultima istanza che non deve diventare terreno di battaglia ideologica né essere usato a fini propagandistici. Per questo la gestione della Culla dovrebbe restare in capo alle istituzioni pubbliche in collaborazione con la sanità pubblica (coerentemente con tale proposito gli impegni originari, in particolare il terzo, sono stati emendati).

 

Per Fabrizio Ferranti (Perugia per la sanità pubblica) l’odg sintetizza tematiche molto complesse senza ragionare per compartimenti stagni, tenendo insieme i diritti delle donne e dei neonati. Il ripristino della Culla è uno strumento sussidiario e residuale quando tutte le altre strade non siano percorribili. Chi parla solo di diritto alla vita senza parlare anche di maternità consapevole, salute mentale, consultori e diritto all’informazione rischia, per il consigliere, di lasciare sole quelle donne e madri che si vorrebbero aiutare.

 

Edoardo Gentili (FI) ha ribadito l’amarezza per la mancata ricerca di una convergenza delle posizioni.

 

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