Aggressioni al personale sanitario, Ferranti e Phellas intervengono ancora sul tema

Comunicato dei due consiglieri dei gruppi Perugia per la Sanità Pubblica e Partito Democratico in risposta a una nota della minoranza

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21 gennaio 2025
- Redazione
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I consiglieri comunali di Perugia Fabrizio Ferranti (Perugia per la Sanità Pubblica) e Federico Maria Phellas (Partito Democratico) intervengono con un comunicato in risposta a una nota della minoranza in relazione all’ordine del giorno sul contrasto alle aggressioni al personale sanitario.

“Nel corso della seduta del Consiglio comunale dell’8 gennaio, durante la discussione dell’ordine del giorno relativo al contrasto alle aggressioni al personale sanitario, la maggioranza ha espresso una posizione articolata, complessa e sostenuta dalle opinioni degli esperti, rispetto a quella recepita da una parte della minoranza. Quest’ultima, infatti, accusa di aver voluto ricondurre – sic et simpliciter – il fenomeno delle aggressioni a una mera relazione di causa-effetto con le problematiche organizzative del sistema sanitario.

Già in Commissione IV si è avuto modo di evidenziare come il tema delle aggressioni al personale sanitario presenti molteplici sfaccettature, distinguendo anche tra violenza gratuita e violenza legata a mancanze organizzative. Lungi dal giustificare qualsiasi atto violento, constatiamo che la disorganizzazione del sistema sanitario, invece di fornire un luogo di lavoro e di cura equilibrati, contribuisce all’aumento dello stress nell’utenza e nel personale sanitario.

Alcuni dati a sostegno della tesi: quasi 4,5 milioni di persone nel 2023 hanno rinunciato alle cure, di cui 2,5 milioni per motivi economici; la migrazione sanitaria in atto nella nostra regione e i disagi quotidiani sui tempi di attesa e sui pronto soccorso affollati dimostrano la grande difficoltà in cui versa il SSN (dati GIMBE).

Tale correlazione non intende in alcun modo giustificare comportamenti aggressivi né, come sostenuto dall’opposizione, sminuire il lavoro del personale sanitario, che opera con dedizione e professionalità. Anzi a nostro avviso mette sul tavolo degli spunti di riflessione affinché si ponga la giusta attenzione sul nostro SSN e sulle criticità presenti, che unitamente ad un maggior controllo da parte delle forze dell’ordine e all’aumento delle pene per chi commette violenza sui sanitari possa mitigare il problema descritto. Si precisa, inoltre, che il Decreto Legge 137/2024, che prevede un inasprimento delle pene per chi aggredisce il personale sanitario, non è mai stato oggetto di critiche da parte della maggioranza.

Tuttavia, è fondamentale affrontare il problema in modo strutturale, analizzando le cause e le reali motivazioni alla base di ogni tipologia di violenza al fine di adottare misure preventive efficaci che non puntino unicamente alle sanzioni ma che sviluppino politiche specifiche per migliorare le criticità presenti.

Un sistema sanitario efficace deve fronteggiare sfide e cambiamenti che non sempre riescono a soddisfare i bisogni di cura, soprattutto con la mancanza di personale e la mancanza di risorse già evidenziate. Unitamente alla recrudescenza di una, seppur ancora minore, parte di società che tende ad usare la violenza con facilità si crea una tempesta perfetta che pone i sanitari in un vortice di insicurezza e paura nel proprio posto di lavoro.

Abbiamo perciò proposto spunti di idee come devices (body-cam) o formazione specifica per evitare il conflitto affinché possano essere predisposti strumenti per contrastare il problema. Ma ciò deve correre di pari passo al reinserimento del personale sanitario insufficiente, di miglioramento dei servizi in tutti quegli in quegli snodi, o colli di bottiglia, su cui si è osservata maggiormente la violenza contro i sanitari: pronto soccorso, emergenza-urgenza, servizi territoriali o SERT.

Sosteniamo la nostra tesi così come sosteniamo la sicurezza dei professionisti, la loro salute integrale, fisica e mentale, attraverso un salto di qualità dell’organizzazione dei sistemi sanitari che ad oggi sembrano avere più a cuore i bilanci che le persone, intese come operatori e pazienti.  Ribadiamo un NO netto alla violenza sui sanitari sostenendo il lavoro fatto finora dalla Commissione IV e dal Consiglio che ha approvato l’atto”.

 

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