#Affidiamoci, al via la campagna del Comune di Perugia dedicata all’affido familiare

Alla presentazione a Palazzo dei Priori ha partecipato anche la sindaca Vittoria Ferdinandi. L’assessora alle politiche sociali Costanza Spera: “L’obiettivo è rafforzare la cultura della solidarietà e dell’accoglienza”

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19 settembre 2025
- Alessandra Borghi
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Prende il via in questi giorni #Affidiamoci, la campagna di informazione e sensibilizzazione del Comune di Perugia sull’affido familiare. La presentazione è avvenuta oggi a Palazzo dei Priori.

 

Sono intervenute la sindaca Vittoria Ferdinandi, l’assessora alle politiche sociali Costanza Spera, la dirigente dell’Area Servizi alla persona Roberta Migliarini, la responsabile del coordinamento della rete dei servizi sociali territoriali Adelina Trotta, la direttrice della Usl Umbria 1 Barbara Blasi, la referente del Servizio Affido familiare situato in via Campo di Marte, assistente sociale Beatrice Gosti, con le assistenti sociali Cristina Faraghini e Laura Bibi e le psicologhe della Usl Francesca Ciammarughi e Cinzia Borgonovo. Presenti anche le assessore di Corciano e Torgiano, Giordana Tomassini e Elena Falaschi, che hanno testimoniato l’importanza del Servizio Affido per l’intera zona sociale che comprende anche i loro comuni.

 

Il claim “Ogni persona può essere famiglia, ogni bambino e bambina ne ha diritto” tiene conto del punto di vista sia del minore sia degli adulti che possono contribuire allo sviluppo armonioso della sua personalità grazie al supporto del servizio della Zona sociale 2.

 

I materiali informativi (in formato cartaceo e digitale, anche video) saranno diffusi sui canali istituzionali del Comune di Perugia, nelle biblioteche comunali e negli uffici relazioni con il pubblico, coinvolgendo anche parrocchie, scuole e associazioni locali. Un’apposita brochure, in particolare, descrive l’istituto dell’affido e le funzioni del Servizio Affido con i relativi recapiti.

Parte integrante della campagna saranno anche gli incontri in presenza e online (a breve il calendario) aperti a tutti per spiegare agli interessati cosa significa diventare una famiglia affidataria o un single affidatario.

 

La sindaca Ferdinandi ha sottolineato: “Parlare di sociale significa parlare del principale strumento per garantire la coesione delle nostre comunità, presupposto di molti altri valori, come la sicurezza e la salute. L’affido, in particolare, è investire nella costruzione di percorsi di sviluppo il più possibile idonei e sicuri per i minori e, quindi, è investire sul futuro delle comunità. Questo istituto, e lo dico anche come delegata di Anci nazionale alle famiglie, serve a ribadire che non c’è una sola famiglia, perché famiglia è ogni ambito che cura. Proprio l’affido, infatti, incarna nel modo più pieno il significato della cura verso l’altro e il dovere di solidarietà sancito dalla Costituzione. Siamo quindi convinti della necessità di contribuire a gettare luce su questo ambito ancora molto poco conosciuto”.

 

“L’obiettivo della nostra campagna – ha detto l’assessora Spera – è favorire una cultura diffusa dell’affido, che è cultura della solidarietà e dell’accoglienza. Questo istituto può essere decisivo per far crescere in un ambiente sereno e protetto i minori le cui famiglie sono impossibilitate a occuparsi di loro a 360 gradi per temporanee difficoltà. Al contempo, l’affido è flessibile e capace di adattarsi anche alle esigenze degli affidatari, quindi adatto a creare le condizioni per allargare la comunità educante. Possiamo tutti fare la differenza nella vita di tanti bambini e bambine e ci si può rivolgere al Servizio Affido per capire come fare. Cercheremo di far capire la ricchezza delle esperienze possibili grazie all’affido anche attraverso la viva voce di chi le ha fatte e del personale che ogni giorno lavora su questi temi”.

 

Secondo la direttrice Blasi, “l’affido non solo consente di prevenire l’allontanamento definitivo del bambino dalla famiglia di origine e di evitare l’inserimento in comunità, ma si configura anche come un intervento precoce e preventivo rispetto all’insorgenza di psicopatologie e problematiche psicologiche di interesse clinico. Esso infatti permette al minore di sperimentare relazioni affettive stabili e sicure fondamentali per lo sviluppo”.

 

Un regolamento aggiornato – La dirigente Migliarini ha ricordato che da poco il Comune si è dotato di un nuovo regolamento in materia di affido e ha aumentato il contributo per gli affidatari.  “Su proposta della giunta – ha detto – a maggio il Consiglio comunale ha adeguato il sistema di tutela dei minori alle mutate esigenze sociali e normative dopo venti anni dall’ultimo aggiornamento”. Il nuovo regolamento disciplina in modo puntuale l’intera filiera dell’affido chiarendo i ruoli e i diritti e doveri dei soggetti coinvolti (minori, famiglie affidatarie e famiglie di origine), dando spazio alle diverse forme di affido (consensuale, giudiziario o a rischio giuridico) e a diverse modalità di accoglienza (dal tempo pieno a quello parziale fino all’affido diurno). Disciplinati anche gli strumenti di sostegno alle famiglie affidatarie: oltre alla quota mensile finalizzata alla cura di ogni minore affidato, “quest’anno incrementata a 500 euro”, sono previsti interventi di sostegno economico una tantum ad integrazione di spese straordinarie per necessità del/della minore. Sempre a norma del regolamento, inoltre, “possono essere riconosciuti incrementi del contributo economico mensile del 30 per cento dell’importo a fronte di minori con disabilità grave certificata ai sensi della legge n. 104/1992”.

 

Equipe multidisciplinare – Adelina Trotta ha ricordato che il servizio Affido, creato dal Comune di Perugia nel 2003, si inserisce nell’articolata rete dei servizi sociali territoriali competenti responsabili per la tutela dei minori. Oggi l’equipe che vi lavora è integrata e multi professionale (costituita da assistenti sociali e psicologi) e lavora a tempo pieno nella sede di Campo di Marte n. 52, inaugurata nel 2019. L’azione di questo servizio, per centrare appieno le finalità dell’istituto, presuppone “l’intervento corale da parte di una rete di soggetti (dell’ambito socio-sanitario e giudiziario, dei servizi scolastici, delle associazioni, terzo settore), inclusi singoli cittadini interessati, per realizzare un sistema plurale e sociale della genitorialità, quindi il coinvolgimento più ampio possibile della comunità”.

 

Le professioniste che compongono l’equipe hanno ulteriormente dettagliato il ruolo del Servizio Affido del Comune, che è “di regia e accompagnamento degli affidatari, del minore e della famiglia d’origine lungo tutto il percorso, dalla formazione e valutazione delle famiglie affidatarie, al supporto continuo e al coordinamento con i servizi sociali, socio-sanitari e scolastici del territorio”.

 

Dati sull’affido – I minori in affido al 31 dicembre 2024 sono 81 di cui 35 in affido etero-familiare ossia a famiglie che non sono parenti del minore e il progetto è di tipo residenziale ossia il bambino/a ragazzo/a vivono prevalentemente presso la famiglia affidataria e mantengono regolari incontri con la famiglia d’origine; 34 in affido a parenti, anche in questo caso vivendo stabilmente presso di loro e mantenendo i contatti con i genitori; 12 in affido etero-familiare di tipo diurno/part-time ossia solo alcuni giorni o momenti della giornata o fine settimana. Riguardo l’età la fascia prevalente è tra i 6 e i 12 anni. Numerose le richieste da parte dei servizi territoriali per la fascia adolescenziale, per cui tuttavia in genere si riscontra meno disponibilità di accoglienza. Spesso accade che i progetti di affido si protraggano anche dopo la maggiore età. Le richieste da parte dei servizi sociali e socio-sanitari e dell’autorità giudiziaria sono nel complesso in sensibile aumento.

 

Info e recapiti: https://www.comune.perugia.it/servizio/servizi-sociali-affido-familiare/.

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