Nella seduta di ieri è stato approvato a maggioranza in consiglio comunale l’ordine del giorno da me presentato a nome del gruppo consiliare Progetto Perugia, relativo al “Disagio sociale giovanile causato dal Covid-19”. In questa circostanza ho potuto ribadire quanto questo isolamento forzato stia causando danni irreparabili ai nostri giovani, come attestano studi nazionali ed internazionali, nonché l’aumento dei sintomi di ansia e depressione, fino al boom dei tentativi di suicidio in età adolescenziale attestati dalla cronaca in questo periodo di pandemia.
In particolare, i neuropsichiatri infantili dell’Ospedale Regina Margherita di Torino hanno denunciato la crescita di tentativi di suicidio e di suicidi portati a compimento tra i minori nella fascia di età 10-17 anni, fenomeno che ha visto un aumento già negli ultimi dieci anni ed è destinato a crescere in questo periodo di isolamento forzato e di pressione psicologica dove i giovanissimi sono maggiormente preda di depressione, ansia e sono anche più esposti alla violenza domestica. È quindi importante che professionisti della salute e genitori interagiscano con gli adolescenti per comprendere ed accogliere il loro dolore, al fine di promuoverne l’accettazione finalizzata all’adattamento, come sostiene lo psichiatra Richard Friedman in un articolo sul New York Times. È inoltre necessario promuovere nuovi servizi di salute mentale pensati specificamente per l’adolescenza, ma soprattutto non si può trascurare il fatto che gli adolescenti necessitino per il loro sviluppo di un contatto regolare con i coetanei, di relazioni “strette” con gli adulti fuori casa, come insegnanti e allenatori. Diventa quindi fondamentale, in questa fase pandemica, preparare i genitori a riconoscere nei loro figli sintomi depressivi e segni che possano far pensare a un’ideazione suicidaria in fase prodromica. I ricercatori, inoltre, suggeriscono che la solitudine sperimentata dai giovani durante le misure di contenimento della malattia per COVID-19 può influire sulla loro futura salute mentale. Pertanto, raccomandano un supporto preventivo e un intervento precoce per affrontare i bisogni di salute mentale di bambini e adolescenti durante la pandemia.
A fronte di tutto ciò, l’impegno dell’Amministrazione comunale deve essere massimo nel farsi portavoce presso la Regione Umbria affinché si valuti, non appena ci sarà la possibilità dettata chiaramente dall’andamento dell’indice dei contagi, la riapertura di quegli spazi di socialità (Oratori, attività sportive giovanili, scuole), ovviamente con regole chiare e adeguate all’emergenza in corso, capaci di donare ai giovani quella vita sociale e relazionale indispensabile per la formazione di ognuno di essi. L’atto approvato ieri, inoltre, impegna a definire modelli organizzativi in collaborazione con i soggetti gestori e concedere fruibili quanti più spazi di socialità possibili nel rispetto delle misure di sicurezza.
È un dovere morale che abbiamo, come adulti, nei confronti di una generazione che ha pagato un prezzo molto alto in termini psicologici e sociali in questa fase, cui spetterà il compito di ricostruire ciò che noi non siamo stati in grado (forse) di mantenere.