È stato firmato oggi a Palazzo dei Priori il protocollo d’intesa che dà vita a una rete interistituzionale per prevenire e contrastare la violenza di genere nella Zona sociale n. 2, comprendente i Comuni di Perugia, Corciano e Torgiano. La costituzione di una prima rete territoriale, strumento previsto dalla legge regionale n. 14 del 25 novembre 2016 (“Norme per le politiche di genere e per una nuova civiltà delle relazioni tra donne e uomini”), risale al 2020 e, con l’intento di rinnovare e implementare quella esperienza, i rapporti di collaborazione sono stati fortemente ampliati.
La rete antiviolenza, quindi, oggi include una molteplicità di soggetti, tra cui enti territoriali, organi giudiziari, forze di polizia, soggetti del privato sociale, ordini professionali, il mondo della scuola e della sanità pubblica, per un totale di 21 firmatari, incluso il Comune di Perugia come capofila della Zona sociale n. 2.
Queste nel dettaglio le altre realtà coinvolte: Prefettura di Perugia, Questura di Perugia, Comando Provinciale Carabinieri Perugia, Corte d’Appello di Perugia, Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Perugia, Tribunale di Perugia, Procura della Repubblica presso il Tribunale di Perugia, Tribunale per i Minorenni dell’Umbria, Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni dell’Umbria, Centro per le Pari Opportunità della Regione Umbria, Consigliera di parità della Regione Umbria, Consigliera di parità della Provincia di Perugia, Ufficio Scolastico Regionale per l’Umbria, Azienda ospedaliera di Perugia, Azienda USL Umbria 1, Ordine degli assistenti sociali della Regione Umbria, Ordine degli psicologi della Regione Umbria, Ordine degli avvocati di Perugia, Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili della Provincia di Perugia, Associazione “Libera…Mente Donna” ETS.
GLI OBIETTIVI DELL’INTESA – L’obiettivo della rete è rendere sempre più coerente, integrato e costante l’intervento di tutti gli attori della comunità territoriale per assicurare effettivi percorsi di uscita dalla violenza e di protezione alle donne e ai loro figli.
In particolare, si prevede di attivare azioni per il contrasto del fenomeno della violenza di genere nell’ambito della programmazione territoriale dei servizi; coordinare e incrementare la raccolta dei dati per le finalità dell’Osservatorio regionale sul fenomeno della violenza di genere; favorire la presa in carico socio-sanitaria-assistenziale e la messa in sicurezza della donna vittima di violenza e dei figli minori; rafforzare i percorsi di tutela e diminuire i tempi dell’accoglienza e della presa in carico; ridurre le conseguenze della violenza sulla salute delle donne e i relativi costi sociali; promuovere interventi di prevenzione, campagne di informazione e sensibilizzazione. Le istituzioni, associazioni e organizzazioni aderenti alla rete antiviolenza si impegnano anche a predisporre un progetto condiviso da sottoporre all’approvazione e al finanziamento regionale. Il Comune di Perugia, in qualità di capofila della Zona Sociale n. 2, si impegna a coordinare la rete territoriale e ad attuare le azioni così come saranno definite nella proposta progettuale.
“Questo atto – ha detto l’assessore alle politiche sociali del capoluogo umbro, Edi Cicchi, dopo aver salutato gli ospiti a nome dell’amministrazione comunale – si pone a metà tra il lavoro fatto e quello ancora da fare. Dieci anni fa una rete territoriale di questa portata non esisteva. Non c’erano sportelli, centri antiviolenza, strutture residenziali e di semi-autonomia, dunque diversi servizi che tra loro possono dialogare per aiutare le donne e i loro figli a ricostruire i loro percorsi di vita. Se quindi sono stati compiuti passi in avanti, ora bisogna proseguire”. Secondo Cicchi, in particolare, “bisogna ancora impegnarsi molto sulla prevenzione, sulla formazione e sulla relazione di parità tra uomo e donna. Per questo è fondamentale il ruolo educativo della famiglia e della scuola. Non a caso la rete si è ampliata anche all’Usr. Questa costante crescita significa che le donne e i loro figli hanno sempre più persone al loro fianco”.
Sono poi seguiti gli interventi di Claudia Matteini, presidente della Corte d’appello, Sergio Sottani, procuratore generale della Corte d’appello, Raffaele Cantone, procuratore della Repubblica, Maria Grazia Corrado, vicario del Questore di Perugia, e Mariella Roberti, presidente del Tribunale di Perugia. È stato sottolineato che il protocollo non nasce sull’onda emotiva degli ultimi drammatici fatti che hanno sconvolto il Paese, ma che è frutto del lavoro di un anno e che servirà, come necessario, a calare l’attività della magistratura e delle forze di polizia finalizzata alla prevenzione, alla protezione delle vittime e alla punizione dei reati in un circuito più ampio.
LO SPETTACOLO – È andato poi in scena “Secondo atto”, spettacolo teatrale interattivo ideato e realizzato dall’associazione M.a.s.c. – Movimento Artistico Socio Culturale Aps, utilizzato come metodo formativo durante gli incontri di formazione rivolti a forze dell’ordine, avvocati, magistrati e giornalisti. La performance (testo e regia di Giulia Corradi su idea di Giulia Morello, con Silvia Vallerani, David Mastinu e Martina Maria Zuccarello) racconta il fenomeno della vittimizzazione secondaria attraverso il vissuto di tre donne (Viola, Patrizia e Samira) prendendo in esame tre contesti in cui esso spesso si manifesta: il momento della denuncia, i processi in cui sono coinvolti anche minori, il racconto del femminicidio da parte della stampa.
LA TAVOLA ROTONDA – La firma del protocollo è stata preceduta da una tavola rotonda moderata da Elisa Granocchia, dirigente dell’Unità operativa Servizi sociali del Comune di Perugia, alla presenza anche di Roberta Migliarini, dirigente dell’Area Servizi alla persona. Hanno partecipato Maurita Lombardi in rappresentanza di Libera…Mente Donna Ets, il giudice del Tribunale dei minori Giuseppina Arcella, la presidente dell’Ordine degli assistenti sociali Cinzia Morosin, la presidente del Centro per le pari opportunità della Regione Caterina Grechi, la Consigliera di parità della Provincia Giuliana Astarita, la Consigliera di parità della Regione Rosita Garzi, l’avvocato Francesca Pieri in rappresentanza dell’Ordine degli avvocati, il dirigente della Divisione Anticrimine della Questura Alessandro Drago, il direttore sanitario dell’Azienda ospedaliera Arturo Pasqualucci. Tirando le fila, l’assessore Cicchi ha affermato che “l’esistenza della rete territoriale è un dato positivo. Resta, certo, il nodo delle risorse. Una volta avviato un progetto, le risorse devono arrivare in modo continuativo per renderlo un servizio stabile. Alla luce dell’esperienza degli anni passati, questa resta un’importante sfida”.