Il Consiglio ha respinto con 16 voti contrari (maggioranza) e 9 a favore (opposizione) l’ordine del giorno presentato dal gruppo Partito Democratico: “Liste d’attesa per prestazioni sanitarie in favore dei pazienti di età superiore ai sessantacinque anni”.
Illustrando l’atto Sarah Bistocchi ha riferito che Il tema della sanità, declinato nella difficoltà di accesso alle cure, è uno di quelli che più preoccupano i cittadini di Perugia. L’elemento di preoccupazione che emerge con nettezza in merito al tema su indicato è quello della lunghezza dei tempi d’attesa per usufruire di necessarie prestazioni sanitarie presso le strutture pubbliche; ad aggravare il quadro così delineato si pone, inoltre, il fenomeno del cosiddetto pendolarismo sanitario, particolarmente gravoso per i perugini tenuto conto del fatto che un cittadino su quattro è over 65.
La principale conseguenza dello stato delle cose sin qui descritto si concretizza nel sempre più diffuso “spostamento” dei cittadini verso le strutture sanitarie private con notevole aggravio di spese per l’utenza.
Solo assai recentemente (aprile 2023 con il piano operativo di recupero delle liste d’attesa) la Regione Umbria ha cominciato ad occuparsi del tema della “vicinanza della prestazione” per i pazienti ultrasessantacinquenni: tuttavia ciò non garantisce in alcun modo, da sé solo, che le forti criticità descritte nel presente atto vengano risolte visto che la revisione sarà demandata alle Asl.
Per questo il Pd ritiene che sia compito dell’Amministrazione comunale monitorare su tale impostazione, essendo il sindaco il responsabile della salute dei cittadini.
È importante quindi, che i Sindaci si attivino sul funzionamento dei servizi dell’azienda sanitaria ed in particolare sul rispetto dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), nonché per chiedere il rispetto degli standard delle attività, dei servizi e delle prestazioni, e delle liste di attesa.
Fatte queste premesse con l’odg il Pd impegna l’Amministrazione:
-a porre in essere tutte le iniziative possibili in collaborazione con la Regione Umbria e le Aziende Sanitarie Pubbliche affinché il tema della “vicinanza della prestazione” per i cittadini ultrasessantacinquenni goda di primaria considerazione nelle politiche sanitarie regionali, in particolare attraverso la scrupolosa attuazione del Piano Operativo Straordinario di Recupero delle liste di attesa, per la parte qui riguardante;
-a sollecitare, qualora non si manifesti alcun miglioramento della situazione, i soggetti pubblici su menzionati ad intraprendere le iniziative adeguate per ovviare alle carenze ancora presenti, offrendo la propria collaborazione nei limiti delle proprie competenze amministrative e normative.
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Il capogruppo di FdI Michele Nannarone ha sostenuto che l’odg nel dispositivo richiede un’azione che la regione Umbria sta già portando avanti da tempo. Nell’esprimere perplessità sulle modalità con cui l’atto è stato approfondito e trattato in commissione, ossia tramite audizioni ritenute di parte, Nannarone ha manifestato dubbi anche sui dati offerti dai proponenti, soprattutto quelli riguardanti il fenomeno del pendolarismo sanitario che appare non così marcato. Le perplessità principali avanzate dal capogruppo hanno riguardato in ogni caso l’invito al sindaco ad intervenire in prima battuta sul tema della sanità in quanto massima autorità in tal senso. Secondo Nannarone tale affermazione è fuorviante, in quanto il sindaco, in base alla normativa vigente (in particolare il Tuel ex art.50) può agire solamente tramite adozione di ordinanze contingibili ed urgenti in caso di emergenze sanitarie e solo nelle materie non attribuire alla competenza esclusiva di Stato o Regione. Per tali motivi ha preannunciato un voto contrario.
Nel condividere la posizione di Nannarone, il capogruppo della Lega Lorenzo Mattioni ha sostenuto che dai dati in suo possesso emerge che gli over 65 che trovano soddisfazione alle richieste di prestazioni sanitarie nel distretto di Perugia sono pari all’84%, dato sostanzialmente in linea con il pre-covid (nel 2019 era 87%); ciò evidenzia che il pendolarismo è attenuato e non può ingenerare quell’allarmismo di cui è permeato l’odg.
Mattioni ha espresso perplessità anche sulle accuse di privatizzazione, mosse all’attuale governo regionale, nell’odg; ed infatti ha riferito che l’unico atto posto in essere dalla regione sul tema pubblico/privato è stata la trasformazione in struttura a maggioranza pubblica (istituto Tiberino) dell’ex Prosperius. Infine leggendo i dati pubblicati dal Sole 24 ore di Meridiano Sanità emerge che l’Umbria è al primo posto per capacità di risposta ai bisogni di salute del cittadino.
Nel suo intervento il consigliere Nicola Volpi (Misto) ha approfondito tre concetti.
Il primo riguarda la popolazione: ha spiegato infatti che quella presente nella città di Perugia e comuni limitrofi (Torgiano e Corciano) è di gran lunga superiore a quella delle altre principali città umbre, anch’esse dotate di strutture ospedaliere. Questa sproporzione numerica influisce sulla valutazione dei dati tra richiesta ed offerta delle prestazioni sanitarie, rendendo di fatto inevitabile il fenomeno del cosiddetto pendolarismo. Per Volpi, inoltre, la storica cultura “ospedalocentrica” dell’Umbria, secondo cui tutto deve confluire nei due grandi poli di Perugia e Terni, va necessariamente superata essendo insostenibile.
Il secondo concetto è che il problema delle liste di attesa è presente in tutta Italia a causa della carenza di personale, soprattutto infermieristico (65mila unità mancanti all’appello). Un problema destinato a crescere con i numerosi pensionamenti (100mila) cui non faranno da contraltare gli ingressi dei giovani che sono iscritti alle lauree in materie infermieristiche (18mila). Ecco perché serve agire per incentivare queste professioni.
Infine terzo concetto espresso da Volpi è la necessità di introdurre il fascicolo sanitario elettronico, cosa che contribuirebbe ad abbattere le liste di attesa.
Per il consigliere in sostanza in 4 anni di governo la giunta regionale ha fatto tanto per il sistema sanitario regionale ma non è bastato alla luce delle predette carenze di personale.
La consigliera Francesca Tizi (M5S) ha rimarcato che la scorsa primavera si è tenuto sul tema della sanità un consiglio comunale “grande” richiesto dalle opposizioni visto che fino a quel momento nella massima assise non se ne era mai parlato, né, tantomeno, lo aveva fatto il sindaco. Lo stesso sindaco che, secondo la capogruppo, ha specifiche competenze in materia di sanità come prevede la legge 833 del 1978: al primo cittadino infatti sono attributi poteri (che quindi egli può ben esercitare) di programmazione, controllo e giudizio sull’operato del direttore generale e delle asl.
Oggi l’odg non fa altro se non chiedere al sindaco di esercitare quei poteri che sono in linea con la normativa vigente, onde garantire il diritto alla salute dei cittadini.
In replica Nannarone ha ribadito che quanto sostenuto da Tizi è possibile ma solo in specifiche situazioni e solo nelle materie non di esclusiva competenza della regione; tra queste ultime rientra evidentemente il tema delle liste di attesa.
In replica finale la capogruppo del PD Sarah Bistochi ha sostenuto che il metodo seguito in commissione è stato corretto in quanto tra gli ospiti invitati per approfondire il tema vi erano soggetti appartenenti a tutti gli schieramenti politici. Nel merito della questione, ha ribadito che non è giusta una regione in cui il diritto alla salute o alla cura dipende dalla distanza di residenza dal principale centro urbano o dalle disponibilità economiche personali per andarsi a curare dal privato. Infine Bistocchi ha ricordato che l’Umbria è finita in un’importate inchiesta giornalistica per aver fornito dati sulle liste di attesa truccati.