Si è svolta questa mattina la cerimonia di intitolazione di una via nella frazione perugina di Colle Umberto, tra strada Cenerente-Colle Umberto e strada Case Nuove, all’imprenditrice Romeyne Robert Ranieri (1877- 1951). Erano presenti Edi Cicchi, assessore ai servizi civici e presidente della commissione Toponomastica del Comune di Perugia, Ruggero Ranieri, nipote di Romeyne e presidente della Fondazione Ranieri di Sorbello, Gabriella Agnusdei, presidente Soroptimist International Club Perugia, Mauro Terzetti, amico della Fondazione, altri amici e collaboratori dell’ente.
La proposta di intitolazione è stata promossa dall’Associazione Soroptimist International Club Perugia, nell’ambito del progetto nazionale che tende a favorire la toponomastica femminile come riconoscimento per le donne illustri del territorio.
“Romeyne Robert – ha ricordato Cicchi – è stata tra le donne a cui il Comune ha dedicato il premio Impresa Donna in quanto antesignana di una emancipazione che ha coinvolto soprattutto donne residenti nelle periferie. Chi collaborava con lei alla Scuola Ricami Ranieri di Sorbello aveva un libretto bancario o postale, in ottemperanza a criteri di risparmio e previdenza: risorse su cui le donne avrebbero potuto contare. Oggi più che mai pensiamo che queste figure legate alla storia del nostro territorio possano essere esempi virtuosi per l’emancipazione delle donne nel mondo del lavoro”. “Romeyne – ha ricordato ancora Cicchi – in Umbria ha dato un contributo di spessore anche sul fronte dell’istruzione con l’apertura di una delle prime scuole montessoriane. Una personalità così ricca non poteva mancare nel progetto Memoria Digitale realizzato per il cimitero monumentale, dove è una delle figure inserite all’interno del percorso dedicato alle donne”.
Agnusdei ha spiegato che, in linea con il focus del Soroptimist, costituito dalla donna nel mondo del lavoro, l’associazione si impegna anche promuovendo l’intitolazione di spazi pubblici a donne che hanno segnato la storia di Perugia affinché siano conosciute e ricordate.
Ruggero Ranieri ha quindi ringraziato l’amministrazione a nome della Fondazione. “Ci riempie di orgoglio questo omaggio a Romeyne – ha detto –, una figura complessa, in quanto è stata imprenditrice, artista, filantropa e progressista, molto interessata all’educazione sia delle donne che lavoravano con lei sia della comunità. Soprattutto, è riuscita ad essere indipendente in un’epoca in cui non era certo facile. Nel nostro museo non a caso ha un posto importante”.
Terzetti, sottolineando i concetti chiave della intitolazione, cioè “donna, memoria e cultura”, ha ricordato l’importanza della Fondazione Ranieri di Sorbello proprio perché custodisce preziose memorie della città.
Cenni biografici – Nasce a Morristown nel 1877 da una famiglia di origine francese dalla mentalità aperta che molto contribuì alla sua formazione. Ebbe la fortuna di poter viaggiare molto insieme alla famiglia e visitare i principali monumenti e musei delle grandi capitali Europee. Durante uno dei suoi viaggi, a Roma incontrò il marchese Ruggero VI di Sorbello con il quale condivideva molti interessi e che sposò nel 1902. Romeyne non lasciò più l’Italia e visse a Perugia tra Palazzo Sorbello, in piazza Piccinino 9, la villa del Pischiello e il Castello di Sorbello. Proprio nella villa del Pischiello, sulle colline attorno al lago Trasimeno, fondò nel 1904 la Scuola Ricami Ranieri di Sorbello dove venivano impegnate principalmente le donne delle zone rurali di Passignano e Tuoro e che, anche grazie alle innate capacità imprenditoriali della marchesa Romeyne, riuscì a conquistare con i suoi pregevoli manufatti, i mercati internazionali. Tutto questo permise l’emancipazione di numerose donne appartenenti alle famiglie del territorio.
Molto importante fu anche l’impegno pedagogico della marchesa, che decise di aprire, nel 1909, una delle prime scuole montessoriane in Umbria, proprio alla Villa del Pischiello, per favorire l’educazione dei figli dei coloni della tenuta. I numerosi impegni non le impedirono di avere una felice vita familiare coronata da tre figli e di vivere in un ambiente colto e raffinato. Visse tranquillamente a Perugia fino alla seconda guerra mondiale, quando i fascisti repubblichini, nel 1944, arrestarono il marito Ruggero, vecchio e malato, per ordine del prefetto Rocchi che cercava di fargli confessare, invano, dove si trovassero nascosti i suoi tre figli.
In sua difesa Romeyne intervenne energicamente affrontando il prefetto di Perugia e ottenendo il suo rilascio. Pochi anni dopo Romeyne tornò negli Stati Uniti, per la prima volta da quando era venuta in Italia. A New York incontrò alcuni vecchi amici per poi tornare nella sua amata Perugia dove morì nel 1951.