Articolo a cura dei consiglieri di opposizione
Riceviamo e pubblichiamo quanto segue:
“La maggioranza che sostiene la giunta Ferdinandi – sottolineano in un comunicato i consiglieri di opposizione – respingendo nella riunione odierna del consiglio l’ordine del giorno del centrodestra sul “caso” del collaboratore del sindaco, ha dimostrato di essere ostaggio della sua componente più ideologizzata e radicale.
Le parole scritte ripetutamente da uno dei massimi collaboratori del primo cittadino non dovrebbero essere catalogate come un semplice incidente di percorso e non bastano delle generiche e assai tardive scuse da lui affidate alla stampa per passare oltre.
Sarebbe stato invece necessario che i perugini avessero potuto apprendere in modo chiaro le motivazioni con cui, respingendo la nostra richiesta di rimuovere il collaboratore dal suo incarico, la maggioranza non ritenga grave che al suo interno ci sia chi difende il totalitarismo comunista e vada in aperto contrasto con le parole pacificatrici espresse sui fatti del “confine orientale”, anche recentemente, dal presidente della repubblica Sergio Mattarella.
Inoltre, imporre di svolgere una discussione su questo ordine del giorno a porte chiuse, trincerandosi dietro al fatto che la questione sollevata comportasse apprezzamenti e valutazioni concernenti persone, rappresenta una contraddizione rispetto a quella “trasparenza” tanto sbandierata in campagna elettorale.
Ricordiamo, a questo proposito, che il collaboratore espresse le sue odiose considerazioni in forma pubblica, utilizzando un social molto diffuso ed in modalità di “personaggio politico”.
Altrettanto grave è il silenzio del sindaco, poiché stiamo parlando del suo principale assistente, di colui che è stato assunto proprio per le sue competenze di “esperto in tematiche di particolare rilievo politico istituzionale e valenza programmatica”. Evidentemente Vittoria Ferdinandi non può esprimersi in modo chiaro per paura di perdere il sostegno della frangia più ideologizzata del suo campo larghissimo.
D’altra parte abbiamo dovuto ascoltare in consiglio dei colleghi di maggioranza che hanno espresso distinguo imbarazzanti tra i totalitarismi della storia e altri che a stento rinnegano apprezzamenti espressi sui social ai regimi comunisti dell’Europa orientale…
Quanto avvenuto resta una brutta pagina per l’istituzione comunale e, soprattutto, una brutta pagina per la nostra città”.