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Giovedì 8 maggio, alle ore 18.30, presso il Salone d’Apollo di Palazzo della Penna – Centro per le arti contemporanee verrà presentato il libro Una strage silenziosa. Il Messico insanguinato e la ricerca dei sepolti senza nome di Marcela Turati e Claudio La Camera (Edizioni Solferino).
All’evento interverranno, insieme all’autrice del libro, Mattea Fo, Presidente della Fondazione Fo Rame, Stefano Bertea, Coordinatore del Progetto Rifugi Ada231, Marco Pierini, Assessore alla Cultura del Comune di Perugia.
Marcela Turati è una giornalista, scrittrice e attivista messicana per i diritti umani. Ha collaborato con numerosi giornali e riviste diffusi in tutto il continente americano come «Proceso», «Gatopardo», «Etiqueta Negra», «Excélsior», «Reforma y Revista Anfibia». Turati ha ricevuto il Premio Breach-Valdez e il Premio Gabriel García Márquez per l’eccellenza giornalistica per la sua eccezionale carriera.
Oggi Marcela Turati è ospite del progetto “Rifugio Ada 231” presso la Libera Repubblica di Alcatraz (Gubbio) un’iniziativa dedicata a persone impegnate nel campo della difesa dei diritti umani; un luogo di protezione per chi lavora in condizioni difficili e in contesti pericolosi. Il rifugio è un luogo dinamico di aggregazione e di sensibilizzazione, uno spazio di promozione della riflessione pubblica sui temi di ingiustizia sociale.
Il progetto è promosso dalla Fondazione Fo Rame ETS e dalla Fondazione Barba Varley ETS.
Il libro “Una strage silenziosa” racconta la desaparición in Messico e le campagne di ricerca nelle fosse comuni, i depistaggi e i ritardi nelle richieste d’informazioni presso le autorità pubbliche e, infine, la corruzione di un Paese che non riesce mai a saldare i conti con il proprio passato. L’introduzione di Nando Dalla Chiesa, racconta la desaparición come un fenomeno comune a molte forme di criminalità organizzata ma in Messico ha trovato una reazione particolare, la búsqueda, che è la promessa più impegnativa che il familiare possa fare al proprio caro: «Dovunque abbiano messo e nascosto il tuo corpo, io ti troverò.» Un proposito fatto proprio anche da parte di alcuni giornalisti che in questo modo allargano in modo inedito il ruolo della professione: da cronaca degli eventi ad affiancamento morale delle famiglie dei desaparecidos.
In Messico la persona desaparecida non è solo la vittima di un sequestro o di un omicidio, ma è diventata una sorta di “categoria sociale” che riflette la responsabilità di molteplici attori: narcotrafficanti, criminali comuni, funzionari pubblici corrotti. A evidenziarlo questa realtà sono le storie dei cronisti di “5° elemento Lab”, un collettivo di volontari che diffonde le informazioni sulle persone scomparse, le campagne di ricerca nelle fosse comuni da parte dei familiari delle vittime, i depistaggi e i ritardi nelle richieste d’informazioni presso strutture pubbliche, non sempre collaborative e, infine, la corruzione di un paese che non riesce mai a saldare i conti con il proprio passato. Come spiega Nando dalla Chiesa nell’introduzione che apre il volume, la desaparición ci parla di un fenomeno per nulla estraneo alle principali forme di criminalità organizzata italiane: la scomparsa comporta spesso una strategia di “derubricazione” della violenza,così da ridurne l’impatto sociale e “amministrare” la disperazione delle famiglie. Nel caso di questa strage silenziosa c’è anche la búsqueda, che è la promessa più impegnativa che il familiare può fare al proprio caro: “ovunque abbiano nascosto il tuo corpo o i tuoi resti, ti troverò. Per amore”. Un fatto che dà anche vita a una nuova, straordinaria forma di giornalismo con cui la professione assume non solo la funzione (centrale e rischiosissima) del racconto, ma anche quella di affiancamento morale, psicologico, dei familiari dei desaparecidos.
Marcela Turati verrà anche ritratta da Guido Harari nella Caverna Magica della Mostra “Gli Occhi di Perugia” e il suo ritratto, insieme a tutti quelli che il fotografo sta scattando dal giorno dell’inaugurazione, sarà esposto in mostra.
Ingresso libero fino esaurimento posti.
Per maggiori informazioni scrivere a info@fondazioneforame.org