Di seguito il comunicato a cura della consigliera Francesca Tizi (M5s).
“Mancano meno di tre mesi alle elezioni e questa Amministrazione ha iniziato la corsa alla conquista di voti, gettando fumo negli occhi dei cittadini e cercando di realizzare quelle promesse fatte a inizio mandato e ancora non mantenute. E allora, ecco che spunta fuori l’istituzione dei Tavoli Territoriali. Dopo due mandati di mancato confronto con la maggior parte dei territori, ora, frettolosamente, diventa importante l’ascolto dei cittadini e la loro partecipazione e si interviene per istituire i Tavoli Territoriali e inserirli all’interno del Regolamento per la disciplina delle forme di partecipazione popolare.
In questi anni l’opposizione ha presentato numerosi atti in cui si chiedevano processi partecipativi da parte del Comune, ma sono stati tutti respinti. Io stessa, come Presidente del Gruppo M5S, ho presentato un atto sul bilancio partecipativo, una forma di partecipazione importante, anche per la previsione delle spese del comune, delle poste di bilancio per alcuni progetti. Anche questo messo da parte. Perfino in Consiglio Comunale, i Consiglieri di maggioranza hanno spesso ripetuto all’opposizione che non c’era bisogno di comitati di quartieri, di queste forme di partecipazione, perché era il Consigliere a dover assolvere a questa funzione.
Oggi si parla però di Tavoli della partecipazione. Un atto che mostra solo intempestività e soprattutto appare pieno più di forma che di contenuto. Il diritto di partecipazione ai Tavoli Territoriali non può essere limitato, come risulta nell’attuale testo proposto, solo ad alcuni organismi, ovvero solo alle Associazioni che hanno una struttura giuridica. Il diritto di partecipazione deve essere esteso a tutti i cittadini e alle diverse forme in cui questi sono riuniti, perché i problemi di un territorio o di un quartiere devono essere affrontati e discussi con chi quel territorio lo vive. Ad esempio i Comitati, che nascono proprio per affrontare le problematiche di uno specifico territorio. Inoltre, non si possono obbligare i cittadini a iscriversi a una Associazione o un Comitato a registrarsi al registro del terzo settore (che comporta anche un esborso economico), per poter partecipare al confronto con le Istituzioni.
Bisogna dare a tutti la possibilità di discutere con l’Amministrazione e favorire, non ostacolare, la partecipazione dei cittadini alla vita della città, che deve essere il più ampia possibile, perché da chi conosce perfettamente le problematiche di un territorio si possono trarre esperienze preziose. Occorre un nuovo modello di amministrazione che nasca dall’ascolto delle istanze dei singoli e dal loro diretto coinvolgimento nelle dinamiche decisionali locali.
Il Comune deve diventare la casa dei perugini, il luogo in cui ciascuno, e non solo le Associazioni, viene informato ascoltato e incluso nell’azione di governo, attraverso processi decisionali partecipativi come la previsione di comitati di quartiere e di forme di bilancio partecipato.
Tutti sono bravi a organizzare sporadiche feste di quartiere, facendo credere che si tratti di partecipazione popolare, ma se poi non si risolvono concretamente i problemi, soprattutto nelle periferie, e se non si mette in atto quanto richiesto dai cittadini, queste feste, seppur importanti e coinvolgenti, risultano solo una cortina di fumo per problematiche non risolte”.