L’ordine del giorno presentato dai gruppi consiliari Partito Democratico, Idee Persone Perugia, Rete Civica Giubilei, con la proposta di un protocollo con Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) Umbria, Assofarm Umbria e Federfarma Umbria per l’abolizione della tampon tax nelle farmacie perugine è stato respinto dal consiglio comunale a maggioranza.
In particolare, la proposta prevede la sottoscrizione di un Protocollo con Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) Umbria, Assofarm Umbria e Federfarma Umbria, al fine di abolire la tassazione IVA del 22% sull’acquisto degli assorbenti e dei mooncup in vendita presso le farmacie perugine, predisponendo un minor margine di guadagno su questi prodotti a favore di un risparmio delle utenti, per permettere loro di poter acquistare questo bene primario ad un prezzo più congruo e più equo. I consiglieri, inoltre, intendono impegnare l’Azienda Speciale Farmacie di Perugia (AFAS) ad effettuare, fin da subito, le agevolazioni esposte in premessa, abolendo la “tampon tax”, in linea anche con gli obiettivi europei e delle più alte istituzioni mondiali in tema di parità di genere.
Secondo il Global Gender Gap lndex, sui temi dell’equità di genere, l’Italia si piazza al 76esimo posto tra i 153 censiti e al l7esimo sui 20 dell’Europa Occidentale (dopo di noi solo Grecia, Malta e Cipro). La pandemia ha solamente aggravato una situazione già di per sé non invidiabile. L’ultimo dato lstat riferisce che dei 101.000 posti di lavoro persi a dicembre 2020, 99.000 erano femminili, e lo stesso smartworking, nel caso delle donne, ha spesso contribuito ad aumentare il loro carico di lavoro. Non è certo un caso se la parità di genere figura tra i 17 obiettivi dell’Agenda 2030 Onu, per assicurare al Pianeta uno sviluppo sostenibile. Uno dei temi al centro del dibattito che riguarda l’equità di genere è quello legato al costo, in particolare alla tassazione, degli assorbenti. Infatti, i movimenti femministi e numerose associazioni sono da tempo in prima linea per l’abolizione della “tampon tax”, in base al principio per cui il ciclo mestruale non è una scelta, come non è una scelta il dover acquistare gli assorbenti.
“L’applicazione a questi prodotti dell’aliquota massima è un paradosso non più accettabile. -ha spiegato la capogruppo Bistocchi- Dalla scelta dell’IVA al 22% che grava sugli assorbenti ne deriva una loro equiparazione ai beni ordinari, come se fossero considerati un bene di lusso, visto che sono soggetti, ad esempio, alla stessa tassazione di una bottiglia di superalcolico. Ma avere il ciclo non è né un lusso né una scelta, e gli assorbenti rappresentano una necessità per ogni donna. In diversi Paesi dell’Europa e del mondo, come Gran Bretagna, Scozia, Francia, Belgio, Canada, Stati Uniti, Australia e Kenya, i prodotti sanitari femminili non solo hanno un costo minore, ma addirittura sono forniti gratuitamente ad alcune fasce della popolazione. La riduzione dell’aliquota -ha proseguito- non solo comporterebbe un risparmio economico importante, specie per le famiglie monoreddito o in situazione di difficoltà, ma rappresenterebbe una vera svolta politica, che devono operare le istituzioni: occorre mostrare maggior attenzione e sensibilità verso il mondo femminile, oltre ad apportare un contributo all’uguaglianza di genere, in linea anche con gli obiettivi europei e delle più alte istituzioni mondiali in tema di parità di genere. Altre amministrazioni comunali -ha concluso Bistocchi- hanno già provveduto ad abolire l’imposta di valore aggiunto per questi prodotti, attraverso le farmacie comunali che hanno un fine sociale ed un bilancio sociale per l’erogazione dei servizi ai cittadini, ma anche attraverso il fondamentale coinvolgimento delle farmacie private presenti nel territorio.”
Il capogruppo della Lega Mattioni ha tenuto a sottolineare come, da quanto emerso dalla discussione, Afas non possa sostenere l’impegno richiesto per mancanza di una normativa di riferimento e che, per questo, il voto della Lega non potrà che essere contrario. Dal canto suo anche la consigliera Ricci, pur apprezzando l’accoglimento da parte dei proponenti di parte degli emendamenti da lei stessa proposti all’impegno, ha ribadito le osservazioni già espresse in commissione rispetto alle premesse dell’atto, a suo avviso, eccessivamente ideologizzate sul tema gender.
In risposta, il consigliere Pd Paciotti si è detto dispiaciuto per la volontà della maggioranza di non rispondere adeguatamente a un’esigenza, che oggi, in un contesto pandemico, è anche sempre più una difficoltà economica per molte donne, apportando motivazioni a suo avviso discutibili e non condivisibili che spostano il dibattito su altri temi.
D’accordo con la consigliera Ricci si è detta invece Cristiana Casaioli. “Concordo sul fatto che sarebbe opportuno rivedere l’aliquota Iva su questo tipo di prodotti perché è evidente che non possono essere considerati prodotti di lusso. Tuttavia, per questo -ha precisato- è necessaria una revisione normativa a livello nazionale, perché un eventuale accordo come quello richiesto nell’ordine del giorno non porterebbe a un’abolizione della tassa ma semplicemente a una scontistica il cui costo, di fatto, sarebbe a carico dei commercianti. L’ordine del giorno -ha concluso la consigliera di Progetto Perugia- dovrebbe avere un altro obiettivo, cioè quello di sollecitare il governo a riconsiderare simili prodotti non come beni di lusso ma come prodotti di uso necessario anche dal punto di vista salutistico.” Sulla base di queste premesse ha, quindi, annunciato il proprio voto contrario.
La capogruppo M5S Tizi, invece, ha ribadito come, a suo avviso, l’iniziativa sia un impegno giusto proprio perché finalizzato a ridurre le differenze di genere. “Ridurre o abolire l’iva sugli assorbenti ha proprio questa finalità, -ha spiegato- con un risultato che mira a superare un’ingiustizia concreta. Non è solo una questione economica, ma è prima di tutto una discriminazione contro cui è necessario dare un segnale di discontinuità, un segnale tangibile verso la parità di genere.”
Stessa considerazione, in finale, anche della proponente Bistocchi che ha detto di non accettare lezioni di genere dalla destra. “Le mestruazioni -ha evidenziato- non sono né di destra né di sinistra perché non sono una scelta e chiedere di abolire la tampon tax significa stare dalla parte del giusto, non da una parte politica.”