La II commissione, presieduta da Alessio Fioroni, nella seduta di mercoledì 14 dicembre ha trattato al primo punto la “Preconsiliare n. 4610 del 7/12/2021: ricognizione e razionalizzazione delle partecipazioni del Comune di Perugia ai sensi dell’art. 20 del Testo Unico in materia di Società a partecipazione pubblica detenute al 31.12.2020. Informativa sull’attuazione del Piano di razionalizzazione approvato con delibera Consiglio comunale n. 134/2020”. L’atto è stato approvato con 10 voti favorevoli (maggioranza) e 3 astensioni (opposizione).
La pratica è stata illustrata dall’assessore alle partecipate, Cristina Bertinelli, e dal dirigente Area Risorse del Comune di Perugia, Mirco Rosi Bonci.
Al Consiglio comunale si propone:
– di approvare (ex art. 20, comma 4, del Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica) la relazione sull’attuazione della delibera del Consiglio comunale n.134/2020 avente ad oggetto “Ricognizione e razionalizzazione delle partecipazioni del Comune di Perugia ai sensi dell’art. 20 del Testo Unico in materia di società a partecipazione pubblica detenute al 31.12.2019. Informativa sull’attuazione del piano di razionalizzazione approvato con delibera c.c. n. 43/2019”;
– di approvare la ricognizione e il piano di riassetto delle partecipazioni possedute alla data del 31 dicembre 2020;
– di mantenere la partecipazione in Teatro Pavone s.r.l. anche se la società non è in possesso di alcuni dei requisiti previsti dal Tusp, considerati l’importanza storica del Teatro Pavone e il fatto che il Comune è stato protagonista della ristrutturazione acquisendo l’usufrutto del teatro anche in virtù della sua natura
di socio;
-di mantenere la partecipazione in Conap srl, pur in presenza di alcuni indici di criticità previsti dal Tusp, per ragioni economiche dettate dai forti costi fiscali legati alle operazioni di liquidazione (che renderebbero molto più onerosa la dismissione rispetto al mantenimento) e tenuto conto che Conap è proprietaria di importanti reti acquedottistiche funzionali all’erogazione di un servizio pubblico locale essenziale;
-di mantenere la partecipazione indiretta in Metrò Perugia Scarl, anche in difetto da parte della società di alcuni requisiti previsti dal Tusp, nelle more dell’esito della verifica in corso da parte di Umbria TPL e Mobilità SpA sulla possibilità tecnico-giuridica di alienare la partecipazione, tenuto conto delle difficoltà dell’operazione legate al fatto che la stessa è stata acquisita all’esito di una procedura ad evidenza pubblica;
-di dismettere le altre partecipazioni indirette detenute attraverso Umbria Tpl e Mobilità SpA in quanto non funzionali alle attività dell’agenzia unica per la mobilità con le modalità e le tempistiche indicate per ciascuna società.
Questa le partecipazioni dirette da mantenere: Minimetrò S.p.A., Umbria Digitale S.c.a r.l., Gesenu S.p.A, SaSe S.p.A., Umbra Acque S.p.A., CONAP s.r.l., Umbria TPL e mobilità SpA; Teatro Pavone srl.
Partecipazioni dirette da dismettere: Sienergia S.p.A. in liquidazione (procedura da concludere entro il 31.12.2021).
Partecipazioni indirette da mantenere partecipate a mezzo Umbria TPL e Mobilità S.p.A.: Metrò Perugia Scarl.
Queste, invece, le partecipazioni indirette da dismettere partecipate a mezzo Umbria TPL e Mobilità S.p.A., con relative modalità e tempistica: ATC Esercizio SpA (mediante alienazione entro il 31.12.2021); Ciriè Parcheggi Srl (mediante alienazione entro il 31.12.2021); Ecoè srl in liquidazione (procedura di liquidazione da concludere entro il 31.12.2021); Ergin scarl in liquidazione (procedura di liquidazione da concludere entro il 31.12.2021); Foligno Parcheggi Srl (mediante alienazione entro il 31.12.2021); Roma TPL Scarl (mediante messa in liquidazione entro il 31.12.2021); S.B.E. Enelverde Srl in liquidazione (procedura di liquidazione da concludere entro il 31.12.2021); Società Agricola Alto Chiascio Energie Rinnovabili srl (mediante alienazione entro il 31.12.2021); S.I.P.A. SpA (mediante alienazione entro il 31.12.2022); Tiburtina Bus Srl (mediante alienazione entro il 31.12.2021).
L’assessore Bertinelli e il dirigente Rosi Bonci hanno spiegato che il quadro è in linea con quanto già approvato dal Consiglio comunale nelle passate annualità.
Il consigliere Fabrizio Croce (Idee Persone Perugia), a proposito della partecipazione in Teatro Pavone srl, ha ricordato che “nel 2014 il Comune ha stipulato con la Pavone srl un contratto di comodato di 12 anni decorrenti dalla fine dei lavori. Nel 2016 e nel 2019 il contratto, divenuto di usufrutto, è stato rivisto prolungando la durata, ma con decorrenza dalla firma del 2016. Quindi il Comune da cinque anni sta coprendo tutti i costi ordinari della struttura e i lavori non sono finiti”. Croce ha quindi sollecitato l’amministrazione ad attivarsi per rivedere la scadenza del contratto anche alla luce della situazione straordinaria legata al Covid. Bertinelli sul punto ha risposto che, dal punto di vista normativo, non sussistono motivi ostativi.
Il consigliere Francesco Zuccherini (Pd) ha sollevato il tema della dismissione delle quote del minimetrò: “Era una delle misure correttive individuate in base alle osservazioni della Corte dei conti; era stato quindi proposto un atto di giunta per l’alienazione delle quote, ma l’iter della deliberazione si è allungato anche per la pandemia”. In particolare, Zuccherini ha ricordato che è stata chiesta una perizia di aggiornamento sulla valutazione delle quote e che tali perizie hanno un costo.
Sul punto Bertinelli e Rosi Bonci hanno informato che è in preparazione la preconsiliare che prevede l’alienazione delle quote e che l’atto sarà portato in giunta a breve.
Cristiana Casaioli (Progetto Perugia) ha notato, preannunciando il suo voto favorevole: “Oggi valutiamo un atto preciso, la ricognizione delle partecipate, che riguarda la situazione del 2020. L’atto in discussione è coerente con quelli precedenti”.
La II commissione ha poi esaminato la “Preconsiliare n. 4526 del 6/12/2021: Riconoscimento debiti fuori bilancio ai sensi dell’art. 194, comma 1 del d.lgs. 267/2000 – lavori di somma urgenza ai sensi dell’art. 191, comma 3, d.lgs. 267/2000”. L’atto è stato approvato con 9 voti favorevoli, 1 voto contrario (Morbello) e 3 astensioni (Zuccherini, Borghesi, Croce).
Per l’illustrazione erano presenti l’assessore al bilancio Cristina Bertinelli, il dirigente Area Risorse Mirco Rosi Bonci, il presidente del collegio dei revisori Alberto Rocchi e la dirigente della Unità operativa Edilizia scolastica, l’ingegnere Monia Benincasa.
E’ stato quindi spiegato che il 3 novembre 2021, a seguito di segnalazione, il Responsabile del procedimento si è recata presso l’edificio della scuola primaria e secondaria di I grado di Solfagnano in via Milletti constatando che “le facciate del plesso, ricoperte esternamente da pietra ricostruita in faccia-vista, presentavano vistosi fuori-piombo; inoltre il parapetto, nel medesimo materiale, posto a coronamento di buona parte della copertura calpestabile, presentava numerose ed estese lesioni, con principi di distacco nei pressi delle angolature”.
La risoluzione completa della problematica comporta lavorazioni lunghe e complesse (rimozione del rivestimento in pietra ed esecuzione di nuova facciata a cappotto termico, demolizione e rifacimento del parapetto della copertura piana) che avrebbero un forte impatto sulla vivibilità e sicurezza dell’edificio scolastico. La situazione rappresentava un rischio per la pubblica incolumità di alunni e personale scolastico in quanto le pietre possono cadere in qualunque momento, anche in corrispondenza degli ingressi dell’edificio. Il Rup ha disposto dunque l’esecuzione dei lavori di somma urgenza per il ripristino della sicurezza dell’edificio, al fine di eliminare il pericolo grave e imminente attraverso una serie di opere provvisionali che consentiranno lo svolgimento regolare delle attività didattiche fino al termine dell’anno scolastico, per poi procedere con un appalto per il rifacimento delle facciate e del muro di coronamento. L’importo totale delle somme necessarie ammonta a 17.433,80 euro.
La II commissione ha quindi approvato con 7 voti favorevoli e 3 contrari il bilancio di esercizio Afas per l’anno 2020 il cui esame era iniziato nella seduta precedente.
Oltre all’assessore al bilancio Cristina Bertinelli e al dirigente dell’Area Risorse del Comune di Perugia, Mirko Rosi Bonci, erano presenti in rappresentanza dell’azienda speciale il vicepresidente Francesco Diotallevi e il direttore generale Raimondo Cerquiglini.
Come illustrato nella precedente seduta dall’assessore e dal dirigente, il bilancio Afas 2020, comprensivo delle gestioni delle farmacie per i Comuni di Magione, Città della Pieve e Todi, chiude con un utile d’esercizio di 128.788 euro.
L’utile netto complessivo d’esercizio di 128.788 euro per l’anno 2020 deriva dai seguenti risultati:
- a) utile della gestione propria delle farmacie del Comune di Perugia: 98.915,75 euro;
- b) utile della gestione farmacia di Città della Pieve: 60.474,33 euro;
- c) perdita d’esercizio della gestione della Farmacia n. 10 San Feliciano (Comune di Magione): 14.002,80 euro;
- d) perdita d’esercizio della gestione farmacia di Todi: 16.599,07 euro.
Quanto alla gestione propria riferita alle farmacie del Comune di Perugia, nel 2020 continua, dunque, a presentare valori positivi.
Il valore della produzione dell’esercizio 2020, complessivamente pari a 19,4 milioni, è costituito sostanzialmente da “ricavi da vendite e prestazioni”. Nonostante la pandemia, il perseverare dell’andamento riduttivo del settore farmaceutico e la presenza di scontistica connessa alla farmacia sociale, i ricavi da vendite e prestazioni sono aumentati di 41.561,71 euro rispetto al 2019.
Il costo della produzione sostenuto nell’anno 2020 ammonta a 19,2 milioni di euro ed è costituito principalmente: dall’acquisto di merci e materiali di consumo per 12,1 milioni, da spese per il personale per 3,7 milioni.
I ricavi totali della gestione propria consentono, come in passato, di coprire i costi del venduto (comprensivi delle rimanenze di merci) e di ottenere un differenziale positivo; nell’anno 2020 il differenziale positivo (indicato da Afas come valore aggiunto) è stato pari a 7.407.273 euro in aumento del 4,39% rispetto al 2019.
Quanto alla situazione patrimoniale consolidata, l’attivo patrimoniale 2020 (oltre 10 milioni) presenta, rispetto all’esercizio precedente, un aumento complessivo di 1,7 milioni per effetto dell’incremento dell’attivo circolante, dovuto soprattutto a crediti e disponibilità liquide.
Tali disponibilità liquide ammontano a 2.371.852 euro, in incremento di oltre un milione.
I crediti a fine esercizio 2020 ammontano complessivamente a 1,4 milioni.
Il patrimonio netto di Afas per l’anno 2020 è in lieve miglioramento rispetto all’esercizio precedente.
I debiti ammontano a 7.969.961 euro, costituiti prevalentemente da debiti verso fornitori per 6.821.807 euro.
Il direttore generale Cerquiglini ha sottolineato la valenza sociale che nella situazione pandemica ha rivestito l’attività delle farmacie, tra le poche realtà rimaste aperte durante il lockdown dispensando non solo farmaci, ma anche consigli alla “cittadinanza disorientata”. Il direttore ha ricordato le misure di contenimento del virus che hanno inciso sull’andamento delle farmacie, come “il coprifuoco che impediva di uscire in certi orari, se non per comprovate esigenze e senza varcare i confini comunali, gli ingressi contingentati, ecc.”.
Le criticità causate dalla pandemia da Covid-19 – ha proseguito Cerquiglini richiamando la sua relazione – hanno determinato nel 2020 stravolgimenti della programmazione aziendale, in particolare in materia di formazione, di incontri nelle farmacie fra professionisti della salute e cittadini, di screening cardiovascolare, interrotto a febbraio 2020, determinando la necessità di prevedere la formula di eventi in rete e da remoto; il valore “sociale” di Afas, però, non è mai stato messo in secondo piano. “Stiamo facendo anche i conti con le leggi di settore – ha aggiunto -. Sempre più sono i farmaci distribuiti nelle farmacie in nome e per conto delle Asl; per questo le farmacie ricevono solo un aggio. Se ci sono minori introiti, c’è però un effetto virtuoso sulla spesa sanitaria nazionale”.
Tornando al bilancio di esercizio 2020, il direttore ha spiegato che il peggioramento del Mol (indice che esprime la capacità dei ricavi di far fronte oltre al costo del venduto anche ad altre voci di costo) rispetto a quello previsionale, è legato ai maggiori costi per prestazioni di servizi e oneri di gestione (+ circa 533mila euro rispetto alle previsioni), derivanti da maggiori costi per sanificazioni, da una riclassificazione dei costi per lo svolgimenti di servizi a favore della Asl, da maggiori consulenze amministrative e non, da maggiori spese pubblicitarie. Cerquiglini ha in particolare spiegato che “il 2020 è stato un anno di ristrutturazione” a livello amministrativo. “Fin dal mio arrivo, nel 2013, e con il supporto dei vari cda, l’azienda ha perseguito la strada del controllo di gestione, prima elementare e poi evoluto”, ha anche detto. Quanto alle spese di pubblicità, Cerquiglini ha fatto notare che vi sono numerose voci componenti, dalla gestione della comunicazione, alle campagne sociali al magazine trimestrale.
Il vicepresidente del consiglio di amministrazione di Afas, dal canto suo, ha invitato la commissione a tenere a mente che il 2020, a causa del Covid, ha rappresentato un periodo difficile ed è stato caratterizzato da un “enorme sforzo gestionale da parte del direttore generale, degli uffici amministrativi e del cda”. Il vicepresidente ha ricordato la duplice mission di Afas: la prima è di tipo economico perché “siamo un’azienda speciale, che deve riportare un risultato economico, a fronte anche di un canone di concessione di poco inferiore a un milione corrisposto al Comune”; la seconda è di tipo sociale perché “Afas deve adempiere una serie di servizi comunicativi e gestionali nei confronti dei cittadini che comportano spese aggiuntive, sia pure fatte nell’ottica del maggior risparmio e dell’oculatezza”. Per Diotallevi, “i risultati sono stati comunque positivi con un aumento del fatturato e un andamento positivo delle farmacie e delle iniziative intraprese in ottica gestionale, non ultimo un’operazione di sviluppo che ha visto l’acquisizione della prima sanitaria ortopedica a Ponte San Giovanni”.
Il consigliere Francesco Zuccherini (Pd) si è detto consapevole che “alcuni tipi di attività propri di Afas, legati all’aspetto sociale e della formazione nel 2020 non si sono potuti realizzare appieno” e che “anche il 2021 è un anno di emergenza”, ma ha anche invitato a considerare che ci sono realtà ben più colpite dalla crisi economica legata alla pandemia rispetto al settore delle farmacie. Il consigliere ha poi espresso rilievi a proposito dell’aumento del costo dei servizi, delle consulenze amministrative e delle spese pubblicitarie, chiedendo anche come avvengono le assunzioni in Afas.
Diotallevi riguardo l’ultimo aspetto ha specificato che un’assunzione è stata fatta non in modo diretto ma dando l’incarico a una società di selezione.