La III commissione consiliare permanente, nella seduta del 17 marzo, ha espresso parere favorevole con 8 voti a favore e 5 contrari sulla proposta al Consiglio comunale di “variante al Prg, parte operativa per modifiche al Tuna – adozione ai sensi della legge regionale n. 1/2015”.
Gli aggiornamenti proposti, come spiegato dall’assessore all’urbanistica margherita Scoccia e dal dirigente S.O. Pianificazione territoriale e Progetti strategici Franco Marini, tengono conto di quanto emerso nella gestione del Prg e di nuove esigenze. In particolare, si mira a: garantire una corretta gestione del Prg e del territorio mantenendo inalterati i principi di salvaguardia e valorizzazione dell’ambiente e del paesaggio definiti dalla vigente strumentazione urbanistica (art. 9); semplificare e aggiornare procedimenti e norme rendendo meno vincolanti alcune prescrizioni per accelerare e facilitare la capacità di azione del Piano Operativo anche e soprattutto negli interventi edilizi di minor entità (art. 134, 140 e 164); rendere concreta e attuale la previsione di alienazione dell’area edificabile di proprietà comunale D6 in località Lidarno e consentire nello stesso comparto la realizzazione di un progetto, ritenuto di rilevante interesse pubblico per il territorio, finalizzato alla creazione di un “Nuovo Polo strategico Officina Farmaceutica e Strutture ad elevato contenimento biologico” (art. 155); consentire il miglior uso di funzioni ammesse dal Prg (art. 126, 167, 172); favorire l’inserimento di funzioni pubbliche di pregio in contesti degradati (art. 171); rettificare un riferimento normativo (art. 162).
Tutte le modifiche proposte – si legge nella relazione descrittiva e ambientale sulla variante – non comportano né incremento della SUC ammessa, né incremento del consumo di suolo. Si tratta di variazioni normative che interessano volumi già ammessi dal Prg e che non comportano ricadute sul sistema ambientale. L’unica modifica ai parametri urbanistici – prosegue la relazione – riguarda l’altezza massima consentita per le coperture per piccoli impianti sportivi consentiti nelle zone PprA, cioè “aree destinate alla ricreazione e al tempo libero, organizzate a parco con attrezzature per il gioco, per attività aggregative e per lo sport, sia al coperto che allo scoperto, con i relativi servizi di supporto ivi compresi locali per il ristoro e parcheggi”. Si tratta di aree di proprietà privata di limitata dimensione con una prevalente destinazione a parco in cui sono ammesse attività per lo sport, con una suc di 0,1 mq/mq e una altezza di 4,5 m. Si tratta generalmente di attività legate al tennis e di recente al Paddle, che in alcuni casi necessitano di coperture leggere per consentirne l’uso anche nei mesi freddi. L’altezza di 4,5 metri è inadeguata per svolgere i suddetti sport al coperto; di qui la necessità di consentire impianti con una altezza rispondente alle norme Coni. Si prescrive comunque di non utilizzare materiali con colori riflettenti e di prevedere sempre adeguate schermature. Gli impianti che ricadono in aree con vincolo paesaggistico dovranno inoltre essere preventivamente sottoposti ad autorizzazione paesaggistica.
Per altre due zone del Prg, “Fd” (aree per parchi urbani e territoriali) e “Ppu” (aree per spazi pubblici attrezzati a parco, per il gioco e lo sport) si introduce lo stesso adeguamento alle norme Coni.
Con la modifica all’art. 134 “Aree centrali a funzione integrata” (Ac.fi) è aggiornata la prescrizione particolare per la zona Ac.fi 2 prendendo atto della nuova sistemazione urbanistica approvata con una deliberazione della giunta comunale del 2017, a seguito della decadenza del piano attuativo indicato nella norma.
La modifica dell’art. 140 riguarda, invece, la zona Borghetto di Prepo, dove si trova la sede della Fgci. Viene eliminata la limitazione nelle destinazioni d’uso ammettendo tutte le funzioni consentite per le zone a servizi generali.
L’art. 155 viene modificato alla luce dell’intesa con l’Istituto Zooprofilattico dell’Umbria e delle Marche relativa all’area di proprietà comunale a Lidarno, classificata D6 (i bandi di vendita sono andati più volte deserti). Tale protocollo disciplina i rapporti tra i due enti in ordine alle reciproche esigenze di alienazione e acquisizione del terreno per consentire la delocalizzazione delle strutture dell’Istituto ora situate nel quartiere di San Costanzo e la realizzazione di un “Nuovo Polo strategico Officina Farmaceutica e Strutture ad elevato contenimento biologico”. L’accordo con l’Istituto Zooprofilattico prevede l’approvazione di una variante al Prg con una sostanziale diminuzione del carico urbanistico e riduzione dell’impatto dell’intervento, sia dal punto di vista paesaggistico sia da quello ambientale. La Suc ammessa passa da 25mila a 10mila mq; le destinazioni d’uso, funzionali all’attività dell’Istituto zooprofilattico, saranno ricomprese fra quelle delle zone per servizi generali. Le nuove destinazioni risultano meno impattanti, in termini di carico urbanistico, di quelle ora consentite (attività commerciali, produttive e per servizi). Mantenuta la previsione di ampie aree a verde e di un progetto di elevata qualità architettonica.
Altra modifica riguarda l’art. 164 “Aree per grandi infrastrutture per parcheggio”. Nel grande parcheggio di interscambio del Minimetrò a Pian di Massiano è già ammessa (esclusivamente nell’area “S”) la realizzazione di una struttura edilizia polifunzionale per una Suc pari a circa 4mila mq con le seguenti destinazioni d’uso: 35% per uffici; 35% per piccoli esercizi commerciali (con superficie di vendita inferiore a 250 mq); 15% per esercizi di ristorazione; 15% per attività artigianali e servizi igienici da commisurare al numero di utenti del parcheggio. La modifica non riguarda incrementi della Suc ammessa, ma una maggiore flessibilità nelle destinazioni d’uso già consentite, ferma restando la sola percentuale massima destinata al commercio, che rimane invariata al 35%, senza vincoli sulla grandezza degli esercizi commerciali. Resta invariata la possibilità di realizzare uffici, esercizi di ristorazione, attività artigianali e altro eliminando le percentuali massime per ogni destinazione d’uso, giudicate inadeguate. La modifica non incide sulle grandezze urbanistiche, non genera incremento del carico urbanistico, né incremento del consumo di suolo.
Si è poi tenuto conto dell’accordo con l’Istituto tecnico superiore (Its) dell’Umbria, che intende svolgere attività di servizio e formative post diploma nell’ex scalo merci di Fontivegge che, nell’ambito del programma di riqualificazione “Sicurezza e sviluppo per Fontivegge e Bellocchio” è stato acquistato dal Comune e sarà recuperato. Di qui la modifica dell’art. 171, per cui oltre alle destinazioni previste per il comparto “Spu”, che riguarda l’area dell’ex scalo merci, è ammessa anche l’attività per l’istruzione superiore.
Dopo l’illustrazione della pratica, è intervenuto l’assessore allo sviluppo economico Gabriele Giottoli. A suo avviso la variante incide sul tema dello sviluppo economico in un momento in cui è necessario ricercare soluzioni che possano tutelare posti di lavoro e favorire lo sviluppo di determinate aree. Per Giottoli è importante agire tutelando imprese che operano da decenni nel territorio, tanto più nel momento in cui non si operano forzature urbanistiche ma rimodulazioni di previsioni già esistenti, come a Pian di Massiano.
Emanuela Mori (Italia Viva) ha chiesto i motivi per cui viene diminuita la cubatura della zona D6 e se sia vero che gran parte della stessa sia stata trasferita altrove per consentire l’ampliamento di un insediamento commerciale.
Secondo Fabrizio Croce (Idee Persone Perugia), un’amministrazione dovrebbe avere coraggio e forza di porre il tema dell’autosufficienza energetica ogni volta che si prospetta la nascita di nuove strutture ed edifici. A Pian di Massiano, poi, si stanno creando presupposti per l’insediamento di un nuovo supermercato dopo che più volte è emersa la tematica della carenza di spazi per lo sport e la cultura. Croce ha quindi rilevato, da un lato, la “solerzia” con cui il Comune crea presupposti per la nascita di nuovi supermercati e, dall’altro, la “manifesta impotenza” con cui esso ribadisce che oggi non ci sono le condizioni per fare altri spazi per sport e cultura.
Erika Borghesi (Pd) ha anzitutto sollecitato l’assessore Scoccia riguardo alla modifica del regolamento edilizio. Bisognerebbe trovare un modo – ha sostenuto – affinché questo atto diventi dinamico e possa quindi riflettere l’evoluzione della normativa regionale. Quanto alle modifiche del Tuna, Borghesi ha espresso il suo nulla osta alla modifica che comporta l’adeguamento alle normative Coni. Ha poi definito di non poco conto la modifica dell’art. 164 relativa a Pian di Massiano, visto che era previsto un 35% per piccoli esercizi commerciali mentre ora si intende consentire la realizzazione di grandi strutture. Ha valutato come meritoria la modifica prevista per l’ex scalo merci, unendosi però alla consigliera Mori nel chiedere la motivazione della forte diminuzione di Suc a Lidarno. Da ultimo ha sollevato questioni procedurali, proponendo una votazione articolo per articolo, trattandosi di una pratica relativa a fattispecie diverse che possono andare incontro a diverse valutazioni, e chiedendo se, alla luce della prassi, non fosse necessario votare la variante solo dopo l’approvazione del bilancio.
La consigliera Maria Cristina Morbello (M5s) ha notato che nella relazione descrittiva e ambientale relativa alla variante è riportato in neretto che le modifiche proposte non comportano incremento della Suc, né del consumo di suolo e che non interessano volumi già ammessi al Prg. Il punto, per Morbello, è proprio questo: esse interessano Suc e volumi già ammessi venti anni fa, quando il mondo era diverso e dominava la speculazione edilizia. Quindi ha citato un rapporto in base a cui in Umbria nel 2020 sono stati consumati 48 ettari di suolo in più rispetto al 2019. Nel 2022, a suo avviso, il ritmo di 20 anni fa non è più tollerabile, né necessario per la crescita economica. Più suolo si consuma – ha proseguito – più si inflaziona il mercato immobiliare e più alto è il rischio di invenduto e di default per le imprese di settore. La conservazione della Suc ammessa nel 2002 – ha concluso – non è aspetto positivo da rimarcare in positivo 20 anni dopo; sarebbe necessaria la cancellazione di volumi e di Suc, fatta eccezione per le opere pubbliche che aumentano la qualità di vita dei cittadini. Con riferimento a Lidarno, ha in particolare chiesto agli uffici se fossero al corrente del rinvenimento di resti di epoca romana.
La consigliera Roberta Ricci (Lega) ha espresso apprezzamento per l’operazione che si sta concretizzando in accordo con l’Istituto Zooprofilattico, che consentirà anche di mantenere le attività dell’ente all’interno del territorio comunale. Ha poi chiesto se vi siano garanzie in merito alla possibilità di verificare la qualità architettonica della struttura che sarà realizzata e che tipo di viabilità sia prevista, tenuto conto che l’insediamento avviene in una zona congestionata dal punto di vista del traffico. Ricci ha poi notato, in riferimento ad altri insediamenti di natura privatistica, che questo è un momento particolare e avere soggetti privati che decidono di investire è difficile in un Paese “vessato” da una gestione della pandemia “deficitaria”, che avrebbe impoverito diverse categorie, e ora alle prese anche con le conseguenze della guerra. Ricci ha quindi chiesto se sia possibile dire di no a nuovi insediamenti commerciali qualora già previsti nel Prg.
Francesco Zuccherini (Pd) ha espresso l’esigenza di approfondimenti sulla questione di Lidarno, visto che, tra l’altro, “da mesi si vedono lavori”. Nella variante proposta – ha sottolineato – ci sono modifiche che non hanno lo stesso peso delle altre perché da ritenere decisamente sostanziali e afferenti all’idea di sviluppo della città. Rispetto a Pian di Massiano – ha continuato – il tema non è ciò che prevedeva il Prg, ma quale sviluppo si vuole abbia un’area della città: se nella zona considerata sorgesse un supermercato, “sarebbe il nono o il decimo nel giro di pochi chilometri”, tenuto anche conto della recente variante approvata per un fast food e della delicata situazione dell’ex tabacchificio. Quell’area, a giudizio di Zuccherini, è un enorme fallimento della visione dello sviluppo della città.
Secondo Gino Puletti (Progetto Perugia), invece, le modifiche al Tuna vanno nella direzione di sostenere lo sviluppo di attività in un’area molto vissuta della città e nel senso dello snellimento delle procedure pur senza stravolgere niente. Inoltre, da otto anni a questa parte, per Puletti, lo sforzo maggiore di due giunte è stato quello di rimediare i fallimenti delle precedenti amministrazioni, rappresentati da Fontivegge, Monteluce minimetrò, Ponte San Giovanni e non solo. Rispondendo a Croce, ha notato che in qualsiasi intervento residenziale o produttivo è obbligatorio intervenire con strumenti di autoproduzione di energia e il Comune deve solo verificare che i progetti siano correttamente redatti. Puletti ha poi definito ponderata e ragionevole la soluzione per il terreno di Lidarno che mette a profitto un patrimonio immobiliare del Comune al contempo riducendo la volumetria. In risposta a Morbello ha invece notato che la rigenerazione urbana non deve sempre coincidere con il riutilizzo di suolo: alcune attività sono atipiche e non in armonia con i contesti urbani per svariati motivi, per cui in alcuni casi è ragionevole portarle all’esterno del perimetro urbano.
La consigliera Casaioli ha chiesto conferma del fatto che l’area commerciale a Pian di Massiano era stata prevista nel project financing per realizzare il parcheggio del minimetrò.
L’architetto Marini ha quindi precisato alcuni punti tecnici. Quanto all’area di Lidarno, non c’è alcun trasferimento di cubatura in altro sito e la sua diminuzione è nata dal confronto con l’Istituto Zooprofilattico che ha manifestato tale interesse. Quanto al controllo della qualità architettonica delle strutture che saranno realizzate, esso è previsto. Quanto agli spazi per cultura e sport, ha rimarcato che se ne è tenuto ampiamente conto in diverse operazioni, come quelle per Fontivegge e Ponte San Giovanni. Infine, Marini ha confermato che le previsioni per Pian di Massiano erano state inserite a compensazione della realizzazione del parcheggio al servizio del minimetrò.
È poi seguito un approfondimento sulla tempistica di approvazione della variante, a fronte delle richieste in tal senso da parte di Borghesi: è stato chiarito che l’approvazione della variante poteva avvenire prima di quella del bilancio.
Casaioli, riprendendo la parola, ha espresso un plauso per la variante, soprattutto in relazione al terreno di Lidarno, dove si traferiranno laboratori di valenza nazionale utilizzando finalmente una proprietà comunale; una scelta, questa, a suo avviso intelligente e che guarda al futuro e allo sviluppo a 360 gradi della città e della regione. L’assessore Giottoli ha ulteriormente rimarcato, riguardo a Pian di Massiano, che l’amministrazione si è trovata nella situazione in cui uno spazio era stato già ceduto anni fa con una destinazione definita.
In qualità di presidente della commissione, Casaioli ha quindi disposto di mettere in votazione l’atto in maniera unitaria e non per punti. Borghesi ha espresso contrarietà al riguardo preannunciando comunque voto contrario sulla pratica.