Il tema della mancata costituzione del Comune di Perugia nel processo penale conseguente all’incendio presso l’impianto Biondi a Ponte San Giovanni è stato al centro anche di un’interrogazione della consigliera del M5S Francesca Tizi.
Quest’ultima, dopo aver ripercorso le tappe della vicenda (primo incendio nel marzo 2019 con conseguente ordinanza comunale, secondo incendio nel giugno 2020 con ulteriore ordinanza comunale), ha ricordato che durante un question time del luglio 2020 l’assessore Numerini aveva spiegato che il Comune di Perugia aveva chiesto l’attivazione della procedura propedeutica alla diffida da inviare al gestore sia sulle attività complementari da fare per mettere in sicurezza il sito, sia per l’attivazione di un sistema di sorveglianza h24, onde evitare il verificarsi di altri episodi.
Secondo Tizi gli eventi accaduti, pericolosi e tossici, hanno comportato il rischio di gravi danni alla salute dei cittadini di Perugia.
A seguito dell’attività investigativa intrapresa dalla Procura di Perugia dopo i fatti sono risultate indagate sei persone e la società stessa per reati di diverso genere.
Nel processo penale conseguente alcune associazioni di cittadini si sono costituite parte civile.
In ragione di ciò Tizi chiede di conoscere.
-i motivi per i quali il Comune di Perugia non si è costituito parte civile nel processo penale;
quale programmazione in termini di prevenzione e controllo viene attuata dal Comune per l’argomento rifiuti e incendi;
-se l’attivazione della procedura di cui d.lgs. 152 del 2006 in materia ambientale, richiesta dal Comune dopo l’incendio del 2020, come annunciato dall’Assessore Numerini in occasione del Question Time in premessa, ha portato all’effettivo invio al gestore responsabile della diffida ad adottare misure complementari;
-quali azioni sono state intraprese a tutela della salute pubblica, dell’ambiente e della qualità della vita delle persone che abitano nella zona dell’impianto.
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Intervenendo sui quesiti proposti l’assessore Numerini, sul primo punto, ha rimandato alla risposta fornita a Croce sul medesimo argomento.
Sul secondo punto (programmazione) ha spiegato che per gli impianti di trattamento rifiuti il Comune interviene nell’ambito dei procedimenti delle autorizzazioni ambientali per gli aspetti di conformità urbanistico-edilizia, inquinamento acustico e di prescrizioni del Sindaco quali attività insalubri qualora l’USL ne rappresenti la necessità. Con riferimento al caso in esame, nell’ambito dell’AIA la ditta ha prodotto alla Regione Umbria, autorità competente in materia, il Piano di Monitoraggio e Controllo ed è soggetta ai controlli periodici di ARPA.
Circa l’attivazione della procedura in materia ambientale, l’assessore ha riferito che con nota del luglio 2020 il Sindaco ha chiesto alla Regione Umbria l’attivazione della procedura di diffida per l’adozione delle misure appropriate; la Regione ha emesso la diffida n. 5894/2020 con successive proroghe dei termini assegnati. La ditta nel novembre 2020 ha trasmesso la relazione tecnica concernente l’ottemperanza alla predetta diffida ed ha ottenuto l’attestazione di conformità della Provincia di Perugia.
Infine circa le azioni intraprese a tutela della salute pubblica, Numerini ha riferito che le stesse sono contenute in tutti i provvedimenti emessi dal Comune di Perugia in merito alla vicenda in oggetto, mentre in situazioni di ordinarietà l’attività di tutela preventiva è posta in essere attraverso lo svolgimento dei procedimenti autorizzativi e di controllo dei competenti Enti (es. Arpa, Usl, Comune, ecc.)