Il Consiglio ha approvato all’unanimità con 30 voti a favore l’ordine del giorno presentato dal consigliere Riccardo Mencaglia del gruppo consiliare Fratelli d’Italia, avente ad oggetto: “Adesione del Comune di Perugia alla campagna per il ripristino degli effetti civili della festività del 4 novembre – Giornata dell’Unità Nazionale delle Forze Armate”.
Dopo aver ripercorso le tappe che portarono alla conclusione della “Grande Guerra”, Mencaglia ha spiegato che la data del 4 novembre è stata riconosciuta e festeggiata anche nella nostra città come festa nazionale con effetti civili negli anni che vanno dal 1919 al 1976. Attualmente la giornata, dedicata all’Unità nazionale e alle Forze Armate, non viene più riconosciuta come giorno di festività civile, ina gode unicamente di omaggi e riconoscimenti simbolici da parte delle autorità politiche e militari.
A lanciare la proposta di procedere al ripristino degli effetti civili della festività del 4 novembre è stato l’ufficiale dell’esercito Pasquale Trabucco che ha simbolicamente percorso a piedi l’Italia dal 20 maggio al 9 luglio.
Richieste per ripristinare la festività sono pervenute dal costituito Comitato nazionale per il ripristino della festa nazionale del 4 novembre e dal Consiglio centrale di rappresentanza interforze. Ciò è sfociato in ben otto proposte di legge ed in due interventi da parte del presidente della Repubblica Mattarella.
Ricordando che Perugia ha aderito al progetto “milite ignoto – cittadino d’Italia”, con l’odg Mencaglia propone di impegnare l’Amministrazione:
-a formalizzare il sostegno del Comune di Perugia all’iniziativa dell’ufficiale Pasquale Trabucco, aderendo alla richiesta per il ripristino degli effetti civili della festività del 4 Novembre – Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate;
-a trasmettere il presente atto al Presidente della Repubblica, al Presidente del Senato, al Presidente della Camera, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro della Difesa, ai Presidenti delle Commissioni Difesa di Camera e Senato, al Capo di Stato Maggiore della Difesa, al Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, al Capo di Stato Maggiore della Marina, al Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica; al Ministro dell’Interno, al Comandante generale dell’Arma dci Carabinieri, al Comandante della Guardia di Finanza.
-ad avviare un percorso con le scuole e le associazioni territoriali affinché si favorisca una riflessione collettiva sull’impatto della guerra e sulle sue nefaste conseguenze, al fine di sensibilizzare le nuove generazioni e la cittadinanza tutta ai temi della pace e della nonviolenza, a un ripudio consapevole della risoluzione delle dispute attraverso la via armata e a un sentimento di unità nazionale che fonda i suoi principi sulla Costituzione della Repubblica italiana (quest’ultimo punto del dispositivo è stato aggiunto con emendamento del consigliere Paciotti, accolto dal proponente in commissione).
Aprendo il dibattito il consigliere del PD Nicola Paciotti ha spiegato il senso dell’emendamento presentato in commissione ed accolto dal consigliere Mencaglia, a conferma della piena condivisione della proposta da parte di tutti i gruppi consiliari e della volontà unanime di migliorare il documento. Secondo Paciotti la necessità di coinvolgere le scuole e le associazioni territoriali è fondamentale al fine di sviluppare una riflessione sui temi della pace e della non violenza che partano proprio dalla terra di Aldo Capitini, ossia Perugia e l’Umbria. Dunque una festa, quella del IV novembre, non solo per ricordare il sacrificio del passato ma per diffondere i valori condivisi della pace e della solidarietà.
La consigliera IV Emanuela Mori ha ripercorso le tappe della festa del IV novembre, nata per celebrare la data in cui di fatto terminò la prima guerra mondiale nel 1918. Per onorare i sacrifici dei soldati caduti a difesa della patria il 4 novembre del 1921 venne quindi tumulato presso l’altare della Patria il milite ignoto mentre con il regio decreto del 1922 venne istituita formalmente la festività nazionale. Una giornata per ricordare tutti coloro che avevano sacrificato la vita per un ideale di patria e di attaccamento al dovere, valori che sono rimasti immutati nel tempo. Poi però con la riforma del calendario delle festività nel 1977 la ricorrenza fu resa una festa mobile, con le scelte politiche che misero da parte quelle dei ricordi e della storia.
Nel ricordare che ogni anno l’Italia rende omaggio a tutti i caduti, Mori ha spiegato che ciò che resta ancora da fare, ad un secolo circa dal regio decreto del 1922, è un riconoscimento che vada oltre i libri ed i documentari per non dimenticare veramente i caduti di tutte le guerre e nelle missioni di pace, nonché la figura del milite ignoto, rappresentante anonimo del dramma che la Nazione aveva vissuto, la cui commemorazione unì tutto il popolo italiano.
Nel ringraziare Mencaglia per la proposta, Mori ha quindi sostenuto che il IV novembre non dovrà essere più soltanto la festa delle forze armate, ma di tutto il popolo italiano.
La consigliera Lucia Maddoli, a nome del gruppo IPP, ha preannunciato un voto a favore dell’atto avendone apprezzato lo spirito di fondo. Non abbiamo – ha detto – bisogno di feste, soprattutto ora, che celebrino altisonanti retoriche nazionaliste o belliciste, bensì di utilizzare date come il IV novembre certamente per fare memoria delle tante vittime militari e civili del conflitto ma anche per sensibilizzare la cittadinanza, ed in giovani in particolare, sulla cultura della pace e della non violenza.
Perché solo rifiutando la logica delle guerre potremo rendere onore alle vittime di tutti i conflitti. E’ infine importante che questo messaggio parta proprio dalla terra di Capitini.