Il Consiglio comunale, nella seduta del 22 gennaio presieduto dalla vicepresidente Roberta Ricci, ha approvato all’unanimità con 29 voti favorevoli il Piano di eliminazione delle barriere architettoniche (Peba) delle aree interessate dal progetto Sicurezza e sviluppo per Fontivegge, Bellocchio, Madonna Alta.
Come ricordato dalla presidente della III commissione, Cristiana Casaioli, che ha illustrato l’atto, i Peba (piani di Eliminazione delle Barriere Architettoniche), introdotti dalla legge finanziaria 41 del 1986, sono gli strumenti pensati per monitorare, progettare e pianificare interventi finalizzati al raggiungimento, per tutti i cittadini, di una soglia ottimale di fruibilità degli edifici e degli spazi pubblici di interesse collettivo.
Entrando nel dettaglio, Casaioli ha ricordato che il Comune è impegnato nell’attuazione del Progetto Sicurezza e Sviluppo per Fontivegge, Bellocchio, Madonna Alta, finanziato con il bando per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei comuni capoluogo di provincia, e che, fra gli interventi che rientrano nel suddetto progetto, è prevista anche la redazione del Peba finalizzato a migliorare la connessione delle aree territoriali interessate e a incrementarne l’accessibilità.
Visto l’obiettivo dell’amministrazione di dotarsi di Peba riguardanti tutte le aree cittadine e tenuto conto, altresì, della complessità del territorio perugino, si è deciso di intervenire per ambiti specifici e per fasi cominciando da aree problematiche come Fontivegge e Bellocchio. Tale esperienza pilota potrà successivamente trasformarsi in modello replicabile in altre zone fino ad individuare tutti gli ambiti territoriali del Comune.
Il piano rappresenta il presupposto degli interventi da adottare per eliminare le barriere; per questo è stato realizzato un censimento delle stesse, individuando le modalità per superarle e un’ipotesi dei costi. In sostanza, per ogni strada viene stimato il costo per renderla accessibile.
Il Peba era stato già presentato lo scorso maggio in terza commissione alla presenza dei portatori d’interesse per valutare e, se del caso, recepire proposte di modifica. Pertanto, esso scaturisce anche dall’accoglimento di sollecitazioni giunte dalle associazioni, in particolare in relazione alle persone con problemi cognitivi e di autismo, a seguito della partecipazione in commissione Urbanistica.
In base al Peba, la spesa complessiva per i lavori di contenimento/superamento delle barriere fisiche e percettive esistenti nelle aree territoriali interessate dal “Piano Periferie” è di circa 1,7 milioni così ripartita: 362.763 euro circa per la manutenzione ordinaria; 1.179.446 euro circa per la manutenzione straordinaria; 225.295 euro per progetti specifici. Nel bilancio di previsione 2024-2026 per attuare interventi previsti dal Peba sono stati stanziati 180mila euro.
L’assessore all’urbanistica Margherita Scoccia si è soffermata sull’impostazione data al piano, che si presenta come uno strumento pratico e snello dove gli interventi sono suddivisi per stralci e corredati da una quantificazione dei costi. Il documento, che rappresenta l’inizio di un percorso che interesserà tutto il territorio comunale, si spinge anche oltre le indicazioni normative ordinarie (ad esempio in relazione alla pendenza delle rampe) e per la prima volta pone particolare attenzione anche alle difficoltà delle persone affette da disturbi dello spettro autistico.
Erika Borghesi (Pd), in sede di dibattito, ricordando che tante altre città si sono dotate di un Peba, ha dato atto che si tratta di uno strumento importante per rendere le città più inclusive in quanto rivolto non solo a persone con disabilità, ma a tutti i cittadini, dai bambini agli anziani. Tuttavia, la consigliera ha rimarcato che i 180mila euro previsti nel bilancio 2024-26 sono pochi rispetto all’ammontare complessivo stimato per attuare gli interventi individuati. In dieci anni, inoltre, a suo avviso si è fatto poco o nulla per rendere la città più inclusiva: si potevano mettere in campo, invece, azioni di valore economico modesto ma capaci di dare un segnale di attenzione alle categorie fragili. Ecco perché – ha concluso Borghesi – oggi i cittadini lamentano lo stato di marciapiedi e strade.
Nicola Paciotti (Pd) ha condiviso le preoccupazioni di Borghesi relative alle tempistiche di attuazione. Uno degli strumenti più interessanti del piano, l’abaco delle prestazioni per rendere un’area più fruibile e accessibile, a suo avviso può quindi servire per orientare gli interventi anche in altre zone. Il consigliere ha comunque auspicato che nella prossima consiliatura siano destinate più risorse per l’attuazione e che si provveda a istituire la consulta della disabilità.
Lucia Maddoli (Idee Persone Perugia) ha espresso soddisfazione sia per il primo Peba di Perugia, pur adottato a distanza di anni dalla normativa che lo ha introdotto, sia per i miglioramenti previsti per l’accessibilità della stazione di Fontivegge, garantiti da Rfi e annunciati anche dal sindaco. Per estendere il Peba ad altre aree – ha ribadito Maddoli come già fatto in commissione – sarà fondamentale il dialogo con le associazioni che rappresentano le persone con disabilità e per questo è necessario un luogo permanente di dialogo, cioè il forum per le disabilità, organismo che però non è mai stato convocato. Sarebbe dunque opportuno, secondo la consigliera, farlo funzionare cambiando anche la denominazione in forum dell’accessibilità.
Nicola Volpi (gruppo misto) ha ricordato che il Piano è stato votato in modo trasversale, un giusto approccio al tema e a un atto fondamentale da cui anche la prossima consiliatura dovrà ripartire. A proposito della consulta per la disabilità, Volpi ha detto di credere molto nei processi partecipativi e negli organismi che li rendono possibili.
Gino Puletti (Progetto Perugia) ha rilevato che la normativa per l’abbattimento delle barriere per le amministrazioni è cogente da 37 anni, ma, se ci sono carenze, sono quantomeno condivise da tutte le categorie politiche. L’importante è che ora l’amministrazione si sia dotata di una pianificazione e di un progetto pilota da replicare. Quanto alle risorse finanziarie, è anzitutto necessario fare le progettazioni; in tal modo sarà anche possibile accedere a futuri bandi. Secondo Puletti, ad ogni modo, chi si troverà ad amministrare nel prossimo quinquennio sarà agevolato sul fronte della manutenzione straordinaria grazie a un quadro finanziario che in dieci anni è di gran lunga migliorato.
Scoccia, infine, ha a sua volta espresso soddisfazione per l’adozione del Peba, l’inizio di un percorso che dovrà essere integrato con investimenti pubblici e privati e con gli strumenti urbanistici esistenti e che dovrà coinvolgere a poco a poco tutta la città.