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III Commissione : nuova seduta dedicata all’odg sull’apertura di locali in centro storico

Ampio dibattito sulla proposta di Fioroni

di Redazione PerugiaComunica
26 Gennaio 2023
in Consiglio Comunica, Resoconto
Tempo di lettura:9 min.
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Porte aperte a Palazzo dei Priori
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La III commissione consiliare Urbanistica, presieduta da Cristiana Casaioli, ha discusso nuovamente l’odg presentato dal consigliere di FI Alessio Fioroni: “proposta di riapertura di locali per il pubblico spettacolo nel centro storico – superamento del piano economico commerciale del centro storico”.

Con questo atto, illustrato nel corso della seduta del 19 gennaio (il resoconto è disponibile su Perugia Comunica al seguente link https://perugiacomunica.comune.perugia.it/consiglio-comunica/commissione-urbanistica-discusso-lodg-sui-locali-per-pubblico-spettacolo-in-centro-storico/), Fioroni propone di impegnare l’Amministrazione:

-a rivedere il Piano Economico Commerciale del Centro Storico, prevedendo la possibilità di aprire, o trasferire in acropoli, locali con licenza di pubblico spettacolo, anche quando queste siano connesse al ballo, quando risultino ottemperate le prescrizioni di legge;

-ad individuare, nell’area del Centro Storico, le zone più idonee ad ospitare tali attività;

-a prevedere un limite annuale, o biennale, al numero delle licenze di pubblico spettacolo, rilasciabili per l’area del Centro Storico.

DIBATTITO

Paolo Mariotti vice presidente del consorzio Perugia in centro ha spiegato che le discoteche tradizionali di dimensioni ampie non sono per loro natura possibili in centro storico. Inoltre quando si parla di pubblico spettacolo va precisato che non ci si riferisce solo alle discoteche, perché si tratta di una categoria che ricomprende molteplici fenomeni, la maggior parte dei quali assolutamente compatibili con le esigenze dei residenti.

Secondo Mariotti con un regolamento ben scritto gli eventi di pubblico spettacolo consentirebbero di valorizzare l’acropoli dando spazi per la socialità ai giovani. Dare un’offerta concreta ai ragazzi è quindi più che giusto: se un locale rispetta tutte le normative di legge, il pubblico spettacolo è una forma di intrattenimento corretta e positiva.

Pero Leonardo Panfili di Confcommercio dopo 21 anni dall’adozione del piano è giunto il momento di regolare il fenomeno perché l’apposizione di limiti all’apertura di locali di pubblico spettacolo ha favorito i fenomeni dell’irregolarità, alimentando il mercato con l’abusivismo. Ben venga quindi la rivisitazione del regolamento ed una regolamentazione corretta dell’offerta a beneficio di chi vive ed occupa gli spazi del centro.

Panfili ha spiegato che le attività commerciali dell’acropoli sono le prime ad avere a cuore la sicurezza, il rispetto delle regole e dei residenti tanto da essere disponibili ad investire su di esse.

Il Presidente del Consiglio degli studenti Matias Cravero ha definito l’iniziativa di per sé lodevole nella misura in cui propone di rivedere una pianificazione ormai datata che ha di fatto bloccato l’apertura di attività di pubblico spettacolo in centro con conseguenze dal punto di vista culturale, sociale ed economico.

Cravero ha espresso poi perplessità per gli interventi spot e per il calo dell’offerta culturale avvenuto negli ultimi 10 anni, a suo dire dovuto ad una mancata pianificazione.

Lungo ed articolato l’intervento del capogruppo IPP Fabrizio Croce che ha ricostruito il contesto storico che portò all’emanazione nel 2002 del piano, andato in correlazione con l’introduzione della ztl, provvedimento posto “a protezione” dell’acropoli. Tuttavia la storia ha poi invertito le tendenze a causa dell’introduzione di elementi che di fatto hanno cancellato il senso della delibera: liberalizzazione licenze, divieto di fumo nei locali con conseguenti assembramenti all’esterno, divieto di somministrazione degli alcolici dopo un certo orario ecc., novità in materia di impatto acustico.

Tutto ciò ha prodotto conseguenze importanti delocalizzando i locali da ballo nelle periferie e determinandone il calo di numero in conseguenza dell’obbligo di ottemperare a regole crescenti e dispendiose. Ciò ha portato ad una trasformazione delle attività che si sono dirette verso la tipologia del piano/bar con tutti i limiti noti in termini di rispetto della sicurezza e della legge e con creazione di un regime di concorrenza sleale molto spinto.

Dopo il 2007 con la liberalizzazione si è andati anche oltre vedendo sorgere innumerevoli locali di pochi metri quadri che hanno fornito servizi per migliaia di persone riversatesi in strada senza alcuna responsabilità per l’esercente né controlli adeguati.

Insomma nel tempo si è assistito ad una demonizzazione dei locali da ballo e simili che non ha ragione di essere favorendo altri fenomeni ben peggiori.

Per Croce è quindi giunto il momento di pensare alle cosiddette “balere 2.0”, invertendo il paradigma perché i locali di pubblico spettacolo sono presidi di socialità e sicurezza e non fonte di ogni male. Ben venga quindi l’eliminazione del divieto astratto di apertura di locali nell’acropoli ma si prevedano requisiti e regole precisi cui corrispondano elementi compensativi (regole di decoro e convivenza) cui i titolari degli altri locali dovranno adeguarsi in modo da rispettare una corretta concorrenza.

La capogruppo M5S Francesca Tizi si è detta favorevole ad iniziative del genere proposto, ma contemperando le esigenze di tutti. Ha quindi proposto un emendamento che propone di accorpare nel seguente modo i primi due punti del dispositivo: “Rivedere il Piano Economico Commerciale del Centro Storico, prevedendo la possibilità di aprire, o trasferire in specifiche aree dell’acropoli preventivamente individuate come idonee ad ospitare tali attività, locali con licenza di pubblico spettacolo, anche quando queste siano connesse al ballo, quando risultino ottemperate le prescrizioni di legge”.

Senza una adeguata regolamentazione, per Tizi, il rischio di una conflittualità tra esercenti e residenti diventa altissimo, in ragione delle caratteristiche strutturali del centro storico e delle abitazioni che lo compongono. Per la consigliera finora è mancato proprio questo, ossia un’attenzione preventiva nel concedere le licenze, con conseguenti distorsioni.

Tizi ha detto di essere ben consapevole, come spiegato dalla vice comandante Vitali la scorsa seduta, che il numero dei vigili in organico non è sufficiente per effettuare controlli successivi continui; ecco perché è fondamentale che ci sia una regolamentazione preventiva stringente e dettagliata. Sì dunque ad una città che offra divertimento ma che possa, nel contempo, essere abitata garantendo un alto livello della qualità della vita.

Francesco Zuccherini (PD) ha concordato con Croce che i tempi sono cambiati ed è opportuno rivedere il piano risalente al 2002 essendo mutate le esigenze.

Ha quindi espresso apprezzamento per l’odg portato correttamente all’attenzione di tutte le forze politiche e delle categorie. Zuccherini ha spiegato che Perugia, città universitaria, è stata da sempre per sua natura un campus a cielo aperto; ecco spiegata l’attrattiva esercitata dai locali di pubblico spettacolo. Questa impostazione, tuttavia, nel tempo si è persa con caduta del livello dell’offerta culturale e commerciale.

Vi è quindi la necessità di cambiare passo, pensando ad alternative valide e contemperando le esigenze degli studenti e dei residenti: un tema, quest’ultimo, che non è venuto meno nemmeno dopo l’eliminazione dei locali da ballo nell’acropoli.

Quanto alla questione dei contenitori vuoti, il consigliere ha spiegato che appare difficile pensare che Turreno o mercato coperto possano essere privati delle licenze di pubblico spettacolo.

In conclusione Zuccherini ha presentato i seguenti emendamenti: 1) Aggiungere al Considerato che: gli spazi pubblici, in via di riqualificazione e in attesa di assegnazione, come il Mercato Coperto e il Turreno, per il proprio rilancio necessitano di avere un ripensamento di visione e di politiche da attuare nel centro storico, prevedendo anche la possibilità di avere le autorizzazioni di pubblico spettacolo.

2) Sugli impegni, aggiungere la seguente frase al primo impegno: e contemporaneamente indirizzare i pubblici esercizi che operano nel centro storico in regime di liberalizzazione al rispetto effettivo degli standard minimi di abitabilità, sicurezza, decoro e convivenza con il contesto urbano circostante; ciò anche attraverso l’introduzione di forme innovative di regolamentazione degli stessi, come ad esempio il modello della “Patente a punti”, attuato in vari comuni italiani.

La consigliera Cristiana Casaioli (Progetto Perugia) con riferimento a questi ultimi aspetti ha spiegato che nella passata consiliatura si è cercato, insieme agli esercenti, di trovare delle soluzioni condivise, ma senza che il risultato sia stato raggiunto.

Riprendendo la parola Paolo Mariotti ha invitato i consiglieri a non mettere troppi paletti sulla proposta perché ciò rischia di rendere impossibile, a causa degli alti costi, l’apertura delle attività di pubblico spettacolo.

Il dirigente Roberto Ciccarelli, dopo aver ricordato la genesi della scelta nel piano del 2002, ossia tutelare (come consentiva la normativa) le aree monumentali e di pregio, ha spiegato che è facoltà del Consiglio e dell’Amministrazione, in caso si ritenga l’impostazione superata, di superare i limiti posti nel regolamento. Non è tuttavia possibile mettere ulteriori paletti all’apertura di locali, perché la competenza in tal senso spetta alla normativa primaria ed esula dalle competenze del Comune.

La vice comandante Antonella Vitali ha riferito alla commissione che l’Amministrazione si è data nel tempo alcuni atti di indirizzo in linea con la direttiva Bolkestein, tra cui quello finalizzato a tutelare il patrimonio pubblico insistente nel centro storico.

Quanto al tema del pubblico spettacolo, ha riferito altresì che le limitazioni imposte nel 2002 riguardano solo i locali da ballo ed assimilabili non certo i cinema o teatri.

Quanto al tema dei controlli ha spiegato che ipotizzare servizi strutturati di sostegno all’attività di pubblico spettacolo da parte della polizia locale appare al momento non sostenibile stante l’organico a disposizione.

La dott.ssa Pamela Ceccarelli, funzionaria del Comune, ha spiegato che le valutazioni preventive concernenti l’inquinamento acustico non danno garanzie di successo perché le condizioni poi cambiano quando l’attività è in esercizio e spesso i limiti non vengono rispettati. Ha poi ricordato che le verifiche sugli sforamenti dei limiti spettano ad Arpa che ha a disposizione un solo tecnico per tutta la provincia di Perugia: ciò significa che su 20-25 esposti all’anno, solo un paio confluiscono in una relazione finale di Arpa. L’Amministrazione comunale, pertanto, non è che non voglia recepire le segnalazioni dei cittadini, ma ha le mani legate dal sistema.

Riprendendo la parola la presidente Cristiana Casaioli ha sostenuto che compito della commissione e del consiglio deve essere di ascoltare le esigenze dei cittadini contemperando due esigenze: rendere più attrattivo il centro e tutelare la residenzialità.

Paolo Befani (FdI) ha parlato di iniziativa importante per dare respiro al centro storico.

Ha concordato con Mariotti sull’importanza del tema delle superfici minime che i locali da ballo devono avere: ciò contribuisce a semplificare molto la questione, visto che è impensabile oggi veder sorgere locali piccoli come avveniva negli anni ’80, non essendo più a norma.

Condivisibile anche la questione di non mettere troppi paletti circa l’apertura di nuove attività per non vanificare la proposta, essendo già sufficienti le regole vigenti.

Ha quindi chiesto al dirigente di sapere se sia possibile ipotizzare che un’azienda/esercente, prima di far partire l’iter per la concessione di un’autorizzazione, possa chiedere un parere preventivo della commissione di pubblico spettacolo evitando i rischi successivi all’investimento. Anche per Befani, infine, vi sono luoghi dell’acropoli che appaiono più adatti ad ospitare locali e che sono facilmente adeguabili.

Il dott. Ciccarelli ha spiegato che la possibilità teorica esiste, anche se normalmente, in presenza di un investimento importante, un esercente ha una certa dimestichezza con i costi e le regole da rispettare; per l’effetto il parere finale della commissione giunge quando gli adempimenti sono stati tutti ottemperati.

L’assessore allo sviluppo economico Gabriele Giottoli, intervenendo sul tema, ha ringraziato gli uffici per il quadro fornito e per aver segnalato quelle che sono le problematiche connesse a questo tema. Ha comunque sostenuto che politicamente un’Amministrazione deve dettare un indirizzo preciso su quelle che sono le azioni che intende porre in essere.

Nel ricordare la genesi del piano del 2002, Giottoli ha tenuto a precisare che i locali da ballo possono, per loro natura, come tantissime altre attività determinare alcuni disagi per i residenti, indipendentemente dal fatto che si trovino in centro storico, nella città compatta o in periferia. Il vero punto è che esistono delle regole e queste devono essere rispettate dagli esercenti per garantire una equa convivenza: appare pertanto inutile mettere ulteriori lacci o lacciuoli che rischiano solo di ingessare il sistema.

L’assessore, tornando all’acropoli, ha portato l’esempio del 110 caffè, locale cui è stata tempo fa concessa una deroga all’esercizio del pubblico spettacolo, essendo ubicato in un’area che non confligge con la residenzialità; nulla esclude che possa essere ripetuta l’esperienza altrove in presenza delle condizioni adatte per farlo.

Giottoli si è detto contrario alle guerre preventive contro i locali da ballo, perché i paletti per aprirle già sono previsti nella normativa nazionale e vanno applicati. Con ulteriori limitazioni, invece, si rischia solo di alimentare il mercato irregolare.

L’assessore ha quindi espresso l’auspicio che commissione e consiglio adottino un indirizzo che vada verso la riapertura dei locali da ballo; locali che dovranno rispettare le regole imposte, in centro storico, come altrove. Nessuna volontà quindi di scatenare aperture indiscriminate di discoteche in centro, ma volontà di normalizzazione una situazione trovando spazi e luoghi adatti per farlo.

La consigliera Elena Ranfa (PD) ha spiegato, a fronte delle valutazioni dei tecnici comunali, che è compito del Consiglio di guardare ad una progettualità più ampia tesa alla valorizzazione del centro storico ed alla creazione di una forte empatia dei giovani verso l’acropoli. Quest’ultimo sentimento si sta perdendo perché ormai in centro non vi è più la possibilità di rimanere dopo un certo orario per assistere a spettacoli adatti ai giovani. E non può essere il controllo delle forze dell’ordine a sostenere un sistema che deve invece fondarsi sulla programmazione costruita nel confronto con esercenti e residenti.

Sì dunque all’attenzione per il centro storico, ma senza che ciò sfoci in eccesso restrittivo.

In replica Fabrizio Croce (IPP) ha chiarito che: apertura di un locale significa maggiore sicurezza perché si tolgono persone dalla strada; inoltre i locali di pubblico spettacolo hanno impianti sonori fissi ed è quindi plausibile che rispettino i limiti essendo tarati alle regole imposte. Cosa che non accade per le attività che fanno musica occasionale. Infine la proposta della patente a punti è pensata per regolamentare l’attività dei locali che operano senza il rispetto delle regole e non per gli esercenti ligi alle norme.

Chiudendo il dibattito il proponente Alessio Fioroni ha rimarcato che compito del Consiglio comunale è approvare un indirizzo; poi spetterà a giunta ed uffici implementarlo e renderlo concreto. Fioroni ha invitato i consiglieri a tenere conto di quanto riferito da Ciccarelli, ossia che non è possibile mettere ulteriori paletti all’apertura di locali in caso si superi il piano del 2002, in quanto non di competenza del Comune. Sì ad un piano, quindi, che non sia troppo ingessato. Rispondendo a Cravero, infine, Fioroni ha spiegato che questa non è un’iniziativa spot, ma un primo atto che, si auspica, possa aprire un percorso più ampio.

L’obiettivo dell’odg in sostanza è di superare un’ambiguità tutelando esercenti e cittadini rispetto alle situazioni irregolari.

Votazione prevista per la prossima seduta.

Tags: commissioneUrbanistica
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