La III commissione consiliare Urbanistica, presieduta da Cristiana Casaioli, ha discusso l’odg presentato dal consigliere di FI Alessio Fioroni: “proposta di riapertura di locali per il pubblico spettacolo nel centro storico – superamento del piano economico commerciale del centro storico”.
Illustrando l’atto Fioroni ha sottolineato che generazioni di giovani, in una città da sempre vivace come è Perugia, si sono resi interpreti e protagonisti della vita e della cultura cittadina dando corso ad importanti momenti di aggregazione e condivisione di spazi fisici, artistici, di svago ed intrattenimento. In particolare è stato il centro storico ad essere fulcro di tale attività grazie ad una vasta offerta di intrattenimento e di spazi destinati al pubblico spettacolo.
In questo contesto l’Amministrazione ha adottato, con deliberazione del Consiglio comunale n. 33 del 2002, il Piano Economico Commerciale del Centro Storico. L’atto, nella parte concernente la regolamentazione dell’insediamento delle attività economiche nel Centro Storico, vieta l’apertura ed il trasferimento di esercizi rientranti nelle categorie: discoteche, sale da ballo, sale giochi.
Altre deliberazioni sul tema sono state assunte nel 2012 (criteri qualitativi di programmazione delle attività di somministrazione al pubblico, di alimenti e bevande) e 2013 (deroga al PEC del Centro Storico, per l’area detta “della Conca”, lungo Via Pascoli, così da favorire l’apertura, all’interno del complesso universitario, di uno spazio avente anche destinazione d’uso per pubblico spettacolo, intrattenimento musicale e danzante).
Nel 2014, infine, il Consiglio Comunale, ha approvato a maggioranza l’odg presentato dall’allora consigliere PD Tommaso Bori, su: “Autorizzazione per locali in centro storico con licenza di pubblico spettacolo”.
In relazione al tema generale, Fioroni riferisce che il Centro Storico è, da qualche tempo, in via di riqualificazione e rappresenta un’area commerciale e di intrattenimento naturale, per cui si rende sempre più necessaria una strategia di integrazione tra diverse tipologie di offerta onde favorire le ricadute benefiche per commercio e turismo.
In particolare la salute dei centri storici non può più prescindere da spazi di socialità, idonei a riportare e/o consolidare la presenza dei cittadini scongiurando i fenomeni di illegalità e vandalismo.
Pur con ciò emerge che dal 2002, è fatto divieto di apertura, di locali destinati al Pubblico Spettacolo, in tutta l’area del centro storico cittadino e non esistono ad oggi spazi a ciò destinati. Appare, invece, necessario modificare il Piano Economico Commerciale del Centro Storico, al fine di vietare le licenze di pubblico spettacolo, intrattenimento musicale e danzante per i locali, solo se non rispettose dei criteri qualitativi previsti, in materia di sicurezza ed accesso, metrature minime ed insonorizzazione, permettendo di conseguenza l’apertura ai locali che abbiano ottemperato alle prescrizioni legislative.
In ragione di ciò, nel dispositivo, Fioroni propone di impegnare l’Amministrazione:
-a rivedere il Piano Economico Commerciale del Centro Storico, prevedendo la possibilità di aprire, o trasferire in acropoli, locali con licenza di pubblico spettacolo, anche quando queste siano connesse al ballo, quando risultino ottemperate le prescrizioni di legge;
-ad individuare, nell’area del Centro Storico, le zone più idonee ad ospitare tali attività; -a prevedere un limite annuale, o biennale, al numero delle licenze di pubblico spettacolo, rilasciabili per l’area del Centro Storico.
L’assessore al commercio Clara Pastorelli ha sostenuto che, in considerazione dei miglioramenti registrati in centro storico grazie alla riqualificazione voluta dall’Amministrazione, è necessario offrire ai cittadini, agli studenti ed ai turisti un’offerta si spettacoli maggiore. L’odg è quindi attuale e necessita di un opportuno approfondimento.
Pastorelli si è detta favorevole ad aumentare la proposta di intrattenimento rivolta a tutte le fasce di età ed in forme diverse: pubblico spettacolo e attività culturale.
L’assessore ha però evidenziato che la proposta è delicata perché il nocciolo della questione risiede nella forte conflittualità che c’è stata ed ancora c’è tra le esigenze dei residenti, degli operatori e dei fruitori.
Attualmente tanti pubblici esercizi, che possono diffondere musica, pur senza ballo, e che offrono piccoli intrattenimenti, sono oggetto di esposti continui da parte dei residenti sia per l’inquinamento acustico che per gli assembramenti che determinano.
Altro argomento da portare nella riflessione riguarda le ingenti spese che attualmente un esercente è costretto ad affrontare per poter mettere a norma i locali ubicati in centro storico (insonorizzazione, ecc.), spesso causa di rinunce.
Ben venga, in sostanza, la riflessione sul tema con l’obiettivo di trovare un equilibrio partendo dal presupposto che Perugia ha effettivamente un’impostazione molto restrittiva rispetto a città universitarie vicine.
Per Giovanni Rubeca (confcommercio) il tema è molto sentito dalla sua associazione che è favorevole all’apertura di locali di intrattenimento per valorizzare l’offerta del centro storico e riqualificare strutture abbandonate da tempo. Ovviamente le aperture dovrebbero avvenire rispettando le esigenze dei residenti e le norme di legge. Confcommercio ritiene in ogni caso che sul punto occorra dare un segnale preciso consentendo, con le dovute accortezze, riaperture di locali di tal genere.
Il dirigente dell’U.O. servizi alle imprese Roberto Ciccarelli ha spiegato che le finalità del piano del 2002 erano di tutelare l’ambiente urbano inteso in senso ampio (rispetto per i residenti e dei luoghi) evitando rumori ed assembramenti provenienti da locali per il pubblico spettacolo e da attività non in linea con le aree monumentali (officine ecc.).
Quella del 2013 in via Pascoli, tecnicamente, non è stata una deroga bensì una riperimetrazione della zona protetta, vista l’ubicazione del locale interessato posto in un’area lontana dalle abitazioni.
Ciccarelli ha confermato che il settore dei pubblici spettacoli sconta una normativa molto dettagliata con regole ferree e onerose da rispettare per gli imprenditori.
L’assessore allo sviluppo economico Gabriele Giottoli ha sostenuto che è arrivato il momento di affrontare questo tema, visto che, rispetto al passato, sono drasticamente cambiati gli scenari ed è inevitabile che si parli di riapertura di locali per l’intrattenimento, la cui funzione è di attrarre i giovani, favorendo l’aggregazione sociale.
Per anni a Perugia la musica dal vivo e locali come pub e simili sono stati il motore dell’economia dell’acropoli con benefici in termini di socialità, turismo e sicurezza.
Ciò è andato, come noto, in contrasto con la residenzialità visto che all’epoca le strumentazioni tecniche per attutire l’inquinamento acustico erano limitate. Oggi con i passi in avanti fatti dal progresso è opportuno che si torni ad affrontare il tema, con la consapevolezza che è possibile trovare un equo contemperamento tra esigenze diverse.
Partendo da una metodologia: ossia che è corretto sanzionare chi viola le norme, ma che non si può criminalizzare un’intera categoria e soprattutto chi opera correttamente.
Infine Giottoli ha espresso l’auspicio che, in caso di accoglimento dell’odg, questo possa venire concretamente attuato.
La vice comandante della Polizia locale Antonella Vitali ha parlato di tema difficile da affrontare essendo in campo esigenze che si pongono in netto contrasto tra loro, quelle dei residenti e quelle degli esercenti. Vitali ha preannunciato che la scelta di consentire l’apertura di locali di intrattenimento in centro avrebbe degli effetti significativi per i carichi di lavoro della polizia locale che già oggi è tempestata da continue richieste di interventi ed esposti legati alla musica troppo alta o per gli schiamazzi provenienti da assembramenti, in centro come nelle periferie. Riportare locali nell’acropoli amplificherebbe questi aspetti nonché le inevitabili problematiche in termini di viabilità e sosta “selvaggia”.
Vitali ha riferito che rispetto all’anno scorso sono in crescita le sanzioni per disturbo del vicinato, per i pubblici spettacoli abusivi e per violazioni dei limiti di inquinamento acustico. Dunque il quadro non è semplice così come i controlli e le risposte alle richieste di intervento non possono essere sempre tempestivi stante l’attuale organico a disposizione della polizia locale.
L’ultimo intervento tecnico è stato della dott.ssa Pamela Ceccarelli dell’area governo del territorio-inquinamento acustico del Comune di Perugia. La funzionaria ha spiegato che i problemi tecnici legati al tema, rispetto al 2002, non sono cambiati. In merito all’’inquinamento acustico la normativa prevede oggi due limiti: uno legato alla zona e l’altro cosiddetto differenziale. Quest’ultimo è vigente in tutta Italia e viene registrato da Arpa, nei casi di esposti, misurando il rumore durante l’attività economica ed a riposo. Il differenziale tra le 22 e le 6 non può essere superiore a 3, mentre negli altri orari a 5. Va considerato che il rumore in centro storico “a riposo” è pari a zero stante l’assenza di traffico rispetto alle periferie.
Ceccarelli ha ricordato che all’epoca della delibera del 2002 vi erano in centro molti locali di intrattenimento la cui attività determinava forti contrasti con il diritto al riposo di residenti e di ospiti delle strutture alberghiere con conseguenti contenziosi, esposti fino a portare alla chiusura dei locali.
La funzionaria ha spiegato che in caso di esposti Comune ed Arpa sono obbligati a procedere con le rilevazioni del grado di rumore; nei casi di accertamento della violazione i dati vanno obbligatoriamente tramessi ad Asl che può richiedere l’adozione di provvedimenti contingibili ed urgenti necessari per difendere la salute pubblica.
Infine Ceccarelli ha evidenziato che gli immobili presenti nel centro storico della città sono per lo più molto dotati e costruiti a “mattoncino”; una struttura, questa, che amplifica i rumori rendendo estremamente complicata ed onerosa l’insonorizzazione da parte degli esercenti. Si rimarca infine che la normativa attribuisce la responsabilità ai titolari dei locali anche per i rumori causati dall’utenza presente all’esterno delle strutture.
Replicando agli interventi Alessio Fioroni ha sostenuto che, come avvenuto per la delega in favore del locale posto in via Pascoli, vi sono certamente altre aree periferiche del centro in cui è pensabile, con tutti i dovuti accorgimenti tecnici, prevedere locali per il pubblico spettacolo. Ciò anche alla luce del fatto che le tecniche per l’insonorizzazione sono molto cambiate e consentono soluzioni impensabili negli anni’80 o ’90.
Per questo Fioroni ha rivolto un appello alla politica a fare le sue scelte, al netto della partecipazione e dei pareri tecnici da rispettare.
Dibattito rinviato per gli approfondimenti alla prossima seduta.