La III commissione, presieduta da Cristiana Casaioli, nella seduta del 20 luglio ha esaminato due pratiche.
In primo luogo, è stato discusso l’ordine del giorno presentato dal consigliere comunale Fabrizio Croce del gruppo consiliare Idee Persone Perugia, avente ad oggetto: “Destinazione d’uso e livelli di sicurezza del Bio-laboratorio che verrà realizzato a Lidarno, in un’area ceduta dal Comune e maggiori informazioni sul progetto e, in generale, sulle attività sperimentali svolte dall’Istituto Zooprofilattico dell’Umbria e delle Marche”.
Presenti in aula: Vincenzo Caputo, direttore generale Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Umbria e delle Marche “Togo Rosati” e l’assessore all’urbanistica Margherita Scoccia.
Il consigliere Croce ha ricordato che lo scorso ottobre è stata formalizzata la cessione all’Istituto Zooprofilattico sperimentale di Umbria e Marche di un’area ubicata a Lidarno, originariamente destinata ad altro uso, da parte del Comune di Perugia. L’IZSUM intende mettere a punto un progetto finalizzato alla realizzazione di un “Polo Strategico produttivo nazionale pubblico con strutture ad elevato contenimento biologico” (del tipo contrassegnato dalla sigla BLS3), in altre parole andrà a realizzare un bio-laboratorio con annessa officina farmaceutica destinato essenzialmente allo sviluppo e alla produzione di vaccini per il controllo delle malattie degli animali. Tale struttura dovrebbe assolvere al compito di assicurare il supporto sanitario alle filiere zootecniche nazionali attraverso la messa a punto e la fornitura di vaccini che portino a ridurre l’utilizzo di antibiotici e di produrre presidi immunizzanti “d’urgenza” per fronteggiare situazioni sanitarie di emergenza che dovessero presentarsi sul territorio nazionale (o all’estero).
L’IZSUM – continua Croce – già dispone, in un’area cittadina molto più vicina all’abitato (in via Salvemini, a ridosso della facoltà di Veterinaria), di un laboratorio “ad alto contenimento biologico” operativo da diverso tempo e della cui attività, al di fuori degli addetti ai lavori, si conosce ben poco.
La realizzazione di un laboratorio di livello 3 – scrive ancora il consigliere – in cui possono essere manipolati microrganismi di elevata pericolosità per gli animali e l’uomo, ha implicazioni di carattere igienico-sanitario che passano dalla possibile presenza in loco di animali affetti da patologie alla sperimentazione di vaccini, fino alla manipolazione in vivo e in vitro di agenti virali potenzialmente pericolosi. Una iniziativa analoga avviata a Pesaro ha generato un significativo dibattito in città ed è in attesa di essere affrontata in Consiglio comunale.
La parte Sud dell’area in oggetto risulta essere (come da relazione alla Variante al P.R.G. datata Marzo 2014) sottoposta a vincolo in quanto “area di salvaguardia paesaggistica dei corsi d’acqua” per la quale vanno seguite le condizioni riportate nell’art. 141 del TUNA.
Ciò premesso, nell’atto si prevedono per il sindaco, massima autorità sanitaria del territorio, e per la giunta i seguenti impegni:
-esercitare quanto in loro potere per attuare ogni possibile misura di sicurezza e garanzia volta ad evitare presenti e futuri rischi legati a questo tipo di attività, a tutela della salute dei cittadini e del territorio circostante, tanto più se svolte a distanza relativamente breve da aree abitate e corsi d’acqua;
-richiedere all’IZSUM informazioni puntuali sia sullo stato di avanzamento dell’opera sia sulle attività che andranno a svolgersi al suo interno;
-attivarsi per dare massima trasparenza al complesso delle attività presenti e future svolte dall’IZSUM nel campo della biotecnologia e della eventuale manipolazione di agenti patogeni, nella forma di convegno, conferenza o altra attività di confronto pubblico (tipo assemblea), magari da organizzare in collaborazione con Università e esperti di settore, per informare la cittadinanza sugli obiettivi delle strutture presenti nel territorio comunale, nonché sulle misure predisposte a garanzia di tutti i possibili rischi.
Il direttore generale Vincenzo Caputo ha ricordato il ruolo dell’Istituto, che ha sei sedi operative nei territori, specificando in particolare che esso non fa ricerca primaria e opera sotto la vigilanza dell’Ue e del Ministero della salute. Si tratta di una struttura pubblica che certifica tutte le attività in materia di sanità degli animali e di sicurezza alimentare; svolge anche alcune attività di produzione di prodotti in favore del mondo animale. Lo Zooprofilattico è dotato di reparti e personale di altissima specializzazione, è sottoposto a rigidissimi controlli e ha il dovere di costruire laboratori ad altissima sicurezza nel rispetto del principio della minimizzazione del rischio. “BLS 3” è una sigla che corrisponde a uno specifico livello di sicurezza. Un confronto dialettico su certi temi è senz’altro possibile e si pensa a un momento di presentazione in autunno e a incontri su temi specifici. Ora si pensa di realizzare una struttura più moderna di quella esistente nella zona di San Costanzo. La volumetria è stata ridotta, rispetto al progetto iniziale, è previsto molto spazio a verde e si pensa di aprire alcune aree alla frequentazione della cittadinanza. Il direttore generale ha auspicato 36 mesi per realizzare il tutto; in 24 mesi si potrebbero inaugurare almeno alcune strutture.
Caputo ha risposto a quesiti specifici presentati da Gino Puletti (Progetto Perugia), Lorenzo Mattioni (Lega), Roberta Ricci (Lega), Michele Cesaro (Forza Italia). Quest’ultimo ha espresso l’auspicio che si superi ogni residuo timore rispetto alla presenza sul territorio di una vera e propria eccellenza come l’Istituto.
E’ stata prevista una successiva seduta della commissione per altre audizioni.