E’ stato respinto con 13 contrari (maggioranza) e 9 a favore (opposizione) l’ordine del giorno presentato da Sarah Bistocchi e Francesco Zuccherini sulla richiesta di modifica del punto vaccinale di Perugia. Gli istanti ricordano che, a causa della crisi sanitaria in atto, era stato necessario inizialmente individuare un unico punto vaccinale ubicato a Ponte d’Oddi; nel tempo, tuttavia, tale “hub” è risultato insufficiente a coprire le necessità della popolazione. Da qui la decisione di aprire a Perugia e Comuni limitrofi ulteriori centri. Con decisione successiva, assunta tramite l’ordinanza del sindaco del 3 agosto 2021, si è poi deciso di chiudere i punti vaccinali di Torgiano, San Mariano, Ponte San Giovanni e Ponte d’Oddi per unificarli in un unico punto vaccinale a San Marco, all’interno della palestra comunale. I consiglieri di opposizione criticano sia la decisione di concentrare in un unico luogo la sede vaccinale di un territorio molto ampio, che supera i già estesi confini comunali, sia, in secondo luogo, la scelta di utilizzare quale hub vaccinale una palestra attiva, l’unica presente in quel territorio, posta peraltro al servizio non solo delle associazioni sportive ma anche delle numerose scuole del quartiere, “fortemente penalizzate” da ciò.
“Dopo un lungo periodo di chiusura di tutte le scuole e di sospensione delle attività sportive – spiegano gli istanti, – è finalmente ripartita una fase della vita di tanti bambini e ragazzi, grazie all’inizio della scuola in presenza e delle attività sportive. L’ordinanza in vigore fino al 31 ottobre 2021 rende però impossibile ai ragazzi e alle ragazze di questo esteso territorio di potere usufruire della palestra”.
In considerazione di ciò, i proponenti chiedono che l’esecutivo di Palazzo dei Priori si attivi con urgenza per individuare un nuovo hub vaccinale che consenta di proseguire e potenziare la campagna vaccinale senza dover interrompere le attività scolastiche e sportive di importanti impianti come quello della palestra comunale di San Marco.
Chiedono per l’effetto di riconsegnare al più presto la palestra alle attività della scuola e delle associazioni sportive che la gestiscono.
L’assessore alla protezione civile Luca Merli ha spiegato che il Comune di Perugia non ha a disposizione locali liberi di proprietà con i requisiti richiesti dalla asl (parcheggio, accessibilità, dimensioni ecc.) da destinare ad hub vaccinale. Per questo la scelta di San Marco è stata obbligata.
La decisione di unificare i precedenti punti vaccinali sparsi per il territorio, in ogni caso, non ha determinato un peggioramento del servizio ma un miglioramento dello stesso, come spiegato da asl in commissione, per una semplificazione del sistema anche in relazione al trasporto dei vaccini. Nessuno – ha continuato Merli – sottovaluta l’importanza dello sport e dell’educazione fisica a scuola, tanto è vero che tutte le attività, prima svolte a San Marco, sono state ricollocate altrove. “Abbiamo quindi scelto il male minore senza sopprimere alcunché, ma trovando un equo contemperamento tra le attività sportive e scolastiche da una parte e quelle sanitarie dall’altro”.
Per il futuro – ha concluso Merli – è impensabile di cambiare l’hub di San Marco prima del termine dello stato di emergenza (31 dicembre salvo proroghe); l’auspicio è che terminata l’emergenza si possano individuare altre soluzioni tornando progressivamente alla normalità.
In replica Francesco Zuccherini (PD) ha evidenziato che c’è un tema nella zona di San Marco-Montegrillo di gestione critica degli spazi pubblici che non convince. Per questo sarebbe fondamentale riqualificare la struttura dei Rimbocchi perché potrebbe rivestire un ruolo decisivo per le politiche comunali anche scolastiche.
Zuccherini, rispetto alla scelta dell’hub di San Marco, si è detto perplesso su un punto: se è vero che si è voluto aprire quel sito per garantire fino a 2mila vaccinazioni al giorno, ciò stona con le poche centinaia di somministrazioni che oggi lì vengono effettuate per le quali, dunque, sarebbero bastate anche altre strutture. Di certo è impensabile ipotizzare di tenere occupato ulteriormente il palazzetto anche oltre il periodo di emergenza con ciò penalizzando le attività sportive e scolastiche istituzionalmente ubicate nella struttura.
Quanto alla dislocazione delle stesse altrove, Zuccherini ne ha preso atto, ma spiegando che in alcuni casi (es. Mantignana) la distanza ha reso impossibile l’effettuazione delle attività specie scolastiche.