La IV commissione consiliare, presieduta da Michele Cesaro, ha esaminato l’ordine del giorno di Progetto Perugia su “Istituzione della giornata della vita nascente”. L’odg è stato approvato con 8 voti favorevoli della maggioranza, 3 contrari (Maddoli, Zuccherini, Paciotti) e un astenuto (Morbello).
L’atto, illustrato dal consigliere Nicola Volpi, ricorda “i dati Istat documentano per il 2020 un ulteriore calo demografico, che è certamente dovuto in parte alla pandemia da Covid-19, ma si iscrive in una linea di continuità: dal 1975 ad oggi le nascite sono sempre diminuite, con una discesa più sensibile nell’ultimo decennio. Le conseguenze dell’inverno demografico sono molteplici, e investono campi diversi. Un Paese che invecchia è meno dinamico e vitale, meno capace di innovazione e creatività, meno aperto al futuro. Lo squilibrio generazionale minaccia il sistema pensionistico e quello sanitario, con effetti pesantemente negativi per le future generazioni. Ma la denatalità danneggia anche la tenuta del tessuto relazionale, producendo solitudine per gli anziani e un progressivo impoverimento della coesione comunitaria e solidaristica del Paese”.
“L’Italia – prosegue l’atto – ha anche un grave e annoso problema di abbandono dei piccoli Comuni e delle aree interne, soprattutto lungo la dorsale appenninica. Anche in questo caso lo spopolamento produce danni in diversi ambiti, tra cui la salvaguardia del territorio e della biodiversità, la conservazione delle tradizioni culturali e del patrimonio storico, architettonico e paesaggistico. Ma se la questione della desertificazione abitativa, in relazione anche agli eventi sismici, è stata approfondita dagli esperti e affrontata dai politici, gli sforzi per porvi rimedio sono destinati all’insuccesso se collocati in un contesto di generale depressione demografica. Il premier Draghi ha posto con forza il problema della denatalità, e l’Italia può fare tesoro delle buone pratiche già sperimentate in altri Paesi, dall’assegno unico agli asili nido, dai servizi alla genitorialità alle politiche di conciliazione, dai congedi parentali a una maggiore equità fiscale per le famiglie. Queste misure, su cui il nostro Paese è in ritardo, sono necessarie ma non sufficienti. I fattori che frenano la natalità non sono solo economici ma anche culturali, come emerge ormai chiaramente da indagini sociologiche e statistiche”.
Secondo il consigliere Volpi, “è importante tornare a dare prestigio sociale al ruolo genitoriale, saper comunicare la ricchezza della relazione con i figli, fugare i dubbi e i timori su maternità, parto e allattamento, informare in generale sulle buone pratiche e su tutti gli aiuti introdotti da amministrazioni pubbliche e da privati a sostegno di chi desidera diventare genitore. Sono queste le finalità dei progetti di legge, ad oggi sei, depositati sia alla Camera che al Senato, per istituire, il 25 marzo, la Giornata della Vita Nascente. Si tratta di proposte prive di costi, firmati da esponenti di forze politiche di diversa collocazione, che mirano a dare un forte segnale culturale, ad aprire un dibattito che coinvolga tutto il Paese: lo Stato, le Regioni e gli Enti Locali organizzano o promuovono, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, manifestazioni pubbliche, cerimonie, incontri, momenti comuni di informazione e di riflessione, anche nelle scuole di ogni ordine e grado, al fine di diffondere informazioni sulla gestazione, sulle comunicazione e l’interazione relazionale precoci tra madre e figlio, sulle cure da prestare al nascituro e alla donna in stato di gravidanza, sui diritti spettanti alla gestante, i servizi sanitari e di assistenza presenti sul territorio, la legislazione sul lavoro a tutela della madre e del padre, nella prospettiva di far emergere tutta la positività dell’esperienza genitoriale”.
L’odg intende quindi impegnare il sindaco e la giunta, “in continuità con le politiche già in atto dell’amministrazione comunale sulla valorizzazione del ruolo della famiglia e dei comuni amici della famiglia”, a sottoscrivere l’appello, proposto dalla Rete per la Giornata della Vita Nascente, la quale prevede la firma dei sindaci di tutta Italia da consegnare al Parlamento per ottenere la calendarizzazione delle sei proposte di legge presentate da parlamentari di tutti gli schieramenti politici per istituire la Giornata della Vita nascente.
Sono stati quindi sentiti l’assessore alle politiche sociali Edi Cicchi, Assunta Morresi dell’Università di Perugia (Dipartimento di Chimica, Biologia e Biotecnologia), Vincenzo Aquino, coordinatore regionale dell’Associazione nazionale famiglie numerose (Anfm) e Elisabetta Mazzeschi, componente del Direttivo nazionale Art. 26.
“Con proposte di legge bipartisan – ha detto Morresi – si dà un segnale unitario sull’importanza, dal punto di vista delle politiche pubbliche e dell’agenda politica, del diventare genitori. Il valore enorme della giornata da istituire sta nel riconoscere che diventare genitori è, sì, una scelta privata, ma anche un valore sociale fondante, un valore aggiunto per la vita di tutti, a prescindere dagli orientamenti culturali e valoriali che ognuno può avere rispetto all’idea di famiglia, perché una società che non fa figli muore per definizione. Non solo perché non ci sono i soldi per le pensioni, ma perché non c’è energia vitale per affrontare le novità. Pensiamo che l’istituzione della giornata dedicata alla vita nascente sia un grande salto culturale per il Paese. Anzitutto una occasione di unità: di fronte a un bambino che nasce non ci devono essere divisioni. E finalmente la natalità entra nell’agenda pubblica. Parlarne nelle scuole è fondamentale. Spero che il Comune possa farsi portatore di questa richiesta”.
Poi ha preso la parola l’assessore Cicchi: “Ritengo che questo odg sia importante e in linea con quanto l’amministrazione sta facendo in tema di sostegno alla famiglia. Sono sempre poche le azioni, non ci dobbiamo nascondere dietro un dito, ma per fare una buona politica a livello locale occorre una buona politica nazionale, e che sia bipartisan e non basata su stereotipi. Spesso parlando di famiglia si pensa alla donna accanto al focolare, mentre ci sono donne che fanno mestieri importanti e che hanno comunque diritto di fare figli. Spesso le donne sono scoraggiate dal portare avanti questo progetto di vita perché non siamo sempre in grado di dare risposte ai bisogni. Anche quelli delle donne che non lavorano o hanno un lavoro poco retribuito”. L’assessore ha riportato una serie di “dati davvero impressionanti. Nel 2004 avevamo un saldo attivo delle nascite pari a +142; nel 2019 abbiamo un saldo negativo di -527 nati. C’è un dato significativo, sempre per il 2019, relativo alla zona nord di Perugia, che conta circa 40mila abitanti: nella fascia 0-34 anni si contano circa 10mila persone; nella fascia 35-54, 18mila; gli over 65 sono oltre 10mila, come nella fascia 0-34. Quindi, il tema della natalità non può essere affrontato in maniera non attenta, ma ci deve interrogare su come sostenere le famiglie affinché tornino a mettere al mondo figli. Altrimenti qualsiasi riforma pensionistica sarà problematica. E chiediamoci chi svolgerà il lavoro di cura e assistenza dei futuri anziani. Bisogna riportare la famiglia al centro di tutte le politiche, locali, regionali e nazionali. Quando si parla di politiche familiari serve serietà. Non dobbiamo nasconderci dietro un dito. Ne va del nostro futuro”.
“Non è questione di ideologia – ha sostenuto Vincenzo Aquino -. La vita è un dono prezioso che dobbiamo coltivare e promuovere. Non siamo qui per caso. Parliamo di qualcosa di urgente e non procrastinabile: contribuire al lavoro culturale per far riscoprire il prestigio della scelta della maternità e paternità, porre in atto gesti di maggiore attenzione verso le dinamiche familiari e riconoscere più diritti alle mamme, ai papà e ai loro figli. L’incremento della natalità crea apertura verso il futuro, alimenta la solidarietà tra generazioni, dà freschezza alla politica e alla cultura. Siamo invece immersi in un pieno inverno demografico. In base ai dati Istat 2020, sono solo 404mila i bimbi nati, mentre il numero dei morti è vicino al doppio (746.146). Il coefficiente è di 1,3 bambini a coppia. Se si ascoltano le interviste delle coppie giovani, si desiderano almeno due bambini per coppia. Ma si deve fare i conti con la mancanza di politiche di sostegno alle famiglie con figli. Occorre favorire un clima culturale di accoglienza della vita, riconoscere che chi fa figli fa un servizio alla comunità. Se non ci sono nuove leve non c’è futuro”.
“Vorrei solo portare un contributo di riflessione in più – ha aggiunto Mazzeschi – mettendo in campo una parola: felicità. Oggi gli studi di scienze sociali ci consentono di misurarla e una delle variabili è la generatività. Qualche mese fa al festival della vita nascente, l’intervento di un economista ci ha fatto riflettere: le persone sono felici quando sentono che la loro vita contribuisce al ben vivere di altri. Ecco un motivo in più per chiedere alle istituzioni la Giornata della vita nascente. Chiediamo quindi al Comune di sottoscrivere l’appello a calendarizzare i progetti di legge. La cura della vita nascente è un impegno che per sua natura deve trascendere le logiche di partito”.
“Il tema del calo della natalità esiste da anni e crisi come quella pandemica rendono ancor più urgente il problema – ha detto il consigliere Nicola Paciotti (Pd) aprendo la discussione –. E’ un fenomeno dei Paesi più sviluppati che non sanno, però, porre in essere politiche all’altezza. L’istituzione di una festa, è vero, non comporta oneri di spesa: una rassicurazione che piace sempre a un amministratore. Ma non so se sia la risposta giusta per cambiare marcia. Un qualsiasi giovane guarda le condizioni generali di un Paese come l’Italia, che non ha visto diminuire i “neet”, né un aumento dei livelli salariali, né dell’occupazione giovanile. Ecco cosa si ripercuote sulla voglia di formare una famiglia. Il 25 marzo possiamo festeggiare quello che ci pare, ma non so quanto un approccio solo culturale al problema della denatalità possa servire. C’è un grido di disperazione che perdura da anni e manca di risposte concrete, in primis dal livello nazionale”.
“Coscienza e consapevolezza vengono prima delle politiche – ha invece sostenuto Francesco Vignaroli (Progetto Perugia) -. Se ho coscienza di un bisogno, mi adopero per affrontarlo. Per questo l’odg è importante. Non ci saranno politiche pubbliche adeguate senza una coscienza profonda del problema. E l’Umbria è tra le regioni che più ne ha bisogno. Dai territori, poi, deve venire una spinta forte all’ente che ha più potere di intervenire, cioè la Regione”.
Questa la posizione di Sarah Bistocchi (Pd): “Si parla di proposte che mirano a dare un forte segnale culturale. Ma a chi, e in quale direzione? E sento un rimando continuo a una uniformità e trasversalità politica che non vedo, è evidente che non ci conosciamo abbastanza bene. Ci sono diverse cose che reputiamo sbagliate in questo testo. Si parla della necessità di fugare dubbi su maternità e allattamento. Ebbene, il luogo principe rispetto a questa tematica è quello dei consultori, a oggi fortemente depotenziati. Ciò che più mi inquieta è che si chiede al Comune di organizzare manifestazioni, cerimonie, incontri anche nelle scuole per diffondere informazioni sulla gestazione. Ora, scusate, si dice no all’educazione sentimentale e sessuale e al sostegno psicologico nelle scuole, ma si vuole parlare di gestazione nelle scuole di ogni ordine e grado? Piuttosto che fare giornate, che un po’ di valore propagandistico per noi lo hanno, facciamo qualcosa di concreto. Il tema della denatalità è giusto. Ma mettiamo in campo azioni concrete per le ‘famiglie’ al plurale, le famiglie monogenitoriali, per le giovani coppie, per implementare i servizi, per il servizio psicologico nelle scuole, tutte iniziative mirate a dare sostegno a famiglie e figli. Poi, perché coinvolgere il Consiglio comunale? L’invito della Rete è rivolto ai sindaci. Il calo delle nascite è reale. Per noi però si affronta correttamente solo con politiche mirate e strutturali che sostengano l’occupazione femminile, la conciliazione dei tempi casa-lavoro, l’incremento del welfare, la conciliazione dei tempi casa-lavoro e la riduzione della asimmetria tra uomini e donne nei lavori di cura. Viviamo in una società che non si adatta alle madri lavoratrici ed è questa una delle ragioni principali della denatalità”.
Lorenzo Mattioni (Lega) ha invitato il collega Volpi “a non tentennare e a mettere l’odg in votazione. Una proposta a livello comunale la troviamo giusta: sul tema vita il nostro gruppo è sempre stato univoco. Non dobbiamo vergognarci di portare avanti certi concetti culturali”.
Gino Puletti (Progetto Perugia) ha precisato: “C’è necessità di politiche pubbliche mirate, come detto da Volpi e Bistocchi, nessuno sottovaluta questo aspetto. Ma la Giornata della vita nascente è l’occasione per parlare di questo, non per dire ai giovani ‘è ora che fate più figli’. Bistocchi citava giustamente la tutela delle donne e del mondo giovanile. Sappiamo che se una donna è in gravidanza rischia di perdere il lavoro. Ma questo è un aspetto culturale su cui dobbiamo lavorare”.
Michele Cesaro (Forza Italia) è partito da una “provocazione”: “Si parla sempre dei miliardi del Pnrr da investire per il futuro, che genereranno debiti per le ‘generazioni future’. Ma quali generazioni? Rispetto a quale traiettoria di crescita demografica i conti torneranno? Venti anni fa le famiglie numerose erano molto più diffuse. Oggi sono considerate mosche bianche. Cosa c’era 20-30 anni fa che spingeva quelle famiglie a fare figli? C’era davvero più benessere o più misure a sostegno? O forse c’era una prospettiva verso cui la famiglia si lanciava, la capacità di farsi carico delle famiglie meno fortunate, più solidarietà? Il confronto scaturito grazie all’odg di Progetto Perugia è prezioso. Dobbiamo recuperare il valore sociale dell’essere genitori, che non è legato al fatto di avere un giorno in più di congedo parentale, ma va molto più in là”.
Francesca Tizi (M5s), pur ringraziando “per un odg che innesca la discussione su un tema nevralgico”, ha affermato che tuttavia “non basta. Non porta da nessuna parte una giornata per ricordare che la vita è importante. Servono politiche sociali efficaci”. Tizi ha citato “il ddl portato avanti alla Camera dalla nostra deputata Tiziana Ciprini sulla parità salariale delle donne e votato all’unanimità”. “Ciò non significa che l’odg odierno non abbia valore. Ma bisogna puntare a politiche che rivalutino il ruolo delle famiglie e della donna”, ha concluso.
Volpi, sentiti gli interventi dei colleghi, ha concluso: “L’istituzione della Giornata è un segnale, un passaggio culturale fondamentale. E’ qualcosa che oggi non c’è e che si sta cercando di fare. Un punto di partenza per passare alle politiche giuste. Lo scopo è far partire la macchina”.