La III commissione, presieduta da Cristiana Casaioli, ha esaminato nel corso della seduta del 23 novembre tre atti.
E’ stata approvata all’unanimità la proposta relativa all’espressione del Comune di Perugia in conferenza di servizi in merito al progetto definitivo della stazione ferroviaria denominato “opere di adeguamento, rifunzionalizzazione e miglioramento sismico di Perugia” in variante al PRG, parte operativa.
Illustrando l’atto l’assessore Margherita Scoccia ed il dirigente Franco Marini hanno riferito che la società Rete Ferroviaria Italiana (RFI) ha avviato un piano di riqualificazione delle stazioni (Piano Integrato Stazioni), ripensate nel duplice ruolo di nodo primario di accesso al sistema di mobilità collettiva e di centralità delle funzioni urbane, in cui è inserita la stazione di Perugia Centrale; in particolare, nell’ambito della progettazione RFI ha predisposto e condiviso con gli Enti Locali uno studio di fattibilità per la realizzazione di una residenza universitaria ai piani primo secondo e terzo del fabbricato viaggiatori, oggi non utilizzati.
Le opere previste dal progetto definitivo riguardano oltre alla riqualificazione dell’immobile denominato Fabbricato viaggiatori e il recupero delle strutture originarie, una parziale rifunzionalizzazione dell’intero complesso. Inoltre, è prevista la demolizione del fabbricato dell’ex-bocciodromo individuando al suo posto un piazzale con aree a verde; per il fabbricato viaggiatori è prevista la rifunzionalizzazione con nuove attività quali uno studentato con aree comuni a piano terra.
Non essendo tale previsione conforme al Prg si configura come necessaria la variante al piano regolatore generale.
Secondo l’Amministrazione comunale l’intervento persegue alcuni obiettivi di interesse pubblico tra cui: · miglioramento delle condizioni di sicurezza e di vivibilità delle aree di stazione e più in generale del contesto urbano di riferimento, nonché miglioramento del decoro urbano; · miglioramento dell’attrattività della stazione ferroviaria, creando le condizioni per l’inserimento di nuovi servizi che beneficeranno della presenza dello studentato; · valorizzazione degli spazi del fabbricato viaggiatori oggi dismessi e privi di funzioni, con l’ottica/obiettivo di ridefinire come polo urbano l’intero complesso edilizio e le aree circostanti; · incremento dell’attrattività dell’Università degli studi di Perugia; · implementazione della mobilità sostenibile del personale e degli studenti dell’ateneo, attraverso l’insediamento dello studentato nel fabbricato viaggiatori e il conseguente rafforzamento del trasporto su ferro e dell’offerta intermodale. Inoltre la realizzazione della residenza per studenti universitari nei locali del fabbricato viaggiatori della stazione di Perugia può contribuire a perseguire la riqualificazione urbana ed ambientale di un ambito territoriale che ha ormai definitivamente assunto valore strategico, nel quadro della riorganizzazione delle funzioni di interesse generale e degli spazi pubblici che coinvolge l’intera città di Perugia.
In ragione di ciò con questa proposta si chiede di dare mandato al rappresentante del Comune di Perugia in conferenza di servizi di esprimere parere favorevole alla realizzazione del progetto.
Il consigliere Gino Puletti (Progetto Perugia) ha sottolineato che l’intervento di variante urbanistica è semplice, mentre assume grande importanza quello che Rfi andrà a realizzare non solo con lo studentato ma per la fruibilità generale degli spazi della stazione. Un’azione che era attesa da tempo e che è strettamente correlata alla progettualità generale messa in campo dall’Amministrazione comunale per valorizzare e riqualificare un’area in difficoltà. Il cambio di destinazione d’uso a studentato dà valore maggiore al progetto, perché renderà ancora più viva l’area.
La consigliera Francesca Renda (Tppu) ha sostenuto che l’attenzione che l’Amministrazione sta avendo per Fontivegge è meritoria. Questo progetto, pertanto, è in linea con l’azione, più ampia, di valorizzazione dell’area e consentirà di farla vivere dai giovani.
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Successivamente è ripresa la trattazione di due atti riferiti alla realizzazione a Lidarno del bio-laboratorio dell’istituto zooprofilattico.
Si tratta della petizione popolare riguardante “Polo strategico Istituto Zooprofilattico Umbria Marche Togo Rosati in progetto a Lidarno: quale futuro e quali garanzie per la salute umana e degli animali?”, e dell’ordine del giorno presentato dal consigliere Fabrizio Croce per il gruppo Idee Persone Perugia, “Destinazione d’uso e livelli di sicurezza del Bio-laboratorio che verrà realizzato a Lidarno, in un’area ceduta dal Comune e maggiori informazioni sul progetto e, in generale, sulle attività sperimentali svolte dall’Istituto Zooprofilattico”.
L’atto di Croce era stato illustrato lo scorso del 20 luglio (link al resoconto: https://perugiacomunica.comune.perugia.it/consiglio-comunica/iii-commissione-avviata-la-discussione-sullodg-presentato-ad-croce-ipp-sul-futuro-bio-laboratorio-di-lidarno/ ), mentre la petizione nel corso della seduta del 16 novembre (link al resoconto https://perugiacomunica.comune.perugia.it/consiglio-comunica/discussi-la-petizione-popolare-e-lodg-del-gruppo-idee-persone-perugia-sul-bio-laboratorio-previsto-a-lidarno/ )
Con la petizione i cittadini chiedono che “sia data debita comunicazione chiara e trasparente alla popolazione attraverso un dibattito pubblico alla presenza di Comune, Izsum e cittadinanza assistita da tecnici di parte e che venga istituito un osservatorio sui rischi biologici nel territorio comunale. Ciò per avere garanzie che in futuro le attività dell’Izsum siano rese pubbliche in modo trasparente, in nome della tutela della salute”.
Con l’odg, invece, Croce impegna l’Amministrazione:
-ad esercitare quanto in suo potere per attuare ogni possibile misura di sicurezza e garanzia volta ad evitare presenti e futuri rischi legati a questo tipo di attività, a tutela della salute dei cittadini e del territorio circostante, tanto più se svolte a distanza relativamente breve da aree abitate e corsi d’acqua;
-richiedere all’IZSUM informazioni puntuali sia sullo stato di avanzamento dell’opera sia sulle attività che andranno a svolgersi al suo interno;
-attivarsi per dare massima trasparenza al complesso delle attività presenti e future svolte dall’IZSUM nel campo della biotecnologia e della eventuale manipolazione di agenti patogeni, nella forma di convegno, conferenza o altra attività di confronto pubblico (tipo assemblea), magari da organizzare in collaborazione con Università e esperti di settore, per informare la cittadinanza sugli obiettivi delle strutture presenti nel territorio comunale, nonché sulle misure predisposte a garanzia di tutti i possibili rischi.
Il dirigente responsabile del distretto Perugia-Trasimeno di Arpa Umbria Gianluca Massei ha rimarcato che una valutazione preventiva da parte di Arpa è impossibile essendo l’agenzia un organo di controllo la cui attività sarà decisiva dal punto di vista dei controlli ambientali, ma solo nella fase di esercizio. Arpa può, in ogni caso, essere coinvolta anche nella fase istruttoria, sempre in merito a controlli di tipo ambientale, ove coinvolta dagli organismi competenti (regione, asl) nel corso dell’iter amministrativo autorizzatorio.
Il direttore sanitario dell’istituto zooprofilattico Giovanni Pezzotti ha voluto tranquillizzare i cittadini evidenziando che Izsum svolge un’attività fondamentale fin dal 1936, occupandosi principalmente della diagnosi per le malattie degli animali, del controllo della sicurezza alimentare e della produzione di vaccini “stabulogeni” per proteggere gli animali.
Per fare questa attività l’istituto ha bisogno di adeguarsi dal punto di vista strutturale non essendo più possibile rimanere nella struttura, obsoleta, ubicata a due passi dal centro storico con inevitabili disagi per i cittadini.
Pezzotti ha infatti spiegato che l’Izsum è anche centro di riferimento nazionale per lo studio della pesta suina africana; ciò è motivo di vanto per la città ma richiede strutture adeguate e moderne. Il direttore ha rimarcato che il rischio zero non è possibile ma una struttura adeguata è comunque garanzia di sicurezza per gli operatori ed i cittadini; inoltre nessuno ha intenzione di “giocare” coi virus, tantomeno quelli umani che non sono nelle competenze dell’istituto.
Fabrizio Croce (IPP) ha spiegato che obiettivo dell’odg era di garantire la massima trasparenza sul progetto, onde trasmettere alla popolazione tutte le informazioni utili e far conoscere i rischi connessi. Croce ha rivolto un invito agli organi competenti affinché possa essere istituito un osservatorio o organismo simile per favorire il monitoraggio ed ha chiesto di sapere se nel piano di sicurezza quinquennale della regione sia stata valutata la possibilità di monitorare preventivamente il progetto.
Rispondendo ai quesiti dei cittadini firmatari contenuti nella petizione, il direttore Pezzotti ha rimarcato, in apertura, che il progetto per la delocalizzazione a Lidarno è ancora nella fase dello studio di fattibilità. Per il resto ha ribadito che il target dell’Izsum riguarda i vaccini stabulogeni e non l’ingegneria genetica o farmaceutica.
L’istituto, peraltro, opera sotto il diretto controllo del ministero della Salute, della Regione e dell’Asl con verifiche molto attente anche sulla ricettazione.
Circa il tema del vaccino sperimentale, ha riferito che si tratta di iniziative che vengono assunte quando emergono virus per i quali non sono previsti vaccini. A questo punto si creano vaccini sperimentali, in modica quantità, strettamente derivanti da quelli conosciuti che vengono autorizzati preventivamente dal ministero per cercare di curare con urgenza animali ammalati scongiurandone la morte repentina.
Al termine del dibattito questione rinviata per gli approfondimenti.