Il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità l’odg presentato dal consigliere Riccardo Mencaglia del gruppo Fratelli d’Italia e dal consigliere Nicola Volpi del gruppo Progetto Perugia: “Centro Servizi “Grocco” – Richiesta attuazione delibera regionale 661/2022 per la valorizzazione, il potenziamento ed il miglioramento dei servizi di neuropsichiatria infantile, psicologia clinica e riabilitazione dell’età evolutiva”.
Riccardo Mencaglia ha aperto l’illustrazione citando una lettera trasmessa da due genitori di un bambino autistico dal titolo “noi genitori di un bambino autistico ci sentiamo abbandonati dalle istituzioni”. Una lettera che ripercorre le sofferenze ed i momenti di difficoltà che sono costretti ad affrontare coloro che si trovano di fronte a questa diagnosi, troppo spesso soli al cospetto di una condizione tanto delicata. Nella lettera, che ha ispirato la presentazione dell’odg, si rimarca la professionalità del personale del centro servizi Grocco, costretto a lavorare in condizioni tutt’altro che ottimali (poco personale, mancate sostituzioni delle assenze ecc.) ma si stigmatizza il comportamento delle istituzioni politiche regionali e sanitarie cui i genitori hanno provato a chiedere conto senza avere alcuna risposta se non tramite la stampa. Ecco perché i genitori dicono di sentirsi abbandonati.
L’odg, dopo aver ripercorso la storia della struttura denominato Grocco, riferisce che al suo interno sono ospitati diversi servizi tra cui continuità assistenziale (ex guardia medica), riabilitazione respiratoria, cardiologia e prevenzione patologie cardiovascolari, ed ancora neuropsichiatria, psicologia clinica e riabilitazione dell’età evolutiva.
In particolare quest’ultimo reparto si occupa della presa in carico dei bambini con disturbo dello spettro autistico, una condizione che sta facendo registrare numeri crescenti soprattutto nel periodo post pandemia. Di fronte a ciò sono emerse delle criticità, tra cui: l’insufficiente presenza di personale specializzato (psicologi e neuropsichiatri infantili) causa pensionamenti, trasferimenti e maternità; carenza di locali e spazi in misura adeguata onde garantire unicità e maggiore funzionalità del servizio offerto all’utenza; la struttura è sprovvista del responsabile, non essendo stato ancora sostituito (se non con incarichi ad interim) il precedente titolare, dott. Angiolo Pierini, in quiescenza.
La situazione sopra descritta, che si è ulteriormente aggravata negli ultimi mesi, sta fortemente penalizzando il servizio che, per sua natura, svolge un ruolo particolarmente delicato dal momento che si rivolge a bambini e ragazzi in tenera età e, dunque, nel pieno della fase dello sviluppo individuale. I medici e psicologi rimasti in organico, infatti, hanno in carico circa un centinaio di bambini ciascuno, con evidente aggravio nell’esercizio delle attività e conseguente difficoltà nel programmare e gestire adeguatamente le terapie. La scarsità di personale, inoltre, impedisce ai pazienti collocati in lista di attesa di essere presi in carico e, quindi, di poter accedere tempestivamente al servizio, con ciò pregiudicando le loro possibilità di miglioramento, crescita e sviluppo.
Per cercare di mettere ordine alla situazione sopra esposta, la Regione Umbria, con Delibera di Giunta Regionale 661 del 30 giugno 2022, nelle more del Nuovo Piano sanitario Regionale 2021-2025 ha previsto l’istituzione – per la prima volta nella storia della sanità regionale – della Rete Regionale per l’Organizzazione dei Servizi Territoriali e Ospedalieri di Neuropsichiatria Infantile.
In attuazione della DRG 661/2022 sopra richiamata è stata approvata dalla Direzione Regionale salute e Welfare con Determinazione Direttoriale 3435 del 29 marzo 2023 la designazione dei soggetti in seno al Comitato al fine di dare piena attuazione alle linee guida della Rete. E’ tuttavia imprescindibile, per i motivi espressi in premessa, operare urgentemente e velocemente a tutela della salute dei pazienti e delle loro famiglie, che attualmente, a causa della mancata fruizione dei servizi di cura e riabilitazione, dovuta o ad improvvise interruzioni o all’assenza della presa in carico post diagnosi, risultano gravemente penalizzati; infatti, come univocamente riconosciuto dal mondo scientifico, interventi frequenti e tempestivi durante le prime fasi di sviluppo, uniti ad una diagnosi precoce, sono l’unico modo per incidere positivamente sull’evoluzione del disturbo.
In ragione di ciò gli esponenti propongono di impegnare l’Amministrazione a sollecitare e farsi interlocutore attivo con la Regione Umbria, Assessorato alla Salute, la Direzione dell’Azienda Asl Umbria 1 e l’Università degli Studi di Perugia affinché, per le rispettive competenze, vengano attuati nel più breve tempo possibile gli indirizzi e le direttive previsti nella Rete Regionale di cui alla DCG 661/22. Si chiede comunque fin da subito: 1) di nominare quanto prima il nuovo Direttore del Servizio di Neuropsichiatria infantile; 2) di potenziare l’organico in servizio presso la struttura del Grocco; 3) di individuare soluzioni maggiormente funzionali relativamente alle strutture ove viene attuato il servizio, procedendo all’ampliamento ed alla ristrutturazione della sede “Grocco” di via della Pallotta attualmente in uso o, in alternativa, procedendo al trasferimento in blocco presso altro immobile idoneo all’uso relazionandosi con il ministero della Salute per attivare le risorse previste dall’art. 20 della legge 67 del 1988 (emendamento Mattioni); 4) “a stimolare l’università degli studi di Perugia di nel dare atto alla nota depositata dal garante dei diritti delle persone con disabilità e pubblicata nel sito della regione Umbria” (emendamento Croce).
L’altro proponente, Nicola Volpi, ha spiegato che dalle audizioni effettuate in commissione è emersa la presenza di alcune criticità nel servizio ma anche la volontà da parte di Usl e Regione di cambiare passo ampliando l’offerta. Ciò in quanto è necessario dare risposte precise ai piccoli pazienti, cresciuti notevolmente di numero in ragione delle conseguenze della pandemia e dell’affinamento delle tecniche medico-scientifiche. Volpi ha rimarcato che, dopo le segnalazioni dei pediatri, è fondamentale una tempestiva presa in carico da parte dei servizi, onde consentire l’avvio di percorsi che possono fare la differenza nello sviluppo dei bambini e bambine. Essendo emerso che si stanno affrontando le criticità, Volpi ha comunque ribadito l’intenzione di voler vigilare con l’attenzione sull’attuazione degli impegni presi dalle istituzioni regionali e sanitarie.