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Approvato odg su “Misure di intervento finalizzate alla tutela e alla promozione della salute sessuale e riproduttiva delle giovani generazioni e delle donne”

In IV commissione 4 voti favorevoli e 6 astensioni sull'atto presentato dai gruppi Partito democratico e Idee Persone Perugia

di Redazione PerugiaComunica
6 Giugno 2023
in Consiglio Comunica, Resoconto
Tempo di lettura:8 min.
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La III commissione approva l’odg per migliorare l’area di fronte all’oratorio di San Bernardino
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Nella seduta del 6 giugno la IV commissione, presieduta da Michele Cesaro, è stato approvato con 4 voti favorevoli e 6 astensioni l’odg presentato dai gruppi Pd e Idee Persone Perugia su “Misure di intervento finalizzate alla tutela e alla promozione della salute sessuale e riproduttiva delle giovani generazioni e delle donne”.

In apertura di seduta il presidente Cesaro ha voluto ricordare il dramma che ha colpito la famiglia di Giulia Tramontana, uccisa al settimo mese di gravidanza, “uno dei tanti femminicidi consumati nel 2023”.

Hanno partecipato come ospiti il vicesindaco Gianluca Tuteri e la ginecologa Marina Toschi.

 

La legge n. 405 del 29 luglio 1975 – ha ricordato Sarah Bistocchi (Pd) illustrando l’odg – attribuisce ai Consultori familiari un ruolo determinante nell’assistenza alla salute sessuale e riproduttiva della donna, in quanto definisce gli scopi del servizio di assistenza alla famiglia, in particolare l’assistenza psicologica e sociale per la preparazione alla maternità e alla paternità responsabile e per i problemi della coppia e della famiglia, nonché nella somministrazione dei mezzi necessari per conseguire le finalità liberamente scelte dalla coppia e dal singolo in ordine alla procreazione responsabile e alla tutela della salute della donna e del bambino.

I Consultori attualmente attivi nella Regione Umbria, generalmente all’interno dei Centri Salute, sono 49 (37 nella Provincia di Perugia e 12 nella Provincia di Terni), con un trend in discesa rispetto agli anni passati (nel 2014 erano pari a 47, nel 2015 a 51, nel 2016 a 54, nel 2017 a 50, nel 2018 a 51, e dal 2019 ad oggi sono 49);

I Consultori sono presidi sanitari e sociali fondamentali perché svolgono funzioni sia di prevenzione che di tutela della salute, garantendo in modo gratuito, in integrazione con i reparti di Ostetricia e ginecologia delle strutture USL e delle Aziende Ospedaliere universitarie di Perugia e Terni, un insieme di servizi e prestazioni importanti quali: screening per prevenzione del carcinoma del collo dell’utero, contraccezione e consulenza contraccettiva per la donna e la coppia, educazione all’affettività e alla sessualità, disagio relazionale, prevenzione e terapia delle malattie sessualmente trasmissibili, salute preconcezionale e percorso nascita, e da agosto 2020 anche aborto farmacologico in collegamento con gli ospedali.

La tutela della salute della donna in tutte le fasi della vita – riporta ancora l’odg – è riconosciuta e garantita dal Sistema Sanitario Nazionale: si fa particolare riferimento alle possibili espressioni della sessualità, alle scelte di procreazione cosciente e responsabile anche in riferimento alla prevenzione dei tumori ginecologici e dell’interruzione volontaria della gravidanza, sottolineando come il Consultorio familiare mantenga la propria connotazione di servizio di base, orientato alla prevenzione, informazione ed educazione sanitaria nonché alla fornitura di mezzi, strumenti e farmaci per la prevenzione e la cura della salute sessuale e riproduttiva.

Oggi è sempre più necessaria una maggiore informazione e sensibilizzazione della popolazione sulle malattie sessualmente trasmissibili, in particolar modo sull’infezione HIV, HPV e Chlamydia, sulle modalità di trasmissione delle stesse, e sui mezzi di diagnosi, prevenzione e cura della salute sessuale e riproduttiva.

A fronte della crescente precocità sessuale, l’uso del profilattico è tuttavia in riduzione e l’utilizzo del medesimo è percepito pressoché esclusivamente a scopo contraccettivo, trascurando largamente i rischi delle malattie a trasmissione sessuale; non solo, il profilattico viene utilizzato in misura minore con l’aumentare dell’età e del numero dei partner.

La legge n. 405 del 29 luglio 1975 prevede che i mezzi per il controllo delle nascite siano distribuiti gratuitamente nei Consultori; tutte le Regioni poi hanno approvato leggi attuative, ma nei fatti quell’articolo in Umbria non viene attuato da tempo.

In Italia, in cui tutti i sistemi anticoncezionali sono a pagamento, la contraccezione gratuita e accessibile, che dovrebbe essere regolamentata a livello nazionale, dipende sempre più spesso dai singoli Enti: Regioni, Asl, ospedali, operatori. E’ il caso della Puglia, che quindici anni fa è stata la prima ad avviare la distribuzione di contraccettivi nei Consultori a tutte le donne, ma anche dell’Emilia Romagna e successivamente della Toscana, che hanno scelto alcune categorie; recentemente anche nel Lazio, dagli inizi di febbraio, la pillola anticoncezionale è reperibile gratuitamente nei Consultori della Regione. Nel resto del Paese la situazione è molto diversa.  

La contraccezione libera e gratuita dovrebbe essere a carico dello Stato, con investimenti mirati alla prevenzione delle gravidanze non desiderate e quindi delle IGV, come dettano le leggi n. 405/1975 e n. 194/1978. In questo modo ci sarebbero vantaggi non solo in termini di salute delle donne, ma anche in termini di risorse: infatti, con campagne di prevenzione e un corretto uso della contraccezione, ci sarebbe un gran risparmio per lo Stato.

In definitiva, i contraccettivi in Italia hanno costi non trascurabili e spesso troppo onerosi per tante donne, coppie o famiglie; oggi c’è un decremento generale delle spese sulla Sanità, gli investimenti non vengono più fatti e spesso la questione viene lasciata nelle mani delle singole Regioni con bilanci e sensibilità molto diverse, con il rischio di aggiungere alle differenze sociali ulteriori disuguaglianze territoriali.

Il buon funzionamento e il rilancio dei Consultori, secondo i proponenti, diventano quindi un fattore essenziale per il tessuto sociale di una città anche nel caso di Perugia. Per legge, il Consultorio familiare pubblico o accreditato deve assistere in modo gratuito tutte le donne, italiane e straniere (anche senza permesso di soggiorno), e i loro figli minorenni. L’accesso gratuito riguarda anche altri segmenti di popolazione, come per esempio le lavoratrici e le studentesse fuori sede, un dato importante per una città universitaria e a vocazione culturale come il capoluogo umbro;

Va sottolineato poi come la contraccezione e l’educazione sessuale promosse dai Consultori abbiano dimostrato ampia efficacia nel contribuire ad una diminuzione ulteriore del ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza. Il dato del ricorso all’IVG, infatti, scende in misura maggiore nei territori dove i contraccettivi sono gratuiti, a tutela della salute riproduttiva delle giovani generazioni e delle donne, con programmi specifici di educazione alla salute e di educazione sessuale, con interventi mirati alla prevenzione delle interruzioni volontarie di gravidanza, dell’HIV e delle malattie sessualmente trasmissibili, favorendo scelte informate e consapevoli verso la contraccezione con il supporto di personale formato dei Consultori (rientra in questo quadro anche la somministrazione gratuita dei contraccettivi).

La distribuzione gratuita dei contraccettivi si impone tenendo conto anche del fatto che le fasce che continuano a ricorrere all’IVG sono quelle a reddito più basso o fuori dal mercato del lavoro.

I Consultori, se fatti correttamente funzionare, sarebbero in grado di far fronte a varie esigenze senza che si gravi ulteriormente sulle strutture ospedaliere, se muniti di personale e strumentazioni adeguati.

Ciò premesso, l’odg prevede una serie di impegni per sindaco e giunta: adottare interventi finalizzati alla tutela e alla promozione della salute sessuale e riproduttiva delle giovani generazioni e delle donne, a prevenire le IVG e a ridurre i tassi di abortività, a prevenire le malattie sessualmente trasmissibili e la diffusione dell’HIV; individuare tali interventi nel miglioramento dei curricula universitari dei medici e delle professioni sanitarie oltre che degli specialisti in Ostetricia e ginecologia, molto carenti in materia di contraccezione e nuovi metodi di IGV; implementare i programmi di educazione alla salute sessuale e riproduttiva nelle scuole da parte dei servizi aziendali e creare percorsi assistenziali dedicati e gratuiti per favorire l’accesso alla contraccezione gratuita nel rispetto delle scelte e della dignità delle persone; attivarsi in collaborazione con le farmacie pubbliche e private del territorio comunale per una fornitura ed acquisto di profilattici maschili e femminili a prezzo calmierato, al fine di ridurre il numero di malattie sessualmente trasmissibili, e più in generale di tutelare la salute sessuale e riproduttiva delle giovani generazioni e delle donne.

Il vicesindaco Tuteri ha premesso che, di fronte a un tema complesso e che tocca la sfera etica delle persone, è bene esprimere la propria opinione sentendosi liberi da ogni ideologia o modello di comportamento. Per questo è utile, a suo parere, seguire la strada indicata dall’anaffettiva scienza. Essa conferma che l’aumento dei metodi contraccettivi consente di ridurre malattie e Ivg.

Il vicesindaco ha poi fornito alcuni numeri: nel mondo ogni anno nella fascia di età 15-19 si registrano 16 milioni di parti, di cui un milione tra soggetti con meno di 15 anni, mentre 3 milioni sono gli aborti. Il Center for Disease Control – ha anche ricordato – pone come obiettivo per il 2030 la riduzione delle gravidanze nel periodo adolescenziale attraverso prevenzione ed educazione.

Il vicesindaco ha riconosciuto che le attività consultoriali non sono state implementate secondo l’idea del legislatore mentre rappresentano elementi fondamentali per la prevenzione a 360 gradi. Proprio la prevenzione, secondo dati dell’Istituto Mario Negri, potrebbe ridurre del 60% la spesa del sistema sanitario nazionale per la cura. I consultori, baluardi della prevenzione, dovrebbero quindi essere rafforzati e godere di migliori condizioni rispetto a quelle attuali. Tuteri ha ricordato che è iniziato da poche settimane un progetto da lui stesso proposto alla Regione un paio di anni fa e che l’Istituto superiore di sanità ha individuato come modello per la protezione della salute della famiglia. Tale progetto pilota si svolge all’interno del consultorio cittadino di San Marco e prevede un’attività clinico-psicologica rivolta a donne dal sesto mese di gravidanza, ai loro partner e il successivo sostegno ai neo-genitori con personale adibito all’assistenza opportunamente formato; esso sarà presentato a Udine su invito dell’Anci dallo stesso vicesindaco. Tuteri ha quindi concordato sull’esigenza espressa dall’odg di lavorare per un’adeguata formazione del personale sanitario, la prevenzione delle malattie sessualmente trasmesse (anche a fronte della riemersione di patologie che sembravano scomparse come la sifilide), l’educazione sessuale e il rinforzo delle strutture consultoriali. Quanto alla fornitura gratuita degli strumenti per la contraccezione, la questione a suo avviso va rimessa al livello nazionale.

Secondo Toschi, il Comune, come già in passato, può collaborare con le farmacie comunali almeno per calmierare il prezzo di profilattici maschili e femminili. Si tratterebbe di un investimento positivo in quanto capace di riflettersi sulla prevenzione delle malattie e del ricorso alle interruzioni volontarie della gravidanza. Anche azioni di formazione e informazione su questi temi possono vedere coinvolto il Comune, che potrebbe dedicare una pagina online alle strutture consultoriali esistenti per agevolarne la conoscenza da parte delle nuove generazioni. Per Toschi resta poi importante lavorare con le scuole ed evitare ogni atteggiamento di chiusura verso certi argomenti. Avere consultori che funzionano – ha aggiunto – è importante anche rispetto al fenomeno della violenza di genere perché si tratta di una delle prime sedi in cui una donna trova ascolto. Nel complesso, l’ente locale, a suo giudizio, può avere una rilevante funzione di stimolo.

Lorenzo Mattioni (Lega), premettendo che sui dati scientifici non si discute, ha chiesto delucidazioni su alcuni aspetti dell’odg. In particolare ha chiesto di precisare chi si dovrebbe occupare dei percorsi assistenziali citati negli impegni e con quali modalità si dovrebbero svolgere. Ha anche stimolato i proponenti a invitare rappresentanti dell’università per approfondire il tema della formazione del personale sanitario.

Secondo Lucia Maddoli (IPP) l’odg argomenta bene la necessità di agevolare l’accesso a una contraccezione, se non gratuita, quantomeno agevolata, per fini di tutela della salute e di equità sociale. A suo avviso le misure proposte sono fattibili e utili.

Cesaro ha rilevato che, da un lato, su certi argomenti entrano in gioco temi etici e sensibilità personali, dall’altro bisogna prendere atto che ci sono attività previste dalla legge all’interno dei consultori e che tali attività invece restano carenti. Mettono in crisi, a suo avviso, i dati forniti dal vicesindaco, in particolare quello sui 3 milioni di aborti, anche a fronte di un fenomeno preoccupante come quello della denatalità. Ad ogni modo – è l’invito del consigliere – si deve riflettere su ciò che accade senza far prevalere le ideologie e cercando di convergere su elementi comuni.

Il consigliere Gino Puletti (Progetto Perugia), ha espresso perplessità riguardo i programmi educativi nelle scuole citati negli impegni dell’odg, poiché non si precisano i soggetti che li attueranno e le fasce di età a cui dovrebbero essere rivolti. A suo avviso, inoltre, la scienza può essere un supporto per le scelte politiche, ma si sbaglia approccio se si tralascia di parlare anche dei sentimenti che dovrebbero essere alla base di ogni incontro; così c’è il rischio che l’altro appaia come un mero strumento nell’ambito di una visione consumistica dei rapporti umani. Per il consigliere un approccio educativo su questi aspetti è dunque fondamentale.

Nicola Paciotti (Pd) è intervenuto sul tema dell’educazione sottolineando l’importanza di agire anche su questo fronte perché la prevenzione ha a che fare con il rispetto dell’altro e delle sue scelte.

Secondo Alessio Fioroni (FI), le posizioni etiche su certi temi vanno lasciate alla sfera personale di ciascuno evitando di sconfinare nell’ideologia. Un consultorio – ha continuato – di per sé deve avere un certo ruolo e le relative carenze vanno affrontate e risolte. Il tema non è come o perché si approda in un consultorio, ma quali risposte a quel punto sia possibile ricevere.

Anche per Francesca Renda (Tesei presidente per l’Umbria) bisogna prendere coscienza dell’evoluzione della società e portare la prevenzione là dove serve per aiutare i giovani e arginare i danni.

Francesca Tizi (M5s), nell’annunciare il suo sostegno all’odg, ha detto che il compito di una istituzione è dare alle persone delle libertà e possibilità di scelta, non esprimere giudizi etici. L’odg parla di servizi che possono prevenire malattie e ridurre il ricorso all’Ivg, quindi – ha concluso – lascia quello spazio di movimento all’interno del quale si realizza liberamente la singola persona.

Bistocchi, in conclusione, ha precisato che gli impegni previsti dall’odg, per certi aspetti, sono stati volutamente formulati in maniera non stringente per agevolare il Comune nell’attuazione.

 

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