Il Consiglio comunale ha approvato con 19 voti favorevoli (maggioranza) e 7 astenuti (opposizione) l’odg proposto da un gruppo di maggioranza sull’annosa questione dei danni provocati dagli ungulati che ha assunto “connotati di assoluta gravità ed emergenza sotto il profilo sanitario, sociale ed economico”. L’odg impegna l’amministrazione ad aderire alle istanze del manifesto di Coldiretti Umbria “Tuteliamo territorio ed imprese” e a sensibilizzare le istituzioni regionali per un tempestivo avvio di misure di contrasto alla diffusione dei cinghiali, di tutela della incolumità pubblica e di sostegno alla ripresa produttiva delle imprese agricole danneggiate per effetto dell’invasività di tale specie. L’odg rimarca che il numero dei cinghiali presenti in tutto il territorio regionale è aumentato in maniera rilevante, sicché la sicurezza nelle aree rurali e urbane è fortemente a rischio, e che in tempi recenti i casi di incidenti stradali, anche mortali, provocati da questi animali sono in aumento.
Il presidente di un gruppo di opposizione ha spiegato perché su questo odg è stata scelta l’astensione. Al solito – ha detto – ci sono cose che si vogliono fare troppo in fretta per portare a casa il consenso, in questo caso, del mondo agricolo che effettivamente è penalizzato dal crescente numero di questi animali. Nessuno nega il problema, ma la sola soluzione non può essere l’abbattimento dei cinghiali. Nelle riunioni di commissione non abbiamo sentito parlare, infatti, della possibilità di cattura e avviamento a macellazione come previsto nella vicina Toscana da una legge regionale realistica e innovativa. Adottare il manifesto degli agricoltori non è sufficiente.
Uno dei consiglieri proponenti ha spiegato che, come tutti i problemi complessi, quello dei cinghiali non si risolve in tempi brevi, con misure singole e a spot. Rispetto alla compilazione dell’odg sei mesi fa, peraltro, ci sono state novità da parte dell’assessorato regionale all’agricoltura che ha messo in campo varie misure: riduzione delle tempistiche di intervento, introduzione di una caccia di selezione; riduzione del numero dei componenti delle squadre di caccia, insediamento di un tavolo tecnico permanente con associazioni del mondo agricolo e venatorie e gli Atc per una visione unica sul problema.