Commesse pubbliche e inserimento lavorativo di categorie svantaggiate: prosegue la discussione dell’odg

La seconda commissione del Consiglio comunale di Perugia continuerà a trattare il tema nelle prossime sedute con ulteriori audizioni

date
30 luglio 2025
- Redazione
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La seconda commissione Bilancio, presieduta da Nicola Paciotti, ha proseguito l’esame dell’odg presentato da Francesca Pasquino e Ermenegildi Zurlo (Partito Democratico) e da Lorenzo Falistocco (Alleanza Verdi Sinistra) relativo all’inserimento lavorativo di categoria svantaggiate e vulnerabili nelle commesse pubbliche del Comune di Perugia e delle società partecipate.

 

Il Comune di Perugia, come si legge nell’atto, già illustrato nella seduta del 23 luglio (https://perugiacomunica.comune.perugia.it/parere-favorevole-su-una-transazione-e-sul-bilancio-di-previsione-afas ), nel perseguire una politica di inclusione sociale ed economica, deve garantire che le sue commesse pubbliche e quelle delle società partecipate siano strumenti efficaci per favorire l’inserimento lavorativo di categorie svantaggiate e vulnerabili della popolazione.

 

La consigliera Pasquino, nel preannuncio la volontà di sentire in commissione, alla prima seduta utile, anche l’assessora alle politiche sociali Costanza Spera e la dirigente Roberta Migliarini (Area Servizi alla persona), nonché le società partecipate del Comune, ha sostenuto che è di grande importanza e attualità la richiesta di introdurre, a tal fine, condizioni di premialità negli appalti e nelle commesse dell’ente.

 

La comunità – ha proseguito – è infatti posta di fronte a sfide sempre crescenti legate alla disoccupazione e all’emarginazione di alcune fasce di popolazione che scontano una mancanza di opportunità, di formazione e di supporto adeguato.

 

Pertanto, anche le politiche pubbliche e gli strumenti di investimento pubblico devono essere orientate verso pratiche che favoriscano l’inclusione sociale e lavorativa.

 

Di qui le richieste formulate dai proponenti:

 

-prevedere che nelle gare d’appalto del Comune di Perugia e nelle pratiche di co-programmazione e la co-progettazione con il terzo settore venga inserita una “premialità” connessa a un punteggio specifico che miri ad incentivare l’inserimento lavorativo nelle imprese partecipanti di categorie svantaggiate, nonché a garantire le pari opportunità generazionali, di genere e di inclusione lavorativa anche per le persone con disabilità o, più in generale, svantaggiate;

 

-definire i criteri di controllo dell’effettiva attivazione degli inserimenti lavorativi “promessi” in sede di gara e/o di co-progettazione con il terzo settore;

 

-promuovere l’utilizzo dello strumento degli appalti e delle concessioni riservate, come già previsto in conformità all’art. 61 del D.lgs. n. 36/2023, ove non in contrasto con l’art. 20 della direttiva europea 2014/24/UE del Parlamento europeo e del Consiglio sugli appalti pubblici, per l’inserimento lavorativo soprattutto nelle commesse ad alto impiego di manodopera, anche attraverso momenti di confronto e formazione con i rup;

 

-favorire l’applicazione e l’estensione degli indirizzi politici sopra esposti anche alle società partecipate del Comune di Perugia;

 

-Instituire un osservatorio permanente con le parti sociali sul tema dell’inserimento lavorativo delle fasce deboli a rischio di esclusione sociale, con particolare attenzione allo strumento dei Sal.

 

Sono quindi stati sentiti esponenti di Cgil e Cisl.

 

Valerio Natili (Cisl) ha affermato che è positivo chiedere alla giunta un’attenzione particolare. Anche se l’ordinamento, incluso il nuovo codice degli appalti, già offre diverse possibilità per l’inserimento lavorativo dei soggetti più fragili, un’azione politica per utilizzare effettivamente gli strumenti a disposizione è a suo avviso utile. Natili ha anzi sottolineato che, spesso, proprio nell’ambito degli appalti pubblici emergono criticità per i lavoratori in generale, a causa della mancata valorizzazione delle competenze e della continuità lavorativa, e non solo per le categorie svantaggiate. Istituire un osservatorio a suo avviso sarebbe opportuno, così come attingere maggiormente agli strumenti della co-programmazione e co-progettazione.

 

Per Barbara Mischianti (Cgil) qualsiasi azione utile a recuperare la dignità connessa al lavoro va accolta con favore, visto che l’esclusione lavorativa genera esclusione sociale. Fondamentale, secondo Mischianti, è che le imprese che beneficiano di affidamenti abbiano corrette relazioni sindacali e siano solide.

 

Secondo Edoardo Gentili (Forza Italia), è centrale il tema del controllo. Si dovrebbe quindi ragionare su come implementare un miglior sistema di monitoraggio, magari ipotizzando una cabina di regia che affianchi il rup.

 

Per Mischianti resta comunque cruciale definire criteri capaci di eliminare a monte le “zone grigie” sia nella fase dell’elaborazione della gara sia in quella della selezione delle cooperative sociali negli affidamenti diretti.

 

Per Natili la co-progettazione è altrettanto importante.

 

Elena Fruganti (FdI) ha richiamato il tema della imparzialità dell’ente e Pasquino ha ribadito che l’odg chiede solo di applicare gli strumenti normativamente previsti.

 

Per Riccardo Vescovi (Anima Perugia) sarebbe utile effettuare una valutazione annuale d’impatto sulle procedure responsabilizzando i vincitori della gara pubblica.

 

Falistocco ha rimarcato che, spesso, quando si parla di affidamenti si guarda al servizio o alla spesa effettuata dall’ente, ma poco ai diritti dei lavoratori a cui, a ben vedere, è strettamente connessa anche una qualità più alta del servizio stesso. L’odg, secondo il consigliere, serve quindi a sottolineare la necessità di adottare una nuova prospettiva.

 

Pasquino, infine, ha ribadito l’intento di creare luoghi strutturali di incontro tra amministrazione pubblica, sindacati e enti del terzo settore puntando alla costruzione di una vera e propria rete.

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