Approvato l’odg sul riconoscimento dello Stato di Palestina

Ampio dibattito in Consiglio

date
14 luglio 2025
- Redazione
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E’ stato approvato con 19 voti a favore, 6 contrari e 3 astenuti l’odg dei capigruppo di maggioranza sul “Riconoscimento dello Stato Palestinese”.

Nel ripercorrere le tappe più drammatiche del conflitto in atto nel medio oriente, Lorenzo Falistocco ha sottolineato che la comunità internazionale ha il dovere morale e giuridico di intervenire, anche a livello diplomatico e umanitario, per proteggere la popolazione civile e promuovere una soluzione pacifica del conflitto.

Un ulteriore passo è rappresentato dal riconoscimento dello Stato di Palestina, già formalizzato da alcuni stati europei.

In considerazione di ciò, nel lungo e dettagliato dispositivo, gli istanti impegnano l’Amministrazione a farsi promotrice nelle opportune sedi e canali istituzionali con il Governo e presso l’Anci per:

– riconoscere la Palestina quale Stato democratico e sovrano entro i confini del 1967 e con Gerusalemme quale capitale condivisa;

– promuovere il riconoscimento dello Stato di Palestina da parte dell’Unione europea;

– sostenere ogni iniziativa volta a esigere il rispetto immediato del cessate il fuoco, la liberazione incondizionata degli ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hamas, la protezione della popolazione civile di Gaza e la fine delle violenze nei territori palestinesi occupati, la fornitura di aiuti umanitari all’interno della Striscia, il rispetto della tregua in Libano il pieno rispetto del diritto internazionale umanitario;

– sostenere il cosiddetto “Piano arabo” per la ricostruzione e la futura amministrazione di Gaza;

– sospendere urgentemente le autorizzazioni di vendita di armi allo Stato di Israele concesse anteriormente alla dichiarazione dello stato di guerra dell’8 ottobre 2023, nonché a sostenere e farsi promotore, a livello europeo con gli altri Stati membri, di opportune iniziative volte alla totale sospensione della vendita, della cessione e del trasferimento di armamenti allo Stato di Israele, come richiesto dalla risoluzione approvata il 5 aprile 2024, dal Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite;

– provvedere all’immediata sospensione dell’importazione degli armamenti dallo Stato di Israele;

– sostenere in sede europea l’adozione di sanzioni nei confronti del Governo israeliano per la sistematica violazione del diritto internazionale;

– esigere la tutela dell’incolumità della popolazione civile della Cisgiordania;

– proporre azioni efficaci contro le violazioni del diritto internazionale e umanitario da parte del Governo di Israele;

– dare piena attuazione ai mandati di arresto emessi dalla Corte Penale Internazionale;

– sostenere, in tutti i consessi europei ed internazionali, la legittimità della Corte Penale Internazionale.

Il consigliere Riccardo Mencaglia (FdI) ha parlato di atto che parte da premesse condivisibili ma che poi si conclude con richieste discutibili (riconoscimento Stato palestinese) sia dal punto di vista politico-istituzionale che sotto il profilo diplomatico e del diritto internazionale.

FdI è favorevole alla pace in medio Oriente, ma ciò dovrà avvenire tramite negoziati bilaterali e non con riconoscimenti unilaterali che rischiano di legittimare posizioni estreme come quella di Hamas. Non si possono chiudere gli occhi davanti alla sofferenza né condividere tout court le posizioni e l’operato di Israele; al contrario va condannato ogni atto di violenza da qualunque parte provenga. Ma va precisato che Hamas ed i gruppi terroristici non possono essere considerati interlocutori legittimi; il riconoscimento di uno Stato oggi non può prescindere da requisiti minimi, come confini precisi, impegno alla pace ed al rispetto dei diritti. Per le varie ragioni esposte Mencaglia ha preannunciato un voto contrario sull’odg ritenendo che l’Italia non possa essere trascinata su posizioni ideologiche e debba invece essere promotrice della pace.

Per Antonio Donato (M5S) l’odg richiama una scelta di coscienza prima ancora che politica. Posto l’accento sui fatti gravissimi di Gaza, il capogruppo ha sostenuto che il silenzio delle istituzioni italiane ed europee è assordante, non potendosi chiudere gli occhi di fronte al comportamento posto in essere dal governo israeliano.

Donato ha segnalato alcuni comportamenti discutibili anche di esponenti del governo italiano, spiegando che su questa vicenda serve un cambio di passo radicale, riconoscendo lo stato di Palestina, difendendo il ruolo della giustizia internazionale ed adoperandosi concretamente per il raggiungimento della pace così da fermare il genocidio.

Anche da Perugia deve partire questo segnale, dichiarando da quale parte si sceglie di stare, ossia dalla parte delle vittime.

Leonardo Varasano (Progetto Perugia) ha espresso contrarietà sull’odg, partendo dalle premesse che risultano manchevoli in alcuni punti (blando riferimento al 7 ottobre e mancato riferimento al valore dello stato di Israele, frutto della II guerra mondiale e della shoah ed oggi stato democratico).

Il consigliere ha espresso commozione per la tragedia di Gaza, ma anche per tutte le altre guerre in atto nel mondo (Ucraina, Birmania ecc.).

Per Varasano quello attuale non è il momento adatto per il riconoscimento dello stato di Palestina, che deve comunque partire dalla condanna senza mezzi termini di Hamas, senza che prevalgano le simpatie politiche e si sfoci nell’antisemitismo.

Secondo Fabrizio Ferranti (Perugia per la sanità pubblica) è fondamentale parlare di questo tema oggi, perché a Gaza a breve rischia di non rimanere più niente. Ribadita la condanna dell’atto terroristico del 7 ottobre, attualmente va condannata anche la condotta volta a “cancellare” la popolazione palestinese. Per Ferranti ci sono nella classe politica italiana troppe contraddizioni, essendo mancata una presa di posizione precisa da parte del Governo sui fatti del medio oriente e la solidarietà verso Francesca Albanese, delegittimata dagli Usa perché scomoda.

Oggi, per il consigliere, con l’odg si sceglie di stare dalla parte del diritto e della pace.

Marko Hromis (PD), in virtù delle esperienze personali in Israele e Palestina, ha riferito all’assemblea in particolare quanto vissuto ed appreso ad Hebron nel 2012 ed in altre località del medio oriente da cittadini palestinesi.

Quando ti misuri con la realtà – ha continuato – le cose cambiano di prospettiva.

Pur intravedendo i timori paventati dal consigliere Varasano sull’antisemitismo, Hromis ha sostenuto che ove è chiesta una presa di posizione, occorre farlo in maniera ferma, come in questo caso.

Per Laura Tanci (Anima Perugia) non si può rimanere in silenzio di fronte a quanto accade in Palestina. Per questo va sostenuto l’odg come atto di pace e giustizia, come richiedono le convenzioni internazionali e la storia.

Nel definire quello in atto in Palestina come vero e proprio genocidio, Tanci ha parlato di scandaloso silenzio da parte del resto del mondo, compresa l’Italia.

Il riconoscimento della Palestina è riconoscimento di un dato storico che per tanti anni è stato rinviato, a differenza di quanto avvenuto per Israele.

La soluzione dei due stati resta l’unica possibile per perseguire una volta per tutte la pace, basata sulla parità dei diritti.

Secondo Lucia Maddoli (Orchestra per la vittoria) non votare l’odg e non prendere posizione chiara significa assumersi una gravissima responsabilità verso le migliaia di vittime innocenti di Gaza e Palestina, soprattutto bambini e bambine.

Maddoli, come Tanci, ha espresso forte solidarietà e riconoscenza a Francesca Albanese, relatrice presso l’Onu sui fatti in corso a Gaza; è grave, in tale contesto, che il Governo italiano non si sia schierato in suo favore.

Rispondendo all’opposizione, Maddoli ha chiesto perché non siano stati presentati emendamenti sull’odg che condanna un certo tipo di politica del governo israeliano, ma non certo lo stato d’Israele in sé. Ha quindi invitato a riconoscere la Palestina, azione che sarebbe dovuta avvenire molti anni fa insieme al riconoscimento di Israele.

Nilo Arcudi (Perugia Civica) ha definito inaccettabile l’azione militare in atto da parte di Israele così come il vile attacco terroristico a bambini, donne ed anziani compiuto da Hamas il 7 ottobre. Non a caso anche Governo italiano ed Europa hanno espresso posizioni critiche nei confronti di Israele, ma occorre maggiore fermezza da parte di tutta la comunità internazionale, partendo dagli Usa.

Restano i temi legati agli equilibri geopolitici al cui interno l’Italia si colloca: per questo Arcudi ha rivolto un invito a tutte le forze politiche affinché non si scada nell’ideologia per attaccare il Governo nazionale. Secondo il consigliere, dunque, vi sono passaggi nell’odg che non sono condivisibili e sui quali è difficile addivenire ad un accordo tra schieramenti opposti.

In replica finale Lorenzo Falistocco (Avs) ha sostenuto che l’antisemitismo è un male assoluto, ma anche che il governo israeliano, storicamente

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