A breve lavori in via Tuzi e via Piccolpasso
Commissione cultura: il 1 aprile la seduta
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Approvato l’odg per l’adesione alla Federazione italiana Organismi per le persone senza dimora
La quarta commissione del Consiglio comunale di Perugia ha anche avviato la discussione su un odg di Carini (Pensa Perugia) per costruire una rete socio-sanitaria a supporto di specifici casi che approdano al pronto soccorso
La IV commissione del Consiglio comunale di Perugia, presieduta da Fabrizio Ferranti, ha discusso l’ordine del giorno presentato dal consigliere Cesare Carini (Pensa Perugia) per la creazione di una rete socio-sanitaria organizzata per la gestione di “casi sociali” afferenti al pronto soccorso dell’Azienda ospedaliera di Perugia.
Per “casi sociali” – ha spiegato Carini illustrando l’odg – si intende la situazione di persone con bisogni “estemporanei”, come un pasto o un alloggio notturno, o che necessitano di una gestione di lungo periodo (per problemi di etilismo o tossicodipendenza, problematiche psichiatriche senza indicazione al ricovero, anziani soli non autosufficienti, disabilità o qualsiasi altra condizione che richieda un supporto socio-sanitario per un periodo di tempo più o meno lungo).
Carini ha rilevato che il personale sanitario si trova in difficoltà per la gestione e l’affidamento di tali persone ai servizi sociali territoriali e alle strutture competenti e che, spesso, la mancanza di una rete di assistenza combinata sanitaria e sociale porta al peggioramento e alla cronicizzazione di talune problematiche sociali e anche al prolungamento dei tempi di degenza in ospedale, struttura che dovrebbe essere adibita a pazienti con problematiche acute.
Poiché “la risoluzione di problematiche sociali e sanitarie necessita di un confronto e di una collaborazione tra amministrazione locale, strutture sanitarie e servizi sociali”, l’odg intende impegnare la sindaca e la giunta a valutare l’attivazione, in collaborazione con il personale del pronto soccorso e la dirigenza dell’Azienda ospedaliera di Perugia, di una rete di supporto organizzata per la presa in carico di persone con problematiche sociali.
Paolo Groff, direttore del Pronto Soccorso dell’Azienda ospedaliera di Perugia, ha detto che le persone bisognose di interventi di carattere sociale che vengono accompagnate o si presentano spontaneamente al pronto soccorso sono numerose. Se hanno problematiche sanitarie, queste spesso risultano non prevalenti e comunque non da trattare al pronto soccorso. Di qui la difficoltà a fornire risposte adeguate, che per lo più si traducono in ricoveri anche di lungo periodo. Una gestione solo sanitaria è quindi incongrua. Al momento il processo di presa in carico, pur necessario, è ostacolato anche dalla difficoltà di avere una interlocuzione con altri enti/organismi in qualsiasi momento nell’arco delle 24 ore. Strutturare una rete con tutti i soggetti che offrono determinati servizi (come fornitura di pasti, vestiti, alloggi temporanei) sarebbe utile per riuscire a dare risposte appropriate ai bisogni specifici di ogni persona.
Secondo il direttore, se l’operatore sanitario potesse rappresentare il problema a una “centrale operativa” potrebbe dare una risposta in tempi più brevi e individualizzata. Servirebbe, insomma, “un cruscotto delle possibilità” per trovare il giusto interlocutore al momento giusto. Groff in proposito ha anche riferito la sua esperienza nelle Marche.
Anche secondo Alessandra Lignani, dirigente medico della Usl Umbria 1 P.S.–118, quello delle persone con bisogni di assistenza sociale e non solo sanitaria, adempio anziani soli con famiglie lontane, è un problema rilevante e impone di creare percorsi prestabiliti, codificati e snelli, finalizzati a una gestione ottimale che possa armonizzarsi anche con l’attività ordinaria del pronto soccorso, sempre ad alta intensità.
Le nuove Case di comunità con i punti di accesso unico potrebbero giocare un ruolo rilevante, come confermato da Groff su specifica domanda del consigliere Federico Maria Phellas.
I lavori della commissione proseguiranno con ulteriori audizioni, come sollecitato in diversi interventi dei consiglieri che hanno partecipato al dibattito (Nicola Volpi, Federico De Salvo, Riccardo Mencaglia, Augusto Peltristo, Elena Fruganti, Fabrizio Ferranti). E’ stato in particolare chiesto il coinvolgimento dell’assessora alle politiche sociali Costanza Spera, della Usl Umbria 1 e di chi si occupa di sicurezza all’ospedale. Secondo il consigliere Gianluca Tuteri serve anche fare luce sulla dimensione quantitativa del fenomeno per capire come procedere.
La commissione ha poi approvato con 15 voti favorevoli (unanimità) la proposta di adesione del Comune alla Fio.psd – Federazione Italiana Organismi per le Persone Senza Dimora, ente del terzo settore impegnato nel contrasto alla grave emarginazione adulta, presentata dal consigliere Lorenzo Ermenegildi Zurlo (Partito Democratico).
Il consigliere ha anzitutto richiamato dati allarmanti sul fenomeno della povertà estrema e della marginalità sociale: secondo l’Istat, nel 2021 erano oltre 96mila le persone senza fissa dimora in Italia; il report nazionale 2024, riferito al 2023, sulle povertà registra oltre 2,2 milioni di famiglie in condizione di povertà assoluta (5,7 milioni di individui). A livello europeo, le persone senza fissa dimora sono oltre 700mila, con un incremento del 70% nell’ultimo decennio.
Zurlo ha sottolineato come questi dati riguardino da vicino anche il territorio perugino e ha proposto l’adesione alla Fio.psd in coerenza con le linee di mandato dell’amministrazione comunale, in particolare l’asse “Vince il sociale”. La federazione, che comprende amministrazioni locali, e anche grandi città come Roma, Milano, Bologna, Torino, nonché enti del terzo settore e Caritas diocesane, è un punto di riferimento per la condivisione di buone pratiche, la definizione di politiche pubbliche e l’accesso a bandi e finanziamenti specifici. Si tratta di una iniziativa – ha reso noto Zurlo – che il Comune vorrebbe portare avanti insieme alla Caritas diocesana di Perugia.
Apprezzamento per la proposta è stato espresso dalla consigliera Lucia Maddoli, che ha definito l’adesione un’importante opportunità di confronto per condividere linee di indirizzo e strategie per combattere i fenomeni di emarginazione sociale che richiamano quella cultura dello scarto e dell’indifferenza che è uno dei drammi della società contemporanea.
Nel suo intervento conclusivo, il consigliere Zurlo ha ribadito la sensibilità dell’amministrazione sul tema delle povertà estreme, ricordando l’incremento delle risorse destinate all’ultima gara d’appalto per i servizi di emergenza sociale – con un aumento di oltre 600mila euro -. Fare networking – ha evidenziato, è un ulteriore strumento per aumentare la capacità di azione.