Approvati due ordini del giorno dedicati al cohousing

Affrontata la tematica della coabitazione intergenerazionale e per anziani

date
26 agosto 2025
- Redazione
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La IV commissione del Consiglio comunale di Perugia, presieduta per l’occasione dalla vicepresidente Chiara Calzoni, ha trattato, nel corso della seduta di martedì 26 agosto, due ordini del giorno dedicati alla tematica del co-housing.

 

In primo luogo, è stato presentato quello dei consiglieri Fabrizio Ferranti (Perugia per la Sanità Pubblica) e Lorenzo Mazzanti (Pensa Perugia) relativo alla promozione di un progetto di co-housing intergenerazionale tra over 65 e studenti universitari.

 

Oltre ad aver posto l’accento sui temi dell’invecchiamento della popolazione e sulle problematiche che affliggono gli anziani, in sede di illustrazione Ferranti ha sostenuto che anche numerosi studenti universitari fuori sede si trovano in condizioni di disagio abitativo, in assenza di sufficienti soluzioni economiche e accessibili.

 

Un modello innovativo è appunto il cosiddetto co-housing intergenerazionale, che si basa su una formula di convivenza solidale tra giovani studenti e anziani autosufficienti, con l’obiettivo di contrastare la solitudine e la fragilità relazionale degli anziani, favorire l’inclusione abitativa e sociale degli studenti, valorizzare le competenze reciproche (es. supporto digitale, aiuto pratico, compagnia) e promuovere la solidarietà tra generazioni attraverso un patto abitativo regolamentato.

 

L’odg richiama come modello positivo quello sperimentato nella città di Pavia e formula i seguenti impegni per l’Amministrazione:

-avviare, in via sperimentale, un progetto di co-housing intergenerazionale nel Comune di Perugia, ispirato al modello pavese, attraverso un accordo di collaborazione tra il Comune, Adisu, Unipg, e promuovere, previa individuazione delle risorse necessarie, un avviso ad evidenza pubblica per selezionare un soggetto attuatore;

-prevedere che il soggetto attuatore curi integralmente gli adempimenti connessi alla gestione operativa e amministrativa;

-richiedere un cofinanziamento alla Regione Umbria e/o ad Adisu, per sostenere le spese organizzative, formative e di comunicazione del progetto;

-individuare all’interno della struttura comunale una figura di riferimento, con compiti di coordinamento tra gli enti coinvolti, supervisione dell’andamento del progetto, raccolta dei dati e valutazione degli impatti sociali;

-promuovere un confronto con Adisu finalizzato a definire il target degli studenti beneficiari, dando priorità ai borsisti o, in generale, agli studenti con difficoltà abitativa;

-prevedere una fase di valutazione e consultazione finale, per valutare la prosecuzione e l’estensione del progetto, anche attraverso l’integrazione con altri servizi e politiche abitative comunali.

AUDIZIONI

Per il Gruppo di Progetto Co-Housing Perugia sono state sentite Daniela Borghesi e Francesca Ferranti. Borghesi ha riferito che il gruppo al momento è costituito da circa 40 persone, per lo più ultrasessantacinquenni e residenti da sole. L’intenzione è dare vita a un’associazione vera e propria che comprenda anche nuclei familiari, dunque persone di tutte le età, un gruppo coeso, vivo e pronto a condividere spazi, esperienze e progetti.

 

L’amministratore unico dell’Adisu, Giacomo Leonelli, ha ricordato che nei giorni scorsi sono stati messi a disposizione 36 posti in più per studenti in un’area centrale della città, vicino alle facoltà e alla mensa. Il progressivo aumento degli iscritti agli atenei e la preferenza dei proprietari di immobili per l’affitto breve – ha proseguito – alimentano una criticità sul fronte abitativo e le istituzioni sono chiamate a dare una risposta costruendo una strategia comune. Ampliare i posti pubblici serve certo a calmierare gli affitti e a dare un segnale alle famiglie, ma l’odg in discussione ha il merito di dare una risposta a più esigenze. Secondo Leonelli, il progetto proposto è molto interessante e, posta l’esigenza di affrontare una serie di aspetti tecnici, sussistono le condizioni per portarlo avanti.

Stefano Goretti, in rappresentanza dell’associazione Perugia per la Sanità Pubblica, richiamando l’ampia definizione di salute fornita dall’Organizzazione mondiale della sanità, ha affermato che il co-housing può rispondere a una serie di problematiche attualmente in nuce e che a breve emergeranno appieno. La riflessione in materia dovrebbe collocarsi nella cornice più ampia del welfare 2.0 e il Comune dovrebbe incentivare la cultura dello stare insieme attivando anche gli stakeholders, come i sindacati dei pensionati e degli studenti.

Secondo l’assessore ai rapporti con l’università e gli istituti di alta formazione, Andrea Stafisso, la sperimentazione, che dovrà necessariamente coinvolgere il Comune, può provare a rispondere a problemi complessi della società attuale. Poiché Perugia è una città universitaria in una regione sempre più anziana, secondo Stafisso è molto interessante tenere insieme le due dimensioni. Il primo step, a suo avviso, dovrebbe essere la costituzione di un tavolo tecnico di coordinamento, che includa anche gli istituti di alta formazione e i soggetti della società civile. Tale organismo dovrebbe scrivere le “regole del gioco” per quel che attiene la profilazione del target da coinvolgere, le modalità di gestione e il sistema di monitoraggio. Le tempistiche per definire le regole di funzionamento, facendo le opportune verifiche anche in relazione alle forme di incentivo (come quelle di tipo didattico, cioè sotto forma di crediti formativi), potrebbero essere ragionevoli. Il Comune può assumere un ruolo di coordinamento ascoltando società civile, istituti di formazione e il mondo del diritto allo studio.

DISCUSSIONE

Per Leonardo Varasano (Progetto Perugia) le premesse indicate dall’odg sono condivisibili e degne di sostegno. La coabitazione – ha ribadito – è un rimedio al problema sociale della solitudine, un possibile strumento di accompagnamento sociale della longevità, positiva in quanto frutto di una migliore qualità della vita. A suo avviso, l’odg potrà essere accorpato a quello della maggioranza sullo stesso tema in sede di trattazione in Consiglio comunale; l’importante è individuare un percorso concreto per attuare i dispositivi.

 

Al riguardo, Stafisso ha sostenuto che il primo passo dovrebbe essere definire un modello di funzionamento avviando un percorso con tutti i portatori di interesse.

 

Cesare Carini (Pensa Perugia) ha preannunciato la sua disponibilità a sottoscrivere l’atto.

 

Lo stesso ha fatto Riccardo Vescovi (Anima Perugia), rimarcando che l’odg si lega bene a quello, già approvato, relativo al centro intergenerazionale.

 

Leonelli ha annunciato che Adisu cercherà di approfondire dal punto di vista tecnico la questione delle risorse prima della costituzione del tavolo.

 

La vicepresidente Calzoni, infine, ha sua volta espresso grande interesse per l’atto, che incrocia due fragilità molto diffuse.

 

VOTAZIONE

 

L’odg è stato approvato con 15 voti favorevoli (unanimità).

 

***

 

Successivamente è stato approvato con 12 voti favorevoli l’ordine del giorno presentato dai capigruppo di maggioranza per la promozione di progetti di co-housing per anziani, già esaminato in precedenti sedute.

 

Dopo aver fornito un quadro generale dei dati Istat (aumento del numero degli anziani in Italia), l’odg spiega che il co-housing per anziani è un modello abitativo innovativo che promuove la socializzazione, la partecipazione sociale e anche l’autonomia dell’anziano consentendogli di vivere in appartamenti indipendenti con spazi condivisi e servizi comuni, favorendo l’inclusione sociale e contrastando la solitudine.

 

Diversi comuni italiani (come Treviso, Lucca e Macerata) – riporta ancora l’atto – hanno già avviato, con diverse forme e modalità di gestione, progetti di co-housing per anziani con risultati positivi, sia in termini di qualità della vita degli abitanti sia di integrazione sociale.

 

Lo stesso Comune di Perugia – ricorda l’odg -, in collaborazione con enti pubblici e privati ha già dato vita ad un progetto, Le Corti Perugine, nell’area dell’ex tabacchificio di via Cortonese, che seppur non specificamente dedicato agli anziani, con 171 appartamenti favorisce un ambiente inclusivo incentrato sull’interazione dei residenti, prevedendo la condivisione di spazi, servizi e responsabilità, promuovendo la socialità e il supporto reciproco. Viste le difficoltà (economiche in particolare) cui gli anziani sono soggetti, si esprime la convinzione che il co-housing rappresenti non solo una risposta innovativa ai loro bisogni abitativi, ma anche un modello che promuove l’invecchiamento attivo, la solidarietà intergenerazionale e la creazione di relazioni significative.

 

Questi gli impegni formulati per l’amministrazione alla luce delle premesse:

 

-promuovere, in collaborazione con enti, associazioni del tenitorio e istituzioni competenti, iniziative di sensibilizzazione rivolte alla cittadinanza per diffondere la conoscenza e i benefici del co-housing per anziani come modello abitativo innovativo e inclusivo e a favorirne la progettazione partecipata con il coinvolgimento diretto di anziani, famiglie, associazioni e professionisti del settore socio-sanitario;

 

-esplorare e attivare opportunità di finanziamento regionale, nazionale ed europeo per sostenere la realizzazione di co-housing per anziani nel territorio comunale;

 

-destinare, ove possibile, immobili comunali o aree inutilizzate alla creazione di spazi abitativi condivisi per anziani, prevedendo la loro ristrutturazione o riqualificazione in ottica sostenibile e accessibile;

 

-stabilire che i progetti di co-housing abbiano come mission prioritaria quella di offrire abitazione a chi si trova in situazioni di fragilità economica o in situazioni di emarginazione, con particolare attenzione agli anziani con redditi bassi, applicando canoni di locazione ridotti e proporzionati alla capacità contributi va dei residenti.

 

Lorenzo Ermenegildi Zurlo ha preannunciato che il Pd si farà garante dell’attuazione di entrambi gli atti.

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