Il Consiglio ha approvato con il voto a favore della maggioranza e l’astensione dell’opposizione la variante al PRG, parte operativa, per l’ integrazione dell’ art. 171 del T.U.N.A. – Adozione ai sensi dell’art. 32 C. 5 L.R. 1/2015.
L’art. 171 del TUNA “Aree per l’istruzione e per attrezzature di interesse comune” disciplina le aree destinate alle attività ed ai servizi di quartiere, comprese quelle destinate all’istruzione, indicate con la sigla “Spu” in cui gli interventi edilizi sono realizzati dal Comune o dai soggetti istituzionalmente competenti ovvero dai soggetti proprietari delle stesse. Fra le destinazioni ammesse nelle aree “Spu” non è attualmente prevista la possibilità di realizzare esercizi di ristorazione (bar, piccoli ristoranti); quest’ultima è invece prevista per le aree per spazi pubblici attrezzati a parco, per il gioco e lo sport, classificate “Ppu”, di cui all’art.172 del TUNA. Nella gestione delle suddette aree e immobili “Spu” è emersa tuttavia la necessità -in particolare, nell’ambito del progetto Futuro nel Verde e per la gestione dei CVA- di consentire la realizzazione di esercizi di ristorazione (bar, piccoli ristoranti) a supporto e complemento delle attività pubbliche o di interesse pubblico previste (centri socio culturali, teatri, biblioteche ed altro) o delle aree verdi; attività necessarie a supportare la gestione di spazi o immobili pubblici che altrimenti avrebbero bisogno di stanziamenti di tipo pubblico.
La realizzazione di esercizi di ristorazione (bar, piccoli ristoranti) diviene ammissibile, dunque, purché siano attività complementari e di supporto alla gestione delle attività pubbliche o di interesse pubblico previste per le zone Spu (con esclusione delle farmacie e degli edifici per il culto) o delle aree verdi.
L’integrazione –secondo l’Amministrazione- va dunque a colmare una lacuna del nostro PRG. L’integrazione oggetto della presente variante -è stato ulteriormente specificato- riguarda la sola parte operativa del PRG, e non comporta alcun incremento volumetrico poiché si tratta soltanto di consentire attività di bar o piccola ristorazione nell’ambito delle volumetrie e delle attività di natura pubblica o di pubblico interesse già ammesse per le zone Spu.
L’atto ha ottenuto, peraltro, i pareri tecnici favorevoli dagli organi competenti.
Per la consigliera Erika Borghesi (PD) l’atto è l’ultimo passaggio di un progetto, Futuro nel verde, pieno di criticità e non condivisibile.
Si tratta infatti di un progetto – secondo la consigliera – sbagliato che palesa un approccio alla gestione del verde comune del tutto “pilatesco”, con oneri insostenibili per le associazioni lasciate a se stesse.
Infine con la delibera si va a creare una competizione tra associazioni ed esercizi commerciali, con ciò confermando la miopia e la mancanza di visione da parte della giunta.
La capogruppo PD Sarah Bistocchi ha invitato il Consiglio ad un approccio cauto e ad una lettura approfondita dell’atto che è molto importante perché cambia la veste delle associazioni e modifica i loro rapporti con il Comune e con gli esercizi commerciali.
La modifica del tuna richiede quindi un’attenta riflessione perché a 4 anni dall’approvazione di Futuro nel verde sono cambiate molte cose e soprattutto si è manifestata la pandemia.
E’ evidente che, in ragione della crisi dovuta al covid-19, da più di un anno il mondo della ristorazione soffre: per questo non si comprende perché oggi si decida di introdurre una modifica che rischia di ingenerare un conflitto tra associazioni ed attività commerciali.
Fabrizio Croce, capogruppo Ipp, ha ricordato come tempo fa sia stato da lui presentato un odg per rivedere il tema della gestione del verde che manifestava diverse criticità contenute nel progetto Futuro nel verde, rivelatosi oneroso per le associazioni. Oggi, non a caso, a distanza di 5 anni dall’adozione del progetto, molte associazioni si stanno tirando fuori dalle convenzioni in quanto insostenibili.
Non si comprende, quindi, perché oggi si proponga questa modifica che sembra una sorta di compensazione nei confronti delle associazioni. Croce ha pertanto detto di trovare la proposta inopportuna e non risolutiva di una problematica nata con Futuro nel verde.
Rispondendo agli interventi dei consiglieri, l’assessore all’urbanistica Margherita Scoccia ha precisato che con Futuro nel verde non vi è alcuna delega della manutenzione straordinaria delle aree verdi in capo alle associazioni assegnatarie, dal momento che essa rimanere appannaggio del Comune.
Quanto alla possibilità di aprire, grazie alla presente modifica, dei punti ristoro, Scoccia evidenzia che tali attività non sono minimamente paragonabili all’attività di ristorazione privata. Tuttavia rappresentano un’opportunità per le associazioni che, infatti, hanno a più riprese sollecitato l’adozione della proposta che va a colmare un vulnus esistente nel prg.