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Approvata dal Consiglio la variazione al bilancio di previsione
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Venerdì 28 novembre presso la sala Rossa di palazzo dei Priori è stato sottoscritto e presentato il protocollo d’intesa tra Comune di Perugia e Caritas Diocesana di Perugia-Città della Pieve per il rafforzamento della collaborazione al fine di fornire interventi e servizi rivolti a persone con fragilità.
All’incontro hanno partecipato Costanza Spera, assessora alle politiche sociali del Comune di Perugia, Don Marco Briziarelli, direttore Caritas Diocesana Perugia – Città della Pieve, Roberta Migliarini, dirigente Area Servizi alla Persona del Comune di Perugia, Adelina Trotta, responsabile E.Q. Coordinamento rete dei Servizi Sociali Territoriali, Silvia Bagnarelli, Assistente sociale di Caritas Diocesana Perugia – Città della Pieve ed il direttore generale del Comune di Perugia Roberto Gerardi.
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DICHIARAZIONI
Il momento di oggi – ha detto l’assessora Costanza Spera – rappresenta il risultato di un confronto con Caritas che prosegue ormai da mesi e che ci conduce alla sottoscrizione del primo accordo stabile mettendo nero su bianco una serie di buone pratiche.
Vengono normati, infatti, i reciproci impegni nell’ambito di una collaborazione che – ha specificato – “vogliamo implementare ed accrescere”. Spera ha sottolineato che in questo anno e mezzo di mandato Comune e Caritas hanno lavorato tanto insieme, dando continuità ad un rapporto che prosegue da anni; ciò in quanto Caritas per l’Ente rappresenta un organismo fondamentale anche per dare attuazione ai servizi offerti dal Comune.
Con la sottoscrizione del protocollo, di fatto, si va verso una presa in carico congiunta delle persone fragili fornendo servizi come mensa, ristoro notturno, empowerment, ecc.; oltre a ciò, tuttavia, verranno messe in campo attività di programmazione di altre politiche, come, solo per citarne alcune, l’invecchiamento attivo o la lotta alla povertà educativa. Il patto, infine, rappresenta un’occasione ulteriore per ribadire l’adesione alla FIO.PSD (Federazione italiana organismi per le persone senza fissa dimora), onde portare le azioni di sostegno alle persone fragili anche in una prospettiva nazionale.
Tra i punti virtuosi del protocollo Comune-Caritas l’assessora Spera ha citato il tavolo di coordinamento e la creazione di equipe multidisciplinari che si riuniranno con cadenza regolare per sviluppare strategie comuni.
Detto degli aspetti prettamente amministrativi, Spera ho continuato evidenziando che “per me Caritas ha rappresentato da subito un punto di riferimento prezioso ed una comunità dove ritrovarsi e confrontarsi per favorire un’evoluzione dei servizi. Perché dobbiamo ricordarci sempre che siamo noi al servizio delle persone e non il contrario. E questa impostazione in Caritas è ben presente da sempre, vista la presenza di un’enorme qualità umana che ci arricchisce come persone e comunità”.
L’assessora ha detto che c’è una grande sfida da vincere, ossia combattere la povertà della solitudine, un’emergenza cui occorre fornire risposte concrete insieme.
“Grazie quindi a Caritas perché è davvero una perla rara che non dobbiamo mai dare per scontata”.
Don Marco Briziarelli, direttore della Caritas, ha parlato di momento molto bello perché oggi si va oltre una semplice stretta di mano: “questo accordo è un prenderci per mano ed abbracciarci per costruire percorsi comuni volti a ridare autonomia alle persone fragili che incontriamo tutti i giorni”.
Quello che stiamo vivendo, secondo Don Marco, è un tempo importante, ricco di sfide e di risorse, perché sono numerosissimi i volontari e le persone di buona volontà che scelgono di riservare un’attenzione a coloro che sono in difficoltà.
Sulla scorta di ciò con l’accordo odierno si potranno costruire in maniera strutturata risposte condivise sul territorio, proiettando l’orizzonte della collaborazione in una prospettiva di lungo termine non circoscritta all’oggi.
“Questa mattina si concretizzano due passaggi: da un lato l’apertura di un percorso nuovo, dall’altro il completamento di un rapporto consolidato nel tempo; il tutto per apportare benefici alle persone fragili.
L’accordo, infatti, oltre agli impegni materiali, rappresenta una potenziale fucina di confronto che potrà sviluppare azioni e progetti innovativi per accompagnare le lacrime ed i sorrisi delle persone in difficoltà e salvaguardare il bene comune”.
Silvia Bagnarelli, assistente sociale di Caritas ha parlato di momento storico perché il protocollo rappresenta un filo conduttore tra politiche, servizi e persone, riconoscendo in Caritas un presidio aperto in città, ma altresì mettendo a disposizione in un’ottica integrata le grandi competenze di cui il Comune è dotato. In questo percorso di fatto si mette a sistema un pensiero: ossia che i servizi sociali del Comune e la Caritas hanno sempre le porte aperte per accogliere chi ha bisogno.
La dirigente dell’area servizi alla persona Roberta Migliarini ha voluto porre l’accento sul titolo del protocollo per comprenderne la sostanza: si parla infatti e non a caso di “rapporto di collaborazione stabile” a significare che il rapporto tra le parti va molto al di là di quanto scritto nel documento, essendo finalizzato a realizzare una collaborazione a 360 gradi.
Ciò verrà fatto tramite la co-programmazione e la co-progettazione degli interventi, anche in una prospettiva volta ad ottenere finanziamenti comuni determinanti per mettere a terra le azioni declinate.
Non a caso l’orizzonte temporale dell’accordo è ampio (5 anni con possibilità di rinnovo quinquennale) proprio per favorire un percorso comune strutturato.
Anche Adelina Trotta responsabile E.Q. Coordinamento rete dei Servizi Sociali Territoriali ha tenuto a precisare che quello con Caritas è un percorso che il Comune di Perugia sta portando avanti da anni essendo la collaborazione tra le parti quotidiana.
L’accordo, dunque, rappresenta il coronamento di un impegno consolidato e che negli ultimi anni sta sempre più aumentando a causa della crescita esponenziale delle povertà.
Ecco la ragione per la quale si è deciso di rendere sistematici gli interventi condivisi.
Secondo Trotta, infatti, è fondamentale che le parti coinvolte posano sedersi con cadenza regolare attorno ad un tavolo onde capire insieme come affrontare le diverse povertà presenti nella società.
L’assessora Spera ha quindi ringraziato il direttore Roberto Gerardi per aver contribuito a realizzare il protocollo che rappresenta un’assoluta novità dal punto di vista amministrativo.
Proprio il direttore generale Roberto Gerardi ha rimarcato che la caratteristica fondamentale del programma di mandato che l’amministrazione sta portando avanti è mettere al centro le persone con l’obiettivo di migliorare la loro qualità della vita. Si lavora, dunque, per cambiare davvero le cose.
Entrando nel merito dell’accordo, il direttore ha sostenuto che “nessuno fa niente da solo”; tutti gli attori di un territorio, quindi, sono chiamati a collaborare tra loro per rispondere in maniera strutturata alle molteplici e crescenti esigenze che le comunità manifestano. Ecco perché la collaborazione con Caritas assume un valore tanto importante.
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IL PROTOCOLLO
Il protocollo, della durata di cinque anni (rinnovabile per un ulteriore quinquennio), nasce con l’obiettivo di consolidare la già decennale collaborazione avviata nel territorio tra Comune di Perugia e Caritas diocesana, al fine di integrare e coordinare le rispettive azioni volte a rispondere in modo efficace ai bisogni emergenti del territorio.
L’intesa, in sostanza, ha come finalità la progettazione, la realizzazione e il monitoraggio congiunto di un sistema integrato di interventi, dati e servizi socio-assistenziali rivolti a persone in condizioni di povertà, fragilità sociale o esclusione.
Rispetto alle condizioni sociali di vulnerabilità, povertà assoluta e relativa il protocollo si propone di attivare un modello di governance partecipata, condivisa e di prossimità operativa, basato sulla concertazione tra istituzioni pubbliche e soggetti del Terzo Settore, con l’obiettivo di costruire risposte condivise, efficaci e radicate nel territorio.
I principi alla base dell’accordo sono la sussidiarietà orizzontale e corresponsabilità nella costruzione di risposte sociali condivise mediante l’attivazione di procedimenti ad evidenza pubblica di co-programmazione e di co-progettazione; la centralità della persona, con particolare attenzione alle situazioni di fragilità e marginalità; la personalizzazione degli interventi e valorizzazione dei percorsi individualizzati; l’integrazione operativa tra i servizi pubblici, gli enti del Terzo Settore e le reti di comunità; l’efficacia, tempestività e prossimità, nella presa in carico e nella risposta ai bisogni; la valorizzazione del volontariato e delle reti ecclesiali e associative presenti sul territorio; la trasparenza e monitoraggio congiunto delle azioni intraprese; la condivisione strutturata, responsabile e sicura dei dati utili alla definizione, attuazione e valutazione degli interventi.
Nello specifico, la collaborazione tra le parti si concentrerà prioritariamente nei seguenti ambiti:
• contrasto alla povertà economica, al disagio materiale e al sovraindebitamento;
• interventi e servizi a favore delle persone in condizione di grave marginalità e senza dimora; • prevenzione dell’emergenza abitativa e promozione di nuove forme di accoglienza e housing sociale;
• sostegno e orientamento relativo ai bisogni di cure sanitarie;
• distribuzione alimentare e contrasto alla povertà nutrizionale;
• contrasto alla povertà educativa e al disagio giovanile;
• sviluppo e promozione di percorsi condivisi di welfare energetico, volti a favorire l’accesso equo ai servizi essenziali e contrastare la vulnerabilità energetica e contestuale sostegno formativo e informativo;
• sviluppo e promozione di percorsi condivisi volti a favorire la riabilitazione delle persone detenute e di quelle che accedono a misure di giustizia di comunità, in una prospettiva di inclusione e responsabilizzazione sociale;
• raccolta, analisi e condivisione di dati e informazioni per la programmazione di servizi sociali, attraverso una piattaforma digitale;
• promozione di interventi nel campo dell’invecchiamento attivo.
Le modalità operative per l’attuazione del protocollo di intesa prevedono i seguenti strumenti:
• istituzione di un Tavolo permanente di coordinamento integrato, composto da rappresentanti del Comune di Perugia, della Caritas Diocesana e del suo ente operativo e, se necessario, da altri soggetti della rete territoriale, con funzioni di indirizzo, verifica e aggiornamento delle strategie condivise;
• costituzione di un’équipe multidisciplinare, incaricata del monitoraggio di servizi, progetti e azioni specifiche;
• eventuale partecipazione congiunta a bandi pubblici e privati di finanziamento e valorizzazione di opportunità regionali ed europee;
• coinvolgimento attivo della rete ecclesiale (parrocchie, volontariato Caritas, associazioni), dell’associazionismo e del terzo settore nelle attività di prossimità e nella rilevazione dei bisogni emergenti;
• utilizzo condiviso di spazi, strumenti e risorse logistiche tra i soggetti coinvolti, favorendo economie di scala e sinergie territoriali;
• definizione di strumenti operativi e condivisione di dati utili alla programmazione, nel rispetto delle normative vigenti in materia di protezione dei dati personali;
• promozione e potenziamento del Tavolo Povertà, del Tavolo sul tema dell’Invecchiamento Attivo e di ulteriori eventuali consessi partecipativi che verranno individuati.










