“Perugino doc, nato nel 1928 in via Appia, nel quartiere della Conca, ha subito dimostrato un forte interesse per la musica, ambito in cui, pur partito dal basso, con professionalità e valore è riuscito a ottenere soddisfazioni e successi importanti. Per lui la svolta avvenne nel 1958, dopo l’incontro con Peppino Di Capri”. A tracciare il ritratto di Mario Cenci (1928-1996) è stata la figlia Patrizia in occasione dell’intitolazione alla memoria del padre di un parco tra le abitazioni di Montevile, a Ponte San Giovanni. La cerimonia si è svolta nel pomeriggio del 5 aprile alla presenza di Edi Cicchi, assessore comunale ai servizi civici e presidente della commissione Toponomastica, e di Paolo Befani e Elena Ranfa, rispettivamente vicepresidente e componente della commissione.
Befani, introducendo l’incontro, ha sottolineato il numero dei presenti, “segno di un attaccamento all’artista ancora molto vivo e che il lavoro della commissione trova un giusto riscontro”.
Patrizia Cenci, a nome della sorella Elisabetta e di tutti i familiari, ha rimarcato che il padre era prima di tutto “un chitarrista, ma anche un autore di poesie, canzoni e operette. Un artista poliedrico, dunque, con numerosi amici e benvoluto anche a tanti anni dalla scomparsa”. Ad aggiungere ricordi personali sono stati proprio gli amici Gino Goti, che con Cenci ha realizzato programmi radiofonici e televisivi, e Ettore Pedini, componente della sua ultima formazione musicale, New Sound, insieme a Fausto Sportolari, a sua volta presente tra il pubblico.
Ranfa, proponente dell’iniziativa, ha reso noto che a maggio uscirà una biografia a cura di Aurora Caporali. “Chi conosce questo musicista e compositore – ha detto la consigliera – sarà felice di leggerne la storia arricchita da immagini, così come apprezzerà che il suo nome resti legato a un luogo circondato da vie dedicate ad altri musicisti. Chissà che non si colga lo spunto per animare questo parco anche con momenti musicali. Di certo l’intitolazione, frutto della collaborazione di tanti, non può che inorgoglire e rendere ancor più viva la nostra comunità”.
“E’ sempre emozionante dedicare uno spazio pubblico a una persona, ma oggi qui si avverte un’emozione ancor più particolare – ha detto infine Edi Cicchi, dopo aver portato anche i saluti del sindaco Andrea Romizi -. In tanti si sono ritrovati per condividere il ricordo di una persona da loro amata, di un personaggio non lontano dal nostro vivere quotidiano, appartenente a una storia ancora vicina e sentita e che lascia un’eredità capace di unire chi resta. Le intitolazioni servono anche a questo: a ridare vigore a una socialità che due anni di Covid hanno fortemente compromesso e che merita di essere curata e sostenuta con costanza”.
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NOTE BIOGRAFICHE – Mario Cenci nasce nel 1928 a Perugia, in via Appia 14, nel quartiere della ‘Conca’. Già in giovanissima età si appassiona di musica e armonia e, dopo i primi studi di violino, approda a quello sarebbe stato l’amore artistico di tutta la sua vita: la chitarra. Mario, nei suoi anni liceali, compone poesie e canzoni. Nel secondo dopoguerra, a Perugia si sviluppa un grande fermento musicale e, da questo clima, trae ulteriore motivazione artistica.
Fonda, attorno alla metà degli anni Cinquanta, i Mogar; suona a Napoli e a Roma, dove grazie alle esibizioni al KitKat viene a contatto con un duo napoletano che necessitava di un chitarrista. Giuseppe Faiella è il cantante, l’altro è Ettore Falconieri: dal sodalizio nascono i Capri Boys, più tardi, con l’aggiunta del bassista Giuseppe Amenta, romano, e del sassofonista Lello Arzilli, il debutto discografico si verifica con il nome di Peppino di Capri e i suoi Rockers.
È Cenci a suggerire il nome d’arte al cantante caprese: il successo arriva immediato ed è il chitarrista perugino a contribuire sensibilmente al sound e all’identità musicale del gruppo.
Cenci compone moltissimi brani di Peppino di Capri (come Let me cry, Ch’Aggia Ffa, Let me go (Lassame), St. Tropez Twist, Solo due righe, Melancolie) nonché la versione in italiano di Girl dei Beatles. Ed è proprio con i Beatles che nel 1965 Cenci con Peppino Di Capri e i Rockers partecipa all’unica tournée italiana dei baronetti inglesi.
Dal 1958 in poi Cenci, Peppino di Capri e la band sono impegnati in numerose tournée all’estero riscontrando un successo eccezionale. In contemporanea si esibiscono nei più importanti locali d’Italia.
Nel 1968, in seguito a un periodo di crisi discografica, i Rockers si sciolgono.
Cenci continua la carriera solista (anche come cantante) per una decina d’anni pubblicando alcuni dischi. Fonda il gruppo Living group e poi, nel 1969, i New Sound. Alla fine degli anni ’70 lavora all’RCA come talent scout. Nel 1972 compone Solo un uomo, incisa, poco dopo, da Patty Pravo. Dalla metà degli anni Settanta collabora con la Rai per diversi programmi radiofonici e televisivi.
Nel 1996 muore a Massa.