Si è tenuta nel corso della mattinata del 5 dicembre la cerimonia di inaugurazione di una rotatoria, ubicata di fronte al carcere di Capanne lungo via Pievaiola, all’avvocato Vincenzo Parlavecchio.
Presenti alla cerimonia il sindaco Andrea Romizi, l’assessore ai servizi civici Edi Cicchi, i nipoti di Parlavecchio Giuseppina Mannino e Franco Parlavecchio, gli ultimi “allievi” del professionista Avv. Enrico Rosi Cappellani e Avv. Lanfranco Bricca, l’avv. Francesco Gatti attuale titolare dello studio che fu del giurista.
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Aprendo l’incontro l’assessore Edi Cicchi ha parlato di grande emozione nel poter inaugurare l’intitolazione proprio di fronte ad una struttura come il carcere di Capanne. L’assessore ha ricordato che la proposta in commissione toponomastica è stata accolta all’unanimità per onorare un personaggio che è stato punto di riferimento per la città oltre che conosciuto in tutta Italia. “Questo ci è sembrato il luogo adatto per farlo perché profondamente legato alla professione che Parlavecchio esercitò con così tanta perizia”.
Il nipote Franco ha confermato l’emozione per una cerimonia che onora l’Avv. Parlavecchio, punto di riferimento non solo per la comunità ma per tutta la famiglia. “Non è facile tenere alto il nome di una figura di così alto livello, una persona che, per certi aspetti, è simbolo di una Perugia che non c’è più e che viene ricordata come avvocato dei grandi processi, ma anche del popolo”.
I suoi allievi Bricca e Rosi Cappellani hanno narrato alcuni episodi della vita di Parlavecchio, definendolo maestro nella professione, ma soprattutto di vita. Un professionista che decise di prendere per mano i suoi giovani praticanti educandoli a 360 gradi: dunque un grande cittadino che oggi giustamente l’Amministrazione sceglie di onorare, ricordando la sua massima di sempre: “avvocato è correre per aspettare”.
La nipote Giuseppina ha confermato che anche in famiglia l’avv. Vincenzo è stato un maestro di vita, un uomo come non ne nascono più: un grande avvocato ma sempre umile ed umano.
L’avv. Francesco Gatti, titolare dello studio che fu dal 1927 al 1993 di Parlavecchio, ha ricordato il grande impegno del giurista, in prima linea per quasi 70 anni. Oggi nello studio si conservano tutti i suoi atti, le agende, i libri, le carte dei processi di fama nazionale e di quelli “di periferia”. Insomma una mole di documenti che attesta la straordinaria opera di Parlavecchio, non a caso iscritto nel 1993 all’albo d’oro della città.
Il sindaco Andrea Romizi ha parlato di intitolazione doverosa perché dedicata ad una persona che è stata per decenni icona della professione forense a Perugia. Accanto alle capacità professionali, tuttavia, spicca in Parlavecchio il profilo umano, quasi da “antieroe”: una persona pacata e umile che fu capace di primeggiare nella professione con garbo e pacatezza a conferma del fatto che, quando vi sono le capacità, non servono spinte per arrivare in alto.
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L’avvocato Vincenzo Parlavecchio era nato il 3 agosto del 1900 nel Comune di Randazzo in provincia di Catania ed è deceduto nel Comune di Perugia il 5 agosto del 1993.
Il professionista è stato insignito dell’iscrizione nell’albo d’oro di Perugia nella prima edizione del 1993. Persona rappresentativa della città ha contribuito ad onorarla grazie anche alla sua indiscutibile fama di abile oratore ed avvocato del popolo perugino. Vincenzo Parlavecchio era giunto nel capoluogo umbro dalla natia Sicilia per prestarvi il servizio militare in qualità di ufficiale per poi scegliere la città di Perugia quale luogo della sua vita. Ricordato da tutti per la sua prestigiosa professione che lo ha portato in breve ai vertici della carriera forense quale avvocato penalista, dotato di grande cultura umanistica, maestro per generazioni di giuristi perugini. Protagonista dei più importanti processi penali, ha sempre tenuto alti i valori del diritto e della libertà. Da non dimenticare anche, oltre ai successi professionali, i riconoscimenti da parte della comunità cittadina per le sue qualità intellettuali ed umane, in virtù delle quali gli sono stati affidati compiti di consiglio e di guida in alcune delle principali istituzioni cittadine, con particolare riguardo a quelle culturali e turistiche. In particolare, è stato presidente dell’associazione culturale “Fonte Maggiore” e dell’Accademia delle Belle Arti; presidente dell’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo di Perugia e poi Presidente dell’Ente Provinciale per il Turismo. E’ stato tra coloro che hanno rifondato il Rotary Club di Perugia di cui è stato Presidente.