Sì unanime all’odg di Scoccia per valorizzare i professionisti tecnici
Illustrata anche la proposta di Varasano per l’applicazione della norma nazionale che consente di incrementare strutturalmente, a decorrere dal 2025, la componente stabile del fondo personale non dirigente
La seconda commissione Bilancio del Consiglio comunale di Perugia, presieduta da Nicola Paciotti, ha esaminato due ordini del giorno.
E’ stata approvata all’unanimità (15 voti favorevoli) la proposta dedicata dalla consigliera Margherita Scoccia all’applicazione dell’anticipo del 10 per cento per i servizi di ingegneria e architettura, “una misura nazionale che consentirebbe di valorizzare i professionisti tecnici locali”.
La possibilità, e non l’obbligo, per le stazioni appaltanti – ha ricordato Scoccia illustrando l’atto – di prevedere, nei limiti delle disponibilità del quadro economico, un’anticipazione fino al 10 per cento del valore contrattuale anche per i servizi di ingegneria e architettura è stata introdotta dal decreto Infrastrutture con un emendamento al codice dei contratti pubblici. Tale novità – si legge ancora nell’odg – è stata accolta con favore da tutti i principali rappresentanti degli ordini e delle associazioni professionali, dal Consiglio nazionale degli ingegneri al Consiglio nazionale degli architetti, fino all’Oice, in quanto ristabilisce “un principio di equità e parità di trattamento tra imprese e professionisti, riconoscendo la centralità della funzione progettuale nell’ambito degli appalti pubblici”.
Tenuto conto dei numerosi professionisti che partecipano alle gare pubbliche per la progettazione di opere, e che spesso si trovano in difficoltà nell’affrontare anticipatamente i costi per studi, rilievi, simulazioni e adempimenti tecnici, secondo Scoccia anche il Comune di Perugia, in qualità di stazione appaltante, dovrebbe recepire la novità normativa nei propri bandi per servizi tecnici ogniqualvolta ciò sia compatibile con la struttura del quadro economico dell’opera e con le risorse disponibili.
In definitiva, auspicando anche un confronto diretto e costruttivo con gli Ordini professionali territoriali per valutare le modalità più efficaci di attuazione, Scoccia nell’odg invita l’amministrazione a recepire concretamente la possibilità offerta dalla norma nazionale e a promuovere attivamente politiche locali di valorizzazione del lavoro tecnico e della progettazione qualificata, in dialogo costante con le categorie interessate.
Hanno partecipato alla seduta anche l’assessora Alessandra Sartore, l’ingegnere Leonardo Locchi, coordinatore del gruppo regionale Oice dell’Umbria, l’ingegnere Sergio Falchetti in rappresentanza dell’Ordine degli ingegneri della Provincia di Perugia, Stefano Tini, vicepresidente dell’Ordine degli architetti P.P.C. della Provincia di Perugia, il geologo Giuseppe Pannone, delegato dall’ordine dei Geologi della regione Umbria.
Locchi, dopo aver presentato l’associazione di categoria da lui rappresentata, che conta in Umbria 11 società di ingegneria aderenti, ha asserito che l’odg tratta di un tema di grande rilevanza. Il quadro umbro a suo avviso è sorprendente perché, malgrado le dimensioni contenute, si distingue per vitalità e qualità delle realtà professionali esistenti; inoltre, per fatturato e persone impiegate, in rapporto alla popolazione e al Pil, la regione si colloca al di sopra delle medie nazionali. Ciò si deve anche al ruolo avuto dalla facoltà di ingegneria.
Il settore – ha continuato Locchi – è in evoluzione esponenziale e in espansione grazie ai bonus edilizi e al Pnrr e ha dato un contributo significativo alla crescita del territorio. Negli ultimi anni, inoltre, società e studi professionali si sono dovuti strutturare e qualificare per competere nelle gare pubbliche e ciò ha comportato una crescita nella organizzazione interna, nonché investimenti in formazione, tecnologia, oltre che in assicurazioni e fideiussioni per fornire le massime garanzie alle committenze pubbliche e private. Pertanto, anche il settore dell’architettura e dell’ingegneria che opera negli appalti pubblici necessita di strumenti di sostegno al pari di ogni altro comparto produttivo. Peraltro, nei prossimi anni si prevede un rallentamento fisiologico e sono auspicabili politiche di accompagnamento. L’applicazione della misura introdotta a livello nazionale – ha concluso Locchi – non è un privilegio, ma uno strumento di equilibrio e sostenibilità che può consentire ai professionisti di lavorare con serenità.
Falchetti ha aggiunto che un anticipo non incide sul quadro economico di un intervento, mentre per uno studio o un giovane professionista può fare la differenza, aumentando la qualità del processo progettuale.
Tini ha espresso apprezzamento per l’attenzione dimostrata verso le problematiche della libera professione, il cui esercizio è sempre più complesso sul piano normativo e burocratico richiedendo anche un continuo aggiornamento. La situazione impone uno sforzo di dialogo e concertazione tra Pa e ordini professionali. In particolare, i professionisti che intendono partecipare a gare devono sostenere anche un importante sforzo economico dovendo ricorrere a professionalità specialistiche il cui operato è propedeutico alle attività di progettazione (geologi, topografi, restauratori, esperti in acustica ambientale, agronomi ecc). Inoltre, c’è il tema della nuova tecnologia e del Bim che permette la gestione integrata dei processi edilizi, dalla fase di studio alla progettazione, realizzazione e gestione delle opere. La disponibilità economica diventa quindi un elemento discriminante per la partecipazione a una gara. La possibilità dell’anticipo introdotta dalla normativa, in conclusione, per Tini è uno strumento di riequilibrio atto a ridurre il divario tra soggetti professionali che possono disporre di ingenti risorse e professionisti che operano in strutture di piccole dimensioni.
Pannone ha confermato l’importanza del tema, che incide su aspetti culturali oltre che pratici, stimolando una nuova attenzione verso le categorie professionali. Se il Comune di Perugia inizierà a recepire la possibilità offerta dalla normativa, inoltre, a suo avviso anche altre amministrazioni potrebbero allinearsi.
Sartore ha notato che alla fine del 2026, con la chiusura degli interventi Pnrr, gli investimenti si ridurranno e, anche se si inizia a parlare di ulteriori investimenti, un gap ci sarà; proprio per questo le categorie professionali probabilmente necessiteranno di misure come quella di cui tratta l’odg. Ad ogni modo, nulla osta all’applicazione della normativa compatibilmente con le disponibilità di cassa.
Cesare Carini (Pensa Perugia) ha chiesto alcuni approfondimenti tecnici rispetto a una misura in sé positiva. Falchetti ha risposto che l’impatto della misura potrebbe essere proporzionale rispetto alle dimensioni dello studio professionale interessato; l’ingegnere ha altresì sottolineato che l’iter dei pagamenti è lunghissimo perché il lavoro viene pagato non dopo la consegna, ma dopo la verifica. Pannone ha aggiunto che la maggior parte dei professionisti lavora in piccole strutture.
Stefano Nuzzo (M5s), esprimendo parere favorevole sull’odg, ha ricordato che l’anticipazione economica prima era esclusa per i servizi di natura intellettuale, mentre l’estensione ora vale a riconoscere il valore del lavoro tecnico e professionale alla base di ogni opera. Il consigliere ha poi proposto alcuni emendamenti al testo dell’odg: precisare che l’anticipazione va riconosciuta solo a chi risulta aggiudicatario e non a chiunque partecipa a una gara, visto che i costi per partecipare rientrano nella programmazione che gli stessi studi liberamente definiscono; parlare espressamente di compatibilità dell’anticipazione con le “disponibilità di cassa”; precisare, infine, che l’amministrazione si impegna a promuovere un tavolo di confronto con le categorie interessate finalizzato a individuare un percorso condiviso di valorizzazione delle professioni.
Scoccia, nel ringraziare la maggioranza per la collaborazione, ha recepito due emendamenti: l’inserimento della dicitura “compatibilmente con le disponibilità di cassa” e lo specifico impegno per l’amministrazione a “promuovere un tavolo di confronto con le categorie professionali finalizzato all’individuazione di un percorso condiviso di valorizzazione delle professioni tecniche e intellettuali in coerenza con i principi del nuovo codice dei contratti”.
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Il secondo odg esaminato dalla commissione, proposto da Leonardo Varasano (Progetto Perugia), riguarda la nuova norma relativa a “Disposizioni urgenti in materia di reclutamento e funzionamento delle pubbliche amministrazioni” con riferimento al Comune di Perugia.
Il consigliere ha ricordato che l’art. 14, comma 1-bis, del decreto legge n. 25/2025, convertito con modificazioni dalla legge n. 69/2025, consente di incrementare strutturalmente, a decorrere dal 2025, la componente stabile del fondo personale non dirigente. Rispetto a tale possibilità – riporta l’odg – ci sono Comuni, come Firenze, che si sono già mossi. Varasano sottolinea che “il Comune di Perugia vanta un significativo avanzo, reso noto negli scorsi mesi anche attraverso i mass media” e che a luglio l’Usb ha chiesto con una lettera alla sindaca Ferdinandi di passare “dalle parole ai fatti” in modo di arginare il fenomeno dei numerosi dipendenti che si spostano in altri enti per motivi economici.
Secondo il consigliere, la nuova “significativa prospettiva strutturale” dovrebbe interessare tutte le forze del Consiglio comunale e l’amministrazione dovrebbe assumere l’impegno di valutare, stante il mantenimento degli equilibri di bilancio, l’applicazione della legge n. 69/2025 investendo sul capitale umano dell’ente in modo coerente, peraltro, con le linee programmatiche.
Varasano ha anche affermato di aver personalmente constatato negli anni, con rammarico, una emorragia di personale altamente qualificato e di grande valore anche sul piano umano per totale assenza di opportunità di crescita all’interno dell’ente.
Michele Lattaioli, coordinatore della Rsu del Comune di Perugia, in audizione ha precisato che alla lettera dell’Usb ne sono seguite altre anche da parte di altri sindacati e della stessa Rsu. Nelle interlocuzioni avute da quest’ultima, l’amministrazione ha manifestato un atteggiamento positivo verso la novità normativa. Ad ogni modo, Lattaioli ha ricordato che la Rsu resta in attesa dei dati richiesti e che il personale ha manifestato grandi aspettative, evidenti già nella partecipazione all’assemblea del 5 settembre nella sala dei Notari. Intanto – ha concluso – si sta svolgendo un lavoro finalizzato all’aumento del benessere organizzativo.
L’assessora Sartore in commissione ha asserito che l’odg ha il pregio di portare in Consiglio la questione, anche se il testo non tiene conto del fatto che, rispetto alla normativa richiamata, si deve fare riferimento solo a risorse stabili escludendo il cosiddetto “tesoretto”. Il problema per gli enti locali è appunto quello legato alle risorse stabili. Sartore ha aggiunto, da quanto finora appreso, il governo dovrebbe apportare una integrazione al fondo per la contrattazione decentrata con risorse statali per 150 milioni. Se dovesse esserci tale integrazione, si potrebbe incrementare il fondo anche nel 2026 per la parte stabile. In più, pare si vada verso una chiusura del rinnovo del contratto degli enti locali. Si attende di sapere di più sulla legge di bilancio: da modifiche normative di alcune fattispecie fondamentali dei bilanci territoriali potrebbe delinearsi una possibilità di incremento della parte stabile l’anno prossimo.
La seduta è stata aggiornata.



