Respinto l’ordine del giorno sul Nodo di Perugia

La proposta di Arcudi, Calzoni e Tuteri era stato bocciato anche in commissione

date
27 ottobre 2025
- Alessandra Borghi
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Il Consiglio comunale di Perugia ha respinto a maggioranza l’odg (7 voti favorevoli e 18 contrari) dei consiglieri Nilo Arcudi, Chiara Calzoni (Perugia Civica) e Gianluca Tuteri (gruppo misto) su “Nodo di Perugia – Necessità di una posizione chiara e condivisa da parte delle istituzioni locali”.

 

L’atto, illustrato in aula da Arcudi, rileva che il progetto del Nodo di Perugia rappresenta un’infrastruttura strategica per la mobilità e lo sviluppo dell’intera area urbana e regionale. L’opera – secondo la posizione espressa dal consigliere – è ritenuta fondamentale per migliorare la viabilità e la sicurezza, ma anche per favorire la crescita economica, l’attrattività del territorio e la qualità della vita dei cittadini.

 

Secondo i proponenti, è altresì fondamentale che su un tema di tale rilevanza le istituzioni locali (Comune e Regione) esprimano una posizione unitaria e convintamente favorevole. L’eventuale assenza di una linea chiara e condivisa da parte delle amministrazioni locali, dicono i consiglieri di minoranza, rischia di compromettere l’interlocuzione con il Governo e, di conseguenza, la possibilità concreta di ottenere il necessario finanziamento statale.

 

Per questo l’odg intendeva impegnare l’Amministrazione:

 

-a sollecitare la Regione Umbria e tutte le forze politiche presenti nelle istituzioni locali, con particolare riferimento alla coalizione di centrosinistra, a esprimere in tempi brevi una posizione chiara e ufficiale sul progetto del Nodo di Perugia;

-a confermare la piena disponibilità del Comune di Perugia a sostenere l’opera in modo responsabile e condiviso, anche attraverso un dialogo costruttivo con tutte le forze politiche presenti nelle istituzioni;

-a trasmettere l’atto al presidente della Regione Umbria, al presidente della Provincia di Perugia, ai capigruppo del Consiglio regionale e ai parlamentari eletti nel territorio umbro, al fine di rafforzare il coordinamento istituzionale sul tema.

 

In occasione del dibattito, Fabrizio Ferranti (Perugia per la sanità pubblica) ha affermato che l’odg tende a strumentalizzare la divisione della città; è certo legittimo, a suo avviso, chiedere chiarezza all’amministrazione, ma non si capisce perché essa debba assuma una posizione netta su un progetto che non esiste nella versione definitiva e che non dispone di una copertura finanziaria e di un quadro tecnico aggiornato. In realtà, per Ferranti, una posizione chiara c’è: si è deciso fare uno studio trasportistico per far sì che ogni decisione si fondi non su slogan, ma su dati relativi al quadrante interessato, quello di Ponte San Giovanni, secondo quanto chiesto anche da una parte della società civile. Inoltre, a differenza del Nodo, i lavori per il raddoppio delle rampe di accesso e uscita su Ponte San Giovanni sono finanziati, quindi si va già verso interventi concreti. Il Consiglio – ha proseguito il consigliere – ha approvato anche un odg sulle barriere fonoassorbenti: quindi si sta puntando su infrastrutture e su elementi che le migliorano.

 

Federico Balducci (Pd) ha chiarito di non voler minimizzare le criticità delineate dall’odg per quel che riguarda il traffico, ma ha indicato tre ragioni per cui l’atto non può essere condiviso: si parla solo di Nodo di Perugia mentre manca una progettazione definitiva; ci si riferisce solo all’isolamento infrastrutturale di Perugia e della regione e non si parla dell’accesso alla città; si sostiene che l’atteggiamento della maggioranza possa compromettere le interlocuzioni con il governo nazionale ed eventuali finanziamenti. Il centrodestra – ha continuato Balducci – ha varato tre finanziarie e non sono mai state inserite risorse per il Nodo né per il Nodino; inoltre, è offensivo per la comunità utilizzare certe questioni per un mero posizionamento politico.

 

Lorenzo Mazzanti (Pensa Perugia) ha sostenuto che nell’aprile 2022, quando governava il centrodestra, secondo Margherita Scoccia l’opera non era risolutiva per le problematiche di accesso alla città e sei mesi dopo è stato ribadito di voler valutare soluzioni meno impattanti e per potenziare la viabilità esistente. Nell’ottobre 2024 – ha aggiunto Mazzanti – l’allora ministro Salvini diceva che trovare i fondi per Perugia era una priorità. L’atto in discussione, quindi, per il consigliere non tiene conto che l’opera si può sbloccare solo con un finanziamento nazionale, ma le risorse sono costantemente destinate ad altre regioni.

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